Da Vecomp Software a Dgroove, con focus sull’IoT as a service

Cambio di nome per Vecomp, che da qualche settimana è diventata Dgroove. Focus su IoT e mixed reality, con un occhio attento all’IoT as a service

Pubblicato il 21 Mag 2018

dgroove-logo

Un cambio di nome che segna un importante cambio di passo.
Così deve essere letta la scelta di Vecomp Software di cambiare radicalmente la propria denominazione sociale in Dgroove.
“Il cambio di ragione sociale – spiega Francesco Giachi, presidente e amministratore delegato della società – è frutto di un processo condiviso con tutti i collaboratori in azienda. Abbiamo scelto un nome corto, che ci dia la possibilità di riposizionarci sul mercato con un nuovo messaggio e che rappresenti l’anima di una azienda che cambia e che evolve da una visione technology based a una visione people based”.
D, spiega ancora Giachi, sta per digital, data, document, development, mentre Groove indica qualcosa che lascia il segno e, in ambito musicale, rappresenta la parte melodica di una canzone.
“Abbiamo scelto un nome molto distante dalle denominazioni utilizzate dalle aziende di questo settore, ma evocativo di una tecnologia emozionale, legata alle persone. In fondo, slegare il nome dall’attività e legarlo alla cultura aziendale vuol dire fare attività di branding”.

IoT e Mixed Reality i focus di Dgroove

E per Giachi Dgroove ben rappresenta lo shift di mercato che l’azienda, che ha come propri focus il mondo IoT e quello della mixed reality, sta vivendo: “Arriveremo a un momento in cui il software sarà uno strumento, non l’oggetto del fare, sia in ambito IoT, sia in quello della mixed reality, sia ancora nell’ambito della formazione, soprattutto verso gli soft skills”.

Per quanto riguarda il mondo dell’IoT, all’interno di Dgroove è stata costituita una business unit Smart Business Solution, dedicata proprio al mondo dell’Internet of Things.
“È una divisione che affonda la proprie radici nella nostra tradizione di sviluppo di soluzioni customizzate, oggi declinate in ambito IoT”.
Uno dei settori di applicazione che la società sta esplorando è il mondo Agrifood, con una proposta specifica per il mondo del vino.
“Si tratta di una piattaforma per la gestione dei dati tipici della filiera del vino e indirizzata alle cantine.
Si parte dal precision farming, direttamente dal campo, aggregando i dati che arrivano  dall’agricoltura, per passare alla cantina con tutti i suoi processi fino a seguire tutto il flusso logistico”.

È un approccio che va oltre il gestionale ma che abbraccia tutte le tematiche della filiera, partendo dal conferimento, tenendo conto, ad esempio, che in cantina arrivino uvaggi da campi diversi, se pure nello stesso territorio, e dunque diversamente esposti al sole, cresciuti su terreni diversi con diversi profili igrometrici. “Già partendo da questo primo step possiamo pensare all’identificazione dei diversi lotti ad esempio utilizzando sistemi di tagging sui trattori e sulle cassette”. Anche i macchinari e i contenitori nelle cantine possono essere sensorizzati, diventando nuove fonti di dati, mentre quando si passa alla logistica le tecnologie possono supportare tutte le attività, dalla conservazione allo stoccaggio, dal trasporto fino alla protezione da furti.
E questi sono esempi concreti delle applicazioni IoT sulle quali sta lavorando Dgroove, che vanno ad aggiungersi ad altre più specifiche per il mondo del manifatturiero.

Dallo smart desk al facility management

“In realtà, al di là dei singoli casi e dei singoli esempi, la vera innovazione sta nella capacità di individuare e sviluppare nuovi servizi per i clienti”.
Ad esempio, dalla collaborazione con IVM, società che si occupa di arredi per ufficio, con presenza sia sul territorio nazionale sia a livello internazionale, è nata l’idea di una scrivania connessa al cloud.
Uno smart desk, che integra una scheda hardware che dialoga con un gateway che a sua volta invia in cloud una serie di dati, che vengono restituiti sotto forma di informazioni via App.
L’utente ha la possibilità di prenotare una scrivania e, nel momento in cui vi si accosta e viene autenticato via Bluetooth o Rfid, potrà ad esempio trovare la regolazione dell’intensità della luce  regolata in base al proprio profilo.
“È una tecnologia che non si applica alla singola scrivania, ma può essere estesa ad esempio alla gestione delle meeting room e degli spazi negli uffici, in una logica di  facility management”.

La manutenzione assistita con gli Hololens

In ambito manufacturing, poi, Dgroove sta lavorando con una azienda del settore tessile per lo sviluppo di un ambiente di manutenzione assistita attraverso Hololens, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza del post vendita e del servicing.
“Con questo tipo di approccio, anche i tecnici meno esperti diventano fonti di dati e di informazioni, e possono migliorare l’efficacia dei loro interventi grazie alla possibilità di comunicazione diretta con gli esperti attivi da remoto”.

Il modello di business di Dgroove

Interessante il modello commerciale adottato da Dgroove.
“Noi abbiamo pensato a un modello di vendita a pacchetti, a moduli. Si parte con un modulo di analisi e consulenza, nel corso del quale si costruisce il business case; si passa alla seconda fase con un POC e una macchina connessa al cloud. La terza fase è quella del progetto pilota, che vede l’implementazione di un numero progressivo di macchine, per poi arrivare alla fase di produzione”.
Il vantaggio di questa proposta?
In primo luogo la semplicità, accompagnata dai costi certi.
Giachi parla di un IoT as a service, di un modello sostenibile, che consente di prevedere i consumi, di avere certezza del costo iniziale del progetto, del costo di mantenimento della piattaforma e del costo per ogni macchinario connesso.

La gestione documentale e il riuso del software

L’altra anima di Dgroove è rappresentata dalle soluzioni di gestione documentale.
In questo ambito, va sottolineato l’impegno della società sulla tematica del riuso del software.
“Per le pubbliche amministrazioni esiste la possibilità di utilizzare soluzioni già in uso presso altre amministrazioni. È un meccanismo interessante, sia per le pubbliche amministrazioni, che entrano in un circolo virtuoso di realtà che utilizzano tutte le stesso software, sia per un’azienda come la nostra, che finisce per svincolarsi dai meccanismi delle gare d’appalto. Nel complesso, il riuso è una pratica che favorisce il superamento della polverizzazione delle pubbliche amministrazioni, in linea con piano triennale per l’informatizzazione di Agid”.
Di questo Dgroove parlerà nel corso di ForumPA, in un evento dal titolo “La gestione documentale alla luce delle nuove norme”, in programma il 22 maggio.

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