Nel solo 2017 sono stati generati più dati rispetto ai precedenti 5.000 anni di storia umana. Questa esplosione di dati è in buona parte frutto del fenomeno dell’Internet of Things (IoT), che sta costringendo le imprese a migliorare la loro capacità di gestire e analizzare questi immensi volumi, ricavandoci così le informazioni rilevanti per il proprio business. Poiché sempre più dispositivi sono connessi, sia i data center che i nodi periferici (un nodo periferico può essere un singolo server, un gateway o un altro dispositivo con capacità di calcolo che sia in grado di raccogliere ed elaborare i dati locali e sia connesso a una rete più grande) dovranno essere resilienti e fornire l’infrastruttura fisica che riesca a consentire questa capacità decisionale in tempo reale. Si tratta del cosiddetto fenomeno dell’edge computing, che abbiamo già affrontato in altre occasioni. Che si basa, a sua volta, su tre fattori abilitanti a disposizione.
1. Modularità e scalabilità
La modularità a blocchi che caratterizza l’edge offre agli utenti una maggiore flessibilità e un’alternativa meno costosa rispetto al classico paradigma della ridondanza dei Data Center. Con l’edge computing la resilienza si sposta al livello del software, con la modularità che fornisce la base per una rapida regolazione e ottenere risparmi sui costi. Il parente stretto della modularità, la scalabilità, assicura invece la copertura contro le possibili incertezze. La capacità di sostenere una rapida crescita richiede infatti infrastrutture scalabili che consentano elevate velocità di implementazione.
2. Alta disponibilità
La mentalità “always on” del data center ora dovrà ora estendersi a livello di edge. Manutenzione predittiva, analisi e insight consentono infatti di essere più avversi al rischio e di ridurre al minimo l’infrastruttura fisica richiesta per supportare le applicazioni. Se una batteria o un componente all’interno di un gruppo di continuità (UPS) viene sostituito prima che arrivi a fine vita, non è più necessario incorporare diversi livelli di ridondanza. Pertanto, diventa possibile realizzare guadagni di efficienza CAPEX sul front end. Tuttavia, il grande cambiamento che sta arrivando è proprio a livello di edge: gli ambienti edge tradizionali sono generalmente caratterizzati da uno stato di bassa disponibilità. La nuova e più economica resilienza basata sul software garantisce una solida dorsale per una maggiore disponibilità a livello di edge.
3. La Digitalizzazione porta semplificazione
La gestione dell’infrastruttura del data center sta migrando dal on-premise al cloud. Oggi interfacce più semplici e potenti rispetto al passato consentono connessioni a più cloud, arricchendo così il pool di dati a disposizione delle imprese per una migliore gestione delle operazioni di elaborazione dei dati. Questi benefici sono particolarmente rilevanti per le nuove risorse distribuite a livello di edge dove l’intervento umano è limitato. In questo caso, il vantaggio dell’edge è quello di sfruttare i trend della digitalizzazione per consentire un effettivo supporto da remoto, senza richiedere la presenza di personale esperto in loco. Altre tendenze come lo stoccaggio di energia (dove le batterie agli ioni di litio stanno sostituendo quelle a piombo acido in molti UPS), il raffreddamento a liquido, le architetture tecnologiche aperte (come EcoStruxure IT e Open Compute Project ) e le sempre più approfondite partnership tecnologiche tra vendor di diversa natura stanno aprendo le porte a una maggiore flessibilità e a minori costi per tutte quelle organizzazioni che implementano ambienti di data center e edge computing.