Non più e non solo laboratori.
La sperimentazione del 5G su Milano e sull’area metropolitana parte ufficialmente da oggi con tre obiettivi chiari: non limitarsi agli ambienti “protetti” dei laboratori, avere impatto reale sulla collettività, coinvolgere il territorio in una logica di scalabilità.
È un progetto ad ampia partecipazione e di lungo respiro, che vede coinvolta in prima fila Vodafone, come aggiudicataria del bando pubblico indetto dal MISE, unita al Politecnico di Milano e ad altri 28 partner, ai quali si aggiungono Comune di Milano, Regione Lombardia e Città Metropolitana.
«Quando è stato chiaro che era necessario effettuare la sperimentazione del 5G in alcune città, noi abbiamo subito offerto Milano», ricorda il Sindaco della città Giuseppe Sala. C’è un tema di leadership del capoluogo lombardo che Sala non manca di ricordare, evidenziando nel contempo come alla sperimentazione debba associarsi anche un cambiamento delle abitudini nelle imprese e nei cittadini, in particolare in relazione alle modalità di fruizione di alcuni servizi.
E mentre l’Assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici Roberta Cocco precisa che la sperimentazione del 5G e tutto l’indotto che ne deriverà si innestano nel piano di trasformazione digitale della città, tocca all’Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, entrare nel concreto del programma.
«Milano, in sintesi estrema, diventa il più grande laboratorio del 5G in Italia e probabilmente anche in Europa», è la sua premessa.
La sperimentazione del 5G su Milano e sull’area Metropolitana
Il piano vede il coinvolgimento del Politecnico di Milano, come già citato, dell’Istituto Italiano di Tecnologia e del CNIT, il Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni. Otto sono i partner tecnologici (Altran, Exprivia, Huawei, IBM, Nokia, Prisma, Qualcomm, Siae Microelettronica), mentre 17 sono i partner industriali, con nomi quali ABB, Eni Fuel, E-novia, Esselunga, FCA, Ferrovie Italiane, Humanitas, Intellitronica, L.i.f.e., Movendo, Ospedale San Raffaele, Pirelli, Poste Italiane, Sky, TIE, Vodafone Automotive.
Infine, 10 sono i cosiddetti endorser, tra i quali, accanto a Regione Lombardia o ATM troviamo ACI, il Touring Club, la Croce Rossa, e ancora Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia Agraria, l’AMAT, l’Agenzia mobilità ambiente territorio, e aziende come AWS e Siemens.
Gli obiettivi sono ambiziosi.
«Parliamo di una forte accelerazione sul 5G, così da coprire entro il 2018 l’80 per cento della popolazione dell’area metropolitana, per arrivare alla copertura totale entro il 2019. Il tutto con un investimento di 90 milioni di euro sull’area interessata per la sola infrastruttura», prosegue Bisio, che non perde l’occasione per ricordare le due caratteristiche qualificanti il 5G: la velocità, superiore ai 10 Gbps, e la bassa latenza.
Il 5G nato per l’IoT: sette aree di sviluppo, 41 progetti
«È una tecnologia nata per l’IoT, in grado di supportare qualcosa come 1 milione di sensori per chilometro quadrato. Se facciamo riferimento all’area metropolitana di Milano parliamo dunque di miliardi di sensori».
Per l’avvio del progetto sono state identificate sette aree di intervento, per un totale di 41 use case sui quali saranno avviate le sperimentazioni.
Così, nell’area Sanità e Benessere si parla di 9 progetti che hanno come obiettivo il miglioramento sia dell’accesso sia dell’efficienza dei servizi sanitari.
«Uno degli use case è l’ambulanza connessa, il cui obiettivo è anticipare già in ambulanza i tempi di intervento ospedaliero, con esami e diagnostica per immagini. A questo progetto di Smart Health collaborano l’Ospedale San Raffaele, Nokia, Qualcomm, Regione Lombardia, la Croce Rossa».
Cinque sono invece i progetti dedicati alla Sicurezza e alla Sorveglianza, con l’obiettivo di migliorare i servizi di sicurezza pubblica; tre quelli dedicati al tema Smart Energy, Smart Grid, Smart City; quattro quelli indirizzati alla Mobilità e ai Trasporti.
«In questo caso, uno dei processi in via di definizione si chiama Urban Cross Trafic cooperativo e si basa sulla possibilità di scambiare informazioni sulla viabilità e sullo stato delle strade, ad esempio sfruttando la sensoristica a bordo dei pneumatici. Vi partecipano il Politecnico di Milano, FCA, Magneti Marelli, Pirelli, Altran, Vodafone Automotive, oltre ad ACI, ATAM, Regione Lombardia».
Al tema della sicurezza è indirizzato un progetto basato sull’utilizzo dei droni, per la gestione della sicurezza in tempo reale, anche con funzioni di telemetria e di riconoscimento facciale.
Dodici sono i progetti che guardano al mondo dell’Industry 4.0, nelle sue più diverse declinazioni.
Si parla di un progetto di last mile logistics per l’Industria 4.0, ma si parla anche di un importante progetto in ambito Agriculture.
Focus sull’Agricoltura di Precisione
«Entriamo nell’ambito dell’Agricoltura di Precisione. In questo caso si parla dell’utilizzo di robot, a supporto di un utilizzo consapevole ed efficiente delle risorse globali e dei protocolli di intervento. Grazie alla sensoristica nei campi di coltivazione, si promuoverà un utilizzo puntuale dei pesticidi, con benefici in termini di riduzione dell’inquinamento ambientale e in termini di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli. Uno degli obiettivi di questo progetto è favorire anche l’aumento di produttività in terreni difficili e poco fertili. Alle porte di Milano troveremo i primi campi in regime Agricolture 4.0».
A questo progetto concorrono l’IIT, con il supporto di Crea.
Sette, infine, sono i progetti a tema Education, Learning ed Entertainment, incluso uno per promuovere l’utilizzo di tecnologie immersive e la Mixed Reality nel turismo, e uno è dedicato al superamento del digital divide, per portare la connettività a banda larga nelle aree periferiche.
Ma non è tutto.
Proprio perché il 5G nasce per l’IoT, Vodafone accompagna questo progetto con la creazione di un Open Lab IoT a Milano.
«Un luogo esperienziale, per lo sviluppo dell’innovazione sull’IoT, aperto a sviluppatori e fornitori, con l’obiettivo di attrarre risorse dal territorio e costruire nuovo know how digitale per la città».
Infine, sempre al 5G Vodafone dedica un nuovo bando per startup: “Vodafone Action for 5G”.
È una iniziativa sulla quale Vodafone investe 10 milioni di euro in quattro anni e aperta a studenti, ricercatori, giovani laureati, ma anche startup tecnologiche, PMI innovative, imprese sociali.
«Tutto il nostro focus sul 5G nasce con una grande spinta alla territorialità – conclude Bisio -. E per noi Milano è ormai la capitale europea della Gigabit Society».
Il ruolo del Politecnico, tra Education e Smart City
Il secondo partner forte della sperimentazione del 5G su Milano è il Politecnico. Ed è il rettore dell’Ateneo, Ferruccio Resta, che a sua volta evidenzia come proprio questa sperimentazione segni l’avvio degli scenari di futuro di cui tanto si parla.
«Se l’alta velocità ha accorciato l’Italia, oggi il 5G avvicinerà cittadini, lavoratori e studenti. È una trasformazione resa possibile da ingenti investimenti industriali, ma sostenuta da un grande progetto nazionale, quello del MISE, destinata ad accrescere l’attrattività del territorio».
Su questo progetto, il Politecnico di Milano conferma la partnership in essere con Vodafone e si dichiara aperta alle collaborazioni con le istituzioni e le imprese.
Tanto da essere parte attiva in più d’uno dei 41 progetti annunciati.
«Partiamo ad esempio con la formazione e con un progetto Lezioni 4.0, nel quale promuoviamo un apprendimento immersivo, grazie a tecniche di didattica avanzata e all’utilizzo della mixed reality».
È un progetto che vede tra i partner Huawei, Nokia, Qualcomm, oltre alla Regione Lombardia e indirizza gli studenti di architettura, Meccanica, Bioingegneria.
Più specificamente legato all’IoT è invece il progetto Smart Campus, che coinvolgerà le aree dei Campus Bovisa e Leonardo.
«Parliamo di living lab, nei quali oltre a studenti e docenti saranno coinvolti i cittadini nella sperimentazione di nuove applicazioni intelligenti volte a migliorare la fruibilità degli spazi, migliorare la viabilità, aumentare l’efficienza ad esempio attraverso servizi di Smart Waste».
Vi partecipano, oltre al Politecnico di Milano, anche Exprivia, Eni Fuel, Prisma, AWS.
Meno burocrazia per poter avviare i progetti
Perché tutti questi progetti non solo si possano realizzare, ma abbiano quei requisiti di scalabilità e replicabilità che la sperimentazione richiede, è necessario un forte supporto anche dal punto di vista dell’attuabilità.
Per questo entra in gioco Francesco Vassallo, Consigliere Delegato alla Semplificazione e Digitalizzazione Città Metropolitana, il quale ribadisce la volontà di «coinvolgere il numero maggiore possibile di soggetti, non solo su Milano, ma anche sulle aree già identificate sulla cintura della città».
Ma soprattutto sottolinea la disponibilità a fornire supporto e aiuto nel superamento dei cavilli burocratici che potrebbero rappresentare un freno alle fasi attuative.
MISE: dal rapporto Caio al 5G, una partita da giocare fino al 90° minuto
Infine, non si può dimenticare il ruolo del MISE, che con il bando pubblico ha dato il là a tutto il progetto.
Non è un caso che alla presentazione ufficiale sia presente Antonello Giacomelli, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, il quale non nasconde il suo ottimismo.
«Quando abbiamo iniziato questo lavoro, il punto di riferimento era il Rapporto Caio, che metteva in luce il drammatico ritardo dell’Italia rispetto all’Europa. Il piano fibra nazionale era stato accolto con scetticismo, eppure senza la fibra non si può nemmeno pensare al 5G. Ed è proprio grazie alla realizzazione del piano fibra che con il 5G siamo riusciti a partire in anticipo rispetto alla scadenza fissata dall’Europa, vale a dire il 2020. Il Governo ha messo a disposizione gratuitamente le frequenze per le sole fasi di sperimentazione, a condizione che i progetti vedessero il coinvolgimento delle eccellenze territoriali, delle università, degli enti, delle imprese, delle istituzioni. E così è».
E mentre chiede a Milano di costruire per la sua comunità, trainando però tutto il Paese in questo percorso di innovazione, Giacomelli ricorda che questo è solo il fischio d’inizio.
Il Governo preparerà l’asta delle frequenze, necessaria per dare la certezza che in Italia si può investire, ma perché il nostro Paese trovi spazi di protagonismo e attrattività ci sono tutti i 90 minuti ancora da giocare.