Come sfruttare il Cloud per l’Industria 4.0 e per l’Impresa 4.0

Con un modello di migrazione al Cloud che propone una riduzione dei costi ricorrenti del 30% è il momento di affrontare progetti Industria 4.0 o Impresa 4.0. Ed è il momento di farlo sfruttando le potenzialità del Cloud con partner in grado di gestire analisi, progettualità, system integration e delivery come Red Reply e Oracle. Un approfondimento sui vantaggi del Cloud e sull’opportunità di approfittare del momento giusto per partire

Pubblicato il 15 Gen 2018

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L’Industria 4.0 è caratterizzata dalla maggiore flessibilità della produzione e dall’unione e armonizzazione delle tecnologie chiave per fornire la flessibilità, la semplicità, la connettività e l’apertura necessarie per una nuova generazione di Manufacturing.

L’orchestrazione della produzione avviene in tempo reale, prendendo in considerazione l’effettiva disponibilità di tutte le risorse coinvolte. La progressiva adozione dei metodi di Machine Learning migliora il flusso dei materiali attraverso il processo di produzione e riduce al minimo i tempi di inattività dei macchinari.

In questo scenario, il Cloud diventa fattore abilitante e fondamentale per completare in tempi rapidi il processo di trasformazione digitale delle imprese grazie alla guida e al supporto di player tecnologici specializzati come Red Reply, società del gruppo Reply specializzata in servizi di consulenza tecnologica e di processo su Oracle Cloud.

Quello tra Cloud e Industria 4.0 è un binomio vincente. Ha avuto bisogno di tempo per maturare e per iniziare a dare i suoi frutti, ma adesso permette alle aziende di ripensare radicalmente e profondamente tutti i processi di digitalizzazione. Il tutto con maggiore flessibilità sotto tutti gli aspetti, dalla capacità di risposta alle richieste del mercato, al controllo dei costi per arrivare a una vera e completa gestione del ROI.

L’Industry 4.0 fa riferimento a quel processo di digitalizzazione del settore manifatturiero che stravolge completamente la catena del valore, cambiando non solo il modo di produrre, ma la natura stessa delle organizzazioni. Il punto focale delle aziende che operano integrando l’Internet of Things è una gestione automatizzata delle informazioni, associata all’uso diffuso delle tecnologie digitali. Una vera e propria “intelligenza tecnologica”, quindi, non più legata solo ai macchinari, ma ubiqua e pervasiva, resa possibile appunto dal Cloud. Si moltiplicano i livelli di monitoraggio e controllo, che permettono alle aziende di operare più facilmente nel rispetto dei dettami normativi e del controllo qualità, e contemporaneamente si riducono i costi operativi. Intelligenza artificiale (AI), sensoristica avanzata, stampa 3D, realtà aumentata e una collaborazione sempre più spinta tra gli attori della Supply Chain, sincronizzando tempi e modi della produzione… queste le tecnologie digitali più diffuse nelle Smart Factories.

Industria 4.0, come ottimizzare i processi industriali con il Cloud

Il Cloud rappresenta il tessuto connettivo dell’Industria 4.0, quello che permette di costruire una strategia di produzione innovativa, più efficace ed efficiente, sfruttando sensori, intelligenza artificiale e robotica. E le aziende lo hanno capito, almeno stando alle evidenze della ricerca “Cloud: Opening Up the Road to Industry 4.0”, condotta da Oracle e Intel su un campione di 1.200 manager di aziende manifatturiere di medie e grandi dimensioni con sede in EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). Infatti, ben 6 aziende su 10 ritengono “necessariodotarsi di un’infrastruttura Cloud enterprise per capitalizzare al meglio gli investimenti in innovazione, declinati nelle direttrici principali della robotica (62%) e dell’AI (60%). Il Cloud è, quindi, un vero e proprio acceleratore della digital transformation nelle aziende manifatturiere. Il Cloud permette di avere a disposizione la potenza di calcolo necessaria per individuare e sfruttare al meglio nuove opportunità di business, estrapolando le informazioni rilevanti all’interno della miriade di dati acquisiti.

Se è vero, infatti, che AI e robotica rappresentano gli asset della digital transformation nelle fabbriche, Big Data e analytics rappresentano gli strumenti su cui fondare tanto le scelte strategiche quanto quelle tattiche. Ma il suffisso 4.0 fa ben comprendere che l’innovazione più importante, per i CIO e i responsabili delle linee di business, sono le modalità di fruizione delle tecnologie che, grazie alle nuove formule pay-per-use e as-a-service del Cloud, sono oggi concretamente alla portata di qualsiasi organizzazione, grande o piccola che sia. Una delle chiavi di successo dell’Industria 4.0 e dello smart manufacturing è la possibilità, anche per aziende di dimensioni medie e medio-piccole, di scegliere modelli di implementazione flessibili per innovazioni di enorme portata, assicurandosi differenziali competitivi importanti. Con il Cloud sarà sempre possibile scegliere la miglior innovazione tecnologica rispettando i vincoli di budget, trasformando gli investimenti iniziali (ovvero i CapEx, spese in conto capitale) in costi ricorrenti e diluiti sull’orizzonte temporale di riferimento (ovvero in OpEx, spese operative), a tutto vantaggio del ROI (Ritorno sugli Investimenti).

Come calcolare il ROI dei progetti Cloud

Innanzitutto va detto che il Cloud è identificabile principalmente da alcune caratteristiche tecniche chiave:

  • La certezza delle prestazioni, indipendentemente dal fatto che la capacità sia stata inizialmente pensata per uno, cento o mille utenti, con la garanzia di SLA (Service Level Agreement o livelli di servizio) prestabiliti.
  • L’astrazione dell’infrastruttura, in modo che le applicazioni non siano bloccate all’interno di specifici dispositivi o supporti e possano essere accessibili sempre e ovunque.
  • Utilizzo “pay-as-you-go” del servizio IT, per cui si paga solo quel che si usa effettivamente, con costi di investimento iniziali che possono essere anche minimi: per iniziare a utilizzare un servizio Cloud sono sufficienti una connessione Internet e un dispositivo.
  • Scalabilità verticale, con la garanzia di una disponibilità di risorse pressoché istantanea e on demand. In genere, non è richiesta alcuna previsione o stima preventiva dei consumi.

Queste caratteristiche si traducono in una serie di benefici concreti per le aziende:

  • Più flessibilità e agilità al business
    Il Cloud permette di scalare facilmente potenza di calcolo, capacità di rete e storage assicurando quell’elasticità infrastrutturale che permette all’azienda di far fronte a picchi improvvisi di attività (come possono essere ad esempio campagne di marketing particolarmente aggressive e a tempo, gestione della stagionalità dell’offerta, o nell’ambito del Cloud manufacturing la gestione della digitalizzazione della produzione in situazione ad alta intensità di produzione…).
  • Maggior efficienza operativa
    Tempi di deployment azzerati, con una significativa riduzione delle attività operative e della manutenzione dell’infrastruttura.
  • Cicli d’innovazione ridotti
    Aggiornamento costante e miglioramento continuo dei servizi legati alle piattaforme Cloud, con la garanzia della massima semplificazione dell’infrastruttura IT.
  • Riduzione dei costi
    Riduzione dei costi relativi alla gestione dell’infrastruttura IT (corrente elettrica, gruppi di continuità, connettività, condizionamento, personale…) e manutenzione semplificata.

I modelli forniti dai Cloud Provider generalmente prendono in esame solo i KPI (indicatori prestazionali) relativi all’utilizzo delle risorse IT – come possono essere l’uptime dei sistemi – e la capacità IT predisposta – ma anche l’ampiezza di banda disponibile, i cicli delle CPU, la capacità di storage a disposizione… I modelli di valutazione del ROI che circolano in azienda, invece, fanno riferimento unicamente alla riduzione dei costi operativi o alla maggior disponibilità di risorse informatiche, ma spesso nulla dicono in merito alle ricadute dirette di un progetto Cloud sul business.

L’esperienza e l’applicabilità del Cloud in diversi settori industriali e per risolvere molteplici esigenze, ha portato a definire nel tempo 8 indicatori che, nel loro complesso, aiutano le aziende a comprendere le necessità attuali e future di LOB (linee di business) e servizi IT, per stimare quindi in modo più puntuale il potenziale dei progetti Cloud. Eccole:

  • Aumento della velocità e del tasso di innovazione: i costi di adozione e smantellamento sono più contenuti negli ambienti Cloud rispetto all’on premise. Inoltre, il Cloud comporta benefici addizionali riducendo i tempi delle attività di decision making e la loro traduzione in nuovi prodotti e/o offerte.
  • Ottimizzazione del TCO (Total Cost of Ownership): gli utenti potranno selezionare, configurare e far girare infrastrutture, piattaforme e applicazioni che sono ritagliate “su misura” per le esigenze della loro attività/business unit.
  • Provisioning rapido delle risorse: compresso da settimane a poche ore.
  • Aumento del controllo sui costi e incremento dei margini: la certezza dei costi dell’infrastruttura e dei servizi IT permette alle aziende di dirottare i risparmi ottenuti verso attività legate al core business, come ad esempio verso lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi.
  • Utilizzo dinamico delle risorse: i servizi Cloud sono pensati per essere altamente granulari, così da soddisfare le esigenze puntuali degli utenti finali.
  • Sostenibilità e privacy: il Cloud rende più facile la conformità alle normative in materia di Green IT e protezione dei dati.
  • Ottimizzazione dell’IT: con l’utilizzo ottimale della capacità IT, senza correre il rischio di ridondanze.
  • Skill: con l’accesso a competenze e soluzioni IT più specifiche e innovative messe a disposizione dal Cloud provider.

Questi indicatori appaiono ancora più interessanti se valutati alla luce dei risparmi fiscali introdotti con il Piano Calenda nella sua versione originale (Piano Industria 4.0) e in quella più recente (Impresa 4.0), che fanno capire come sia arrivato il momento per le aziende italiane di investire nella digitalizzazione della propria attività facendo leva sul Cloud.

Cloud Manufacturing: cos’è e perché favorisce la trasformazione digitale della fabbrica

Oggi molte aziende manifatturiere si stanno votando a nuovi paradigmi organizzativi e di processo incentrati sulla collaborazione lungo la filiera. L’idea è di migliorare la competitività sugli scenari nazionali e internazionali operando non più come entità singole, ma come elemento di un ecosistema più ampio e organico, ottimizzando tutte le attività di produzione e distribuzione per ottenere una maggior efficienza di processo. Il Cloud Manufacturing (CMfg) è un modello di business che si va consolidando, che permette alle organizzazioni di virtualizzare le risorse produttive (software, macchinari…) e offrirle come un servizio richiamabile, facilmente configurabile e “consumabile” via Internet, sfruttando il Cloud. I costi delle infrastrutture di produzione e della manutenzione saranno così ripartiti su tutta la filiera, assicurando alle singole realtà della Supply Chain una maggior capacità produttiva (e la sua maggior flessibilità) e una riduzione dei costi.

Il Cloud Manufacturing accorpa una serie di tecnologie fondamentali come l’Industrial IoT (IIoT), i sistemi cyber-fisici (CPS), le soluzioni di Manufacturing Data Management oltre che, ovviamente, il Cloud, per abilitare una nuova tipologia di produzione, definita Manufacturing-as-a-Service (MaaS). Le aziende possono iniziare già oggi a immaginare la produzione non più come un processo, ma come un vero e proprio servizio: in un futuro non molto lontano sarà possibile utilizzare stabilimenti virtuali (con stampanti 3D o macchinari a controllo numerico di nuova generazione) situati in posizioni strategicamente vicine ai consumatori target (riducendo così gli investimenti in scorte a magazzino) e ridimensionare la capacità produttiva per capitalizzare rapidamente i risultati delle vendite e adattarsi in modo flessibile alle mutevoli condizioni del mercato. Tutto il processo potrà poi facilmente essere gestito e monitorato in Cloud. Quella del Cloud Manufacturing è una nuova frontiera del Cloud, al pari del Fog Computing o dell’Edge Computing.

Fog o Edge Computing: cos’è e perché è importante per l’Industrial IoT

Lo shop floor e la catena di montaggio stanno diventando sempre più connessi. Aumenta il numero di dispositivi come fotocamere 3D, macchine a controllo numerico di ultima generazione e sensori di varia natura che generano dati da analizzare in tempo reale per indirizzare al meglio la produzione. Le reti Internet sono sempre più intasate e risulta impossibile rielaborare le informazioni salienti in tempo utile. Questa evidenza impone ai plant manager e ai responsabili IT di ripensare le architetture di gestione dei dati provenienti dagli impianti. Il Fog Computing, o Edge Computing, è un nuovo approccio che permette di ridurre l’uso della banda dati operando una prima scrematura dei record provenienti dai sensori, che saranno analizzati laddove sono in grado di produrre il massimo beneficio, ovvero nello shop floor e non, invece, come avveniva in passato, nel data center. Cloud, sensori e oggetti intelligenti, reti wireless 5G, connessioni M2M (Machine-to-Machine) sono le tecnologie abilitanti dell’Edge Computing, che permette di distribuire fisicamente capacità di calcolo o storage interponendosi tra il Cloud e gli utenti finali, mettendo a disposizione delle applicazioni analitiche file e risorse generalmente accessibili solo attraverso una connessione alla Rete.
Le aziende moderne non si limitano a rilevare dati “a campione” per garantire il rispetto degli standard di qualità, ma utilizzano sensori e macchinari intelligenti per collezionare informazioni su tutte le singole fasi e processi produttivi, per comprendere immediatamente le cause di errori o inefficienze stimolando una produzione di maggior qualità, riducendo gli scarti e i costi. Le inefficienze possono essere eliminate solo se sono prontamente identificate e debitamente documentate. Serve, quindi, mappare tutti i processi produttivi e confrontare i dati così ottenuti con lo storico delle rilevazioni precedenti. La possibilità di compiere analisi in real time permette di intervenire immediatamente sulla catena di produzione, lanciando allarmi e segnalazioni a utenti specifici oppure innescando automatismi (esempio il blocco di alcuni macchinari) a fronte di difetti o incongruenze rilevate nel processo produttivo.

Super Ammortamento e Iper Ammortamento, il Cloud nel Piano Calenda

È importante valutare con attenzione il rapporto tra il Cloud e le indicazioni del Piano Calenda, sia nella sua concezione originaria di Industria 4.0 (entrata in vigore il 1° gennaio 2017), sia e soprattutto in quella rinnovata di Impresa 4.0, approvata con la Legge di Bilancio 2018. Il Piano, infatti, indica il Cloud tra le 9 tecnologie abilitanti l’Industria 4.0. Il Cloud, però, rappresenta l’infrastruttura abilitante per eccellenza anche di tutte le altre declinazioni dell’IoT per il settore manifatturiero, dalla produzione additiva alle tecnologie di simulazione, dall’Industrial Internet of Things per arrivare fino alle analitiche e ai Big Data.

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Il Piano Calenda, nato per favorire l’evoluzione della manifattura italiana con una serie di incentivi fiscali mirati, offre opportunità per le imprese orientate allo sviluppo tramite l’innovazione, che devono essere attentamente esaminate e valutate. Certamente gli aspetti più rilevanti sono da individuare nell’Iper Ammortamento – una maggiorazione del costo di acquisto in percentuale del 150% per beni e tecnologie 4.0 – e il Super Ammortamento – una maggiorazione percentuale del 40%, che porta a un rimborso del 140% del costo fiscalmente riconosciuto dei beni strumentali nuovi. Partendo da un investimento ipotetico di 1 milione di euro, il risparmio d’imposta netto è di 336mila euro con il Super Ammortamento e 600mila euro grazie all’Iper Ammortamento.

Il Piano Industria 4.0 ha introdotto anche i software (insieme a sistemi e servizi di system integration, piattaforme e applicazioni) tra i beni che possono godere del Super Ammortamento. È, quindi, questo il momento giusto per investire nell’ammodernamento delle tecnologie utilizzate a sostegno delle attività produttive. Nel 2017 il focus del Piano era sui beni strumentali. Oggi, invece, il Governo punta a stimolare gli investimenti in tecnologie “soft” e servizi (come la system integration e il Cloud) in grado di traghettare le imprese italiane verso la massima efficienza operativa e nuovi livelli di competitività.

Da Industria 4.0 a Impresa 4.0, incentivi per tutti (specie le PMI)

A fine ottobre, il Ministro Calenda ha annunciato un’azione da 10 miliardi di euro in favore dell’Impresa 4.0, sotto forma di incentivi fiscali e investimenti diretti a stimolare la digitalizzazione e la crescita delle imprese italiane. Il focus non è più solo sul comparto manifatturiero ma sul tessuto produttivo nazionale in generale, con un occhio di riguardo verso i servizi utili a favorire la digitalizzazione pervasiva. La Legge di Bilancio 2018 proroga gli incentivi in beni materiali (macchinari) e sistemi 4.0, con una serie di rimodulazioni: il Super Ammortamento è ridotto al 130% (era al 140% nel Piano originario) mentre vengono confermati l’Iper Ammortamento al 250% per le tecnologie 4.0 e l’ammortamento applicabile alle spese in acquisto di software (al 140%). Il Piano Impresa 4.0 estende i benefici dei finanziamenti agevolati per i beni strumentali previsti per le micro, le piccole e le medie imprese (Nuova Sabatini), con un aumento (era al 20% lo scorso anno, ora sale al 30%) della quota di risorse riservata agli investimenti in tecnologie 4.0: Cloud, Big Data, cybersecurity, realtà aumentata…

Il Cloud per sostenere le strategie Impresa 4.0

I gestori degli impianti industriali sono spesso riluttanti a muovere i propri dati nel Cloud, ma il clima competitivo odierno obbliga le aziende ad aggregare e integrare i dati provenienti dai diversi stabilimenti e facility per migliorare il presidio sui processi, assicurandosi un differenziale competitivo più o meno rilevante nei confronti delle realtà che, invece, rimangono ancorate a modalità più tradizionali di gestione delle attività. È consigliabile, quindi, che gli esperti della produzione siano in grado di selezionare il meglio dei due mondi, on premise e nel Cloud, collaborando in modo stretto con i partner in grado di ospitare il loro dati e applicazioni nella nuvola. Per le grandi aziende, alle prese con la delocalizzazione di impianti e siti produttivi, il monitoraggio dei processi nel Cloud all’interno di parametri di qualità definiti è sicuramente un aspetto interessante. Ma le potenzialità del Cloud si esprimono ai massimi livelli anche nelle PMI, che saranno finalmente in grado di accedere a una capacità elaborativa e di storage flessibile e on demand, senza doversi accollare i costi relativi alla predisposizione di un data center interno – spazio cablato, condizionato e protetto, quindi piuttosto costoso.

Industrial IoT, Impresa 4.0 e Cloud: il valore di consulenza e system integration con Red Reply e Oracle

Affidarsi a un partner solido e con provate capacità di consulenza permette ai CIO e ai responsabili delle LOB di affrontare queste sfide con consapevolezza e sicurezza, iniziando da subito a sperimentare i benefici del cloud. Come Red Reply, la società del gruppo Reply specializzata in servizi di consulenza, progettazione, implementazione e gestione di soluzioni basate sulle piattaforme Oracle IaaS (Infrastructure-as-a-Service) e PaaS (Platform-as-a-Service).

Red Reply offre servizi di cloud advisory e assessment, che permettono di valutare di concerto con il cliente le strategie ottimali, i piani e il ROI di ogni progetto di trasformazione digitale. Fondamentale, poi, è il sostegno che la società offre nel reingegnerizzare le applicazioni sulla piattaforma cloud, ma anche nel garantire un percorso fluido di migrazione verso la nuvola (il cosiddetto cloud journey) con l’ausilio della “potenza di fuoco” che deriva dalla collaborazione con Oracle in qualità di partner italiano certificato MSP (Managed Services Provider) e nella gestione dei servizi cloud erogati dalle piattaforme Oracle.

Grazie a Red Reply e Oracle, le aziende possono fare leva sull’equivalente di centinaia e migliaia di CPU immagazzinando terabyte di dati resi disponibili dalla piattaforma Cloud Oracle in pochi minuti, sfruttando anche servizi aggiuntivi di Identity Management, Security, Analytics, Database and Enterprise&Integration Service Bus.

Red Reply: come migrare al Cloud con successo

Red Reply: come migrare al Cloud con successo

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Cloud ready al -30% dei costi ricorrenti

Red Reply ha messo a punto un modello di migrazione che consente al cliente il risparmio dei costi ricorrenti del 30%. I team di esperti cloud di Red Reply, grazie alle competenze acquisite sul campo, ai percorsi di certificazione continua, alla partecipazione a Beta Program e a iniziative di co-development con Oracle, sono i professionisti più qualificati per accompagnare le aziende nei processi di trasformazione dei sistemi informativi basati su tecnologia Oracle. E i benefici sono evidenti: la migrazione a Oracle Cloud di workload applicativi cloud-ready permette di tagliare i costi fissi legati alla predisposizione di data center proprietari, i costi ricorrenti legati agli asset infrastrutturali, ai software e alle piattaforme, nonché i costi di gestione operativa e manutenzione, con un risparmio medio del 30%.

15 gennaio 2018

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