Stampa 3D: la produzione torna in centro città

Dalla produzione standardizzata alla customizzazione estrema: la stampa 3D abilita un nuovo modello di business alternativo che apre nuove possibilità a designer e produttori locali, i quali potrebbero offrire ai propri clienti, a prezzi bassi, oggetti totalmente personalizzati. La produzione non è più così solo nelle mani della grande industria ma potrebbe tornare a far capolino in realtà più piccole, anche nel centro delle città; è il caso di Quirky, laboratorio che vende e produce auricolari su misura a Manhattan. Sono solo alcune delle riflessioni emerse durante l’incontro di Autodesk dedicato al tema 3D Printing.

Pubblicato il 05 Giu 2015

MILANO – Nel contesto della Design Week, tenutasi nel corso della manifestazioni Fuorisalone durante la scorsa edizione della Fiera del Mobile, Autodesk ha offerto un momento di approfondimento su come la stampa 3D stia cambiando il modo in cui le cose vengono create, rivoluzionando le regole del design e del settore manifatturiero (l’azienda, specializzata in software per la progettazione e ingegnerizzazione 3D, ha infatti di recente iniziato ad occuparsi anche di stampa tridimensionale).

Emanuel Arnaboldi, Sr. Manager Channel Sales Italy and Iberia & Country Leader Italy di Autodesk

“La rivoluzione industriale aveva come obiettivo produrre al prezzo più basso il numero più alto di prodotti, tutti uguali, senza personalizzazioni; oggi si punta invece ad avere a basso costo oggetti che siano realizzabili in quantità minime e personalizzabili il più possibile sull’utente finale”, ha detto Emanuel Arnaboldi, Sr. Manager Channel Sales Italy and Iberia & Country Leader Italy di Autodesk, che mostra al pubblico una miniatura della sua stessa persona realizzata poco prima dell’evento, prova concreta della customizzazione rapida e a basso costo oggi possibile. “Il concetto della democratizzazione della produzione è ora qualcosa di tangibile – dice il manager – Sempre più si sta accorciando la distanza tra progettazione e produzione fisica del prodotto, e la stampa 3D è l’anello di congiunzione tra questi due momenti”. Arnaboldi ha ricordato il caso di Quirky, laboratorio che sta sfruttando perfettamente queste nuove possibilità: grazie alle stampanti 3D presenti in negozio, l’azienda realizza cuffie auricolari in base alla forma esatta dell’orecchio di ogni cliente; basta fotografarlo con un’app dedicata e inviare l’immagine ai commessi che in pochi minuti realizzano degli auricolari fatti su misura, per circa 200 dollari, prezzo in linea con quello di molte altre cuffie di qualità non personalizzate. Significativo anche il fatto che il laboratorio si trovi a Manhattan: questo nuovo modello che la stampa 3D, come è stato fatto notare da Arnaboldi, potrebbe dare nuova linfa vitale alla produzione locale e al mondo manifatturiero italiano che potrebbero davvero ripensare il proprio modo di lavorare e valorizzare il proprio essere vicino al cliente, offrendogli prodotti “cuciti sulle sue esigenze”, a basso prezzo, realizzati in loco. La produzione potrebbe quindi slegarsi dagli spazi industriali e tornare a far capolino nel centro delle città.

L’evento è stato anche l’occasione per vedere in opera Ember, stampante 3D Autodesk, sul mercato dal 2015 al prezzo di circa 6mila dollari, e per ascoltare le testimonianze di alcune aziende che hanno saputo sfruttare le potenzialità del 3D Printing: Livrea, che ha progettato uno yacht con linee e geometrie che solo questa tecnologia consente di tradurre in realtà, e Mhox Design che ha applicato la stampa 3D per realizzare delle ortesi (dispositivi medici che, applicati esternamente al corpo umano, hanno lo scopo di assistere, controllare o limitare il movimento di specifici segmenti corporei) completamente personalizzate: la scansione del corpo del paziente e il 3D printing dell'ortesi sostituiscono il sistema attuale che prevede per tutti solo 7 taglie standardizzate.

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