Il numero di Mobile App sullo smartphone (o sul tablet) dell’utente medio sta continuamente aumentando, e sempre più persone navigano attraverso le App invece che sul Web come accadeva fino a un paio d’anni fa. Il Web però è relativamente semplice da esplorare, grazie agli appositi motori di ricerca e agli “hyperlink” (comunemente detti “link”) che collegano un sito all’altro. Le App invece sono dei pacchetti isolati, non collegati da link o esplorabili da sistemi di ricerca.
È il momento quindi di pensare a un motore di ricerca sulle App che sia in grado di partire da richieste come “trova il miglior ristorante giapponese a Milano”, oppure “chiama un taxi per tornare a casa”, producendo una lista di risultati che permettano, con un solo tocco, di arrivare alla schermata o alla funzione più adatta di una App. Una soluzione del genere potrebbe cambiare profondamente il modo in cui le persone usano i loro device: Quixey, una classica società hi-tech californiana, ne ha fatto la sua missione, dedicandovi il lavoro di 150 specialisti e 74 milioni di dollari raccolti dai fondi d’investimento.
La “MIT Technology Review” ha potuto sperimentare un prototipo della soluzione di Quixey, e ne riferisce in un articolo. Alla richiesta di un ristorante specializzato in un particolare tipo di cucina etnica, il motore mostra una lista dei posti con le migliori recensioni degli utenti tratte da App come Yelp e Urbanspoon, e anche un link alla pagina delle prenotazioni e della verifica delle disponibilità di OpenTable. È possibile anche fare ricerche su App non installate: basta toccare l’icona ed essa si installa e si apre alla pagina d’interesse.
Non ha senso cercare in un gran numero di icone quella di cui si ha bisogno, e imparare come navigare all’interno di ciascuna di esse, spiega Liron Shapira, cofondatore e CTO di Quixey, intervistato nell’articolo: «Una barra di ricerca è il miglior modo di usare le App, e la nostra visione è di mettere questa barra su ogni smartphone: il nostro approccio offre più funzionalità degli assistenti vocali tipo Siri o Cortana».
I motori di ricerca sul Web funzionano esplorando le pagine Web e creando un indice delle informazioni e dei link. Quello di Quixey funziona in modo diverso: combina informazioni sulle App raccolte sugli app store e sui siti di recensioni, e i dati di una funzione innovativa chiamata “deep link”, che gli sviluppatori hanno da poco cominciato a inserire nelle App. I deep link sono in parole povere dei link che puntano a specifiche pagine o funzioni all’interno di una App. Un deep link su una pagina Web o in una email può condurre per esempio a un preciso prodotto in una App di e-commerce, o a una canzone in una App musicale.
Al momento i deep link non sono molto diffusi, e quindi il funzionamento del motore di Quixey non è ottimale, ma l’azienda è ottimista sulla tendenza alla diffusione di questa tecnologia, e ha anche reso disponibili dei tool per agevolare l’inserimento di deep link nelle App da parte degli sviluppatori. Quanto infine al fatto che lavorare su un motore di ricerca mette inevitabilmente in competizione con un gigante come Google, Shapira è ottimista: «Google si concentra per lo più sull’indirizzare la gente verso i propri servizi, e questo ci lascia delle opportunità per attirare l’interesse di sviluppatori e produttori di device».