Self-service e predittiva: la Bi secondo Sinfo One

In un mercato sempre più veloce e digitalizzato, come cambia la Business Intelligence? Quali esigenze deve soddisfare e come può supportare il decision making? La vision di Sinfo One raccontata dal Senior Manager Mirko Menecali.

Pubblicato il 03 Giu 2015

I tradizionali modelli di Business Intelligence stanno evolvendo verso la “democratizzazione” degli analytics, portando alla ribalta la necessità di governance. L’intervista a Mirko Menecali, Senior Manager di Sinfo One, mette in luce i cambiamenti in atto e la risposta del system integrator parmigiano.
Tra i trend più evidenti della nuova Bi, Menecali cita la Data Discovery, come possibilità di rendere l’utente sempre meno dipendente dal dipartimento It e in grado di usufruire degli analytics in modalità self-service: “Ma l’autonomia – puntualizza – presenta l’altro lato della medaglia: la perdita di governance sul dato. L’univocità delle informazioni tradizionalmente garantita dalla Bi rischia infatti di essere compromessa nel nuovo contesto [secondo Gartner, fino a tutto il 2016, meno del 10% delle iniziative Bi self-service saranno soggette a un’appropriata governance, ndr]”.

Mirko Menecali, Senior Manager di Sinfo One

Altra tendenza significativa è l’analisi predittiva: “Alle tipiche soluzioni di Business Intelligence – spiega Menecali – che raccolgono ed elaborano lo storico, si affiancano le ultime tecnologie che permettono di simulare scenari futuri a supporto del processo decisionale. Si arriva così ad agire in modo proattivo, anticipando gli eventi sulla base di analisi e simulazioni”.

Un po’ di … “contaminazione”
Ma l’analisi self-service e predittiva forza le aziende verso un cambio di passo culturale: “Se le Lob erano abituate a chiedere all’It i risultati delle analisi – argomenta Menecali -, oggi devono essere in grado di navigare autonomamente i dati, perciò è necessario che abbiano una conoscenza profonda sulla struttura delle informazioni e sui processi pertinenti al proprio business. L’It invece deve affrontare la duplice sfida di fornire strumenti più aperti, pur mantenendo saldo il governo sui dati. Ci vuole, insomma, un po’ di ‘contaminazione’: un top manager più tecnico e un Cio più manageriale”.
La strada verso la nuova Bi non è semplice e per raggiungere l’obiettivo Sinfo One ha messo a punto una strategia in 5 step: 1) creare le condizioni perché l’It mantenga la governance sulle informazioni definendo un Enterprise Data Warehouse solido e centralizzato; 2) mettere nelle mani degli utenti strumenti intuitivi e easy-to-use per l’analisi self-service (“devono conoscere le informazioni, non diventare esperti di tecnologia”); 3) implementare soluzioni di Performance Management a fianco degli strumenti di Bi tradizionali per passare senza interruzioni di continuità dall’analisi storica a quella predittiva, cambiando strumento in modo trasparente (in concreto, secondo il portfolio di Sinfo One, il prodotto Si by per la Business Intelligence va a integrarsi con Si for per il Performance Management, così da supportare i processi di budget o forcasting integrando dati aziendali ed esterni / previsionali); 4) utilizzare tecnologie che siano fruibili da mobile (secondo Menecali, la fruizione anytime-anywhere è un must competitivo); 5) offrire soluzioni disponibili anche attraverso il cloud, che rappresenta “un’interessante opportunità per le aziende, soprattutto Pmi, perché trasforma i costi da fissi a variabili e costituisce un acceleratore, liberando le risorse per attività più strategiche”, sottolinea il manager.
“La Business Intelligence – conclude Menecali – viene spesso inserita all’interno di progetti di ampio respiro dove rappresenta l’anello che restituisce maggiore valore al cliente. Ad esempio, un’azienda impegnata nell’aggiornamento del sistema Erp otterrà i benefici più alti proprio dalla capacità di analisi veloci, sempre fruibili e consultabili autonomamente”.

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