Non v’è dubbio che l’innovazione nel settore manifatturiero passi anche da importanti leve tecnologiche. Accanto a quelle ben note e diffuse, come Industrial IoT, Automazione, robotica, stampa additiva, ne stanno emergendo altre che portano in sé la promessa di contribuire a dar vita a un nuovo paradigma di fabbrica.
Proprio di questo si è parlato a Industry 4.0 – 360 Summit, l’evento organizzato dalle testate ESG360.it, Industry4Business e Innovation Post, nel corso del Tech Talk dal titolo: Dal 5G all’AI, dalla Blockchain alla Cyber Security: tecnologie di frontiera per una fabbrica intelligente e sicura, al quale hanno preso parte Stefano Cattorini, Direttore Generale di BI-REX, Davide Giustina, AD di Up Solutions, Gruppo Retelit e Mario Testino, Chief Operation Officer di ServiTecno.
Il ruolo dei Competence Center nei percorsi di innovazione
È Stefano Cattorini a sottolineare come la tecnologia da sempre ha fatto parte del paradigma dell’industria 4.0 e che mai come oggi sia importante non puntare sulle singole tecnologie, ma sull’integrazione tra tecnologie diverse. Ed è proprio in questo contesto che emerge il ruolo non solo del del Competence center BI-REX di Bologna, ma di tutti gli otto Competence Nazionali, il cui compito è quello di accompagnare le imprese e in particolare le PMI e le realtà meno strutturate, attraverso percorsi di digitalizzazione e di scoperta e abilitazione alle nuove tecnologie.
In particolare, proprio a Bologna è stata realizzata una linea pilota nella quale è possibile di fatto toccare con mano tutte le tecnologie che rappresentano il backbone del paradigma Industria 4.0. Si parla dunque di robotica, automazione, ma anche di big data, Intelligenza Artificiale, 5G.
È una iniziativa che punta proprio a far cogliere agli imprenditori e ai direttori di produzione l’importanza non delle singole tecnologie, ma della loro integrazione e, ancor di più, la centralità del dato, che è il reale beneficio dell’integrazione stessa.
Tra le tecnologie destinate ad abilitare la trasformazione del manifatturiero e più in generale delle nostre città e in qualche misura anche delle nostre vite, il 5G gioca un ruolo chiave.
Focus sul 5G e sui suoi ambiti applicativi
E proprio il 5G è una delle aree focus per Up Solutions, l’azienda del Gruppo Retelit che si occupa proprio di infrastrutture digitali. Davide Giustina la definisca una tecnologia ancora “di frontiera”, per la quale l’azienda sta lavorando per testarne le potenzialità in diversi ambiti aziendali e produttivi e intorno alla quale si aprono scenari nuovi e imprevisti.
Sicuramente già esistono ambiti nei quali il 5G e i suoi benefici legati a capacità di banda e bassa latenza trovano la loro declinazione d’elezione. Giustina parla nello specifico di spazi ampi, nei quali non è possibile realizzare la cablatura di tutte le aree, come ad esempio port e scali marittimi.
Intelligenza Artificiale tra aspettative e fascinazione
Una seconda leva tecnologica sulla quale si stanno concentrando molte aspettative è l’Intelligenza Artificiale.
Grandi aspettative legate in particolare alla possibilità di aumentare l’efficienza delle operation, grazie all’aggregazione di dati storici e all’applicazione di algoritmi in grado di guidare i processi decisionali.
Sono applicazioni di intelligenza artificiale nel mondo reale anche i sistemi anticollisione dei veicoli, i sistemi di monitoraggio infrastrutturale, per non parlare delle analisi dei dati in ambito sanitario, come sperimentato anche nel corso dell’emergenza pandemica.
Su questo punto, Mario Testino sottolinea come quando si parla di Intelligenza Artificiale, e tutto sommato di tutte le leve tecnologiche al centro del dibattito, sia fondamentale partire dal bisogno reale. Il rischio è quello di cedere al fascino della tecnologia, per sé stessa, senza legarla a esigenze concrete che hanno bisogno di risposte altrettanto concrete.
Un approccio superficiale alla tecnologia rischia di portare all’adozione di soluzioni non corrispondenti a ciò di cui un’impresa ha realmente bisogno.
L’Intelligenza Artificiale deve essere pensata come un abilitatore evolutivo della fabbrica.
Non solo.
Non trascurare la sicurezza
Qui la raccomandazione diventa quasi allarme.
L’evoluzione cui stiamo assistendo, sottolinea ancora Testino, non è esente da rischi: c’è una perdita di focalizzazione e di chiarezza su quello che è il perimetro dell’azienda.
Per questo, mentre si promuovono le connessioni e le interconnessioni negli ambienti di fabbrica e anche al di fuori di essa, lungo tutta la supply chain, non si può perdere il focus sulla sicurezza.
La cybersecurity è tema centrale oggi ed è più che mai necessario fare in modo che le macchine, gli impianti e in generale le imprese del settore non siano oggetto di attacchi che ne potrebbero bloccare o mettere a rischio l’operatività o che possano essere causa di sottrazione di dati critici.
Il suggerimento, in questo caso, è quello di definire in modo accurato i confini virtuali dell’azienda, mettendo in sicurezza tutto ciò che c’è, anche adottando un approccio a layer: una stratificazione che dà priorità e pone al centro tutto quanto viene considerato sensibile e strategico, mantenendolo maggiormente protetto.
Proprio per la specificità e per l’eterogeneità delle situazioni, servono soluzioni e tecnologie dedicate, così come è importante un approccio anche consulenziale alla sicurezza stessa.