Se quando parliamo di cloud computing facciamo riferimento alla pratica di utilizzare server remoti per archiviare, gestire ed elaborare i dati, accedere alle applicazioni di business, analogamente quando si parla di Cloud Manufacturing di fatto si estendono al mondo industriale gli stessi principi di condivisione e di accesso remoto alle informazioni, con l’obiettivo di abilitare un modello di business orientato ai servizi. Un modello che consente di condividere anche capacità e risorse di produzione su una piattaforma cloud che non rappresenta solo un servizio di mediazione tra diversi soggetti, secondo una logica di produzione diffusa, ma anche uno strumento per ottimizzare i costi e rendere più sostenibile l’intero processo di produzione.
Il Cloud Manufacturing, per il quale si usa spesso l’acronimo CMfg, consente agli attori del manifatturiero di adottare un modello di Manufacturing as a Service (MaaS), nel quale tutto viene offerto sotto forma di servizio e nel quale hanno un ruolo centrale le tecnologie di digitalizzazione di processi come Collaborative Manufacturing, Virtual Manufacturing, Internet of Things (IoT) oltre, naturalmente, al Cloud.
Che cosa è il Cloud Manufacturing
Nella sostanza, quando si parla di Cloud Manufacturing, i clienti hanno la possibilità di accedere in modalità on demand a tutti i servizi di cui hanno bisogno, che si tratti di progettazione, disegni, sviluppo prodotto, servizi di ingegnerizzazione, facility di produzione o, ancora, controllo e gestione.
In genere il Cloud Manufacturing si presenta secondo una struttura a quattro livelli, a partire dal livello applicativo, per passare poi a quello dei servizi virtualizzati, ai global services e alle risorse produttive vere e proprie.
Non si tratta di una vera e propria novità, anzi.
Ne parlava già una decina di anni fa McKinsey, riferendosi per l’appunto a un approccio molto aperto e orientato ai servizi alla produzione distribuita, nella quale le linee di produzione virtuale vengono considerate di fatto una estensione delle linee di produzione classiche.
Le caratteristiche e i benefici del Cloud Manufacturing
Flessibilità
Probabilmente la caratteristica principale del Cloud Manufacturing è rappresentata dalla flessibilità.
La produzione delle parti, ad esempio, può essere affidata al produttore più vicino che ha le competenze per eseguire il lavoro. Questo significa che anche le catene di fornitura, le supply chain, sono altamente configurabili, riducendo al minimo la dipendenza da un unico set di connessioni o partnership.
Effetto indiretto di questa flessibilità è una riduzione dei costi e dell’impatto ambientale, grazie alla riduzione delle distanze.
Qualità
Il secondo aspetto che viene citato quando si parla di Cloud Manufacturing è la qualità. In questo caso, la possibilità di scegliere il produttore significa affidare a un partner di fiducia la realizzazione del proprio prodotto. E se, come spesso accade, le piattaforme di Cloud Manufacturing effettuano una “due diligence” sui partner che chiamano a bordo, controllandone e testandone le effettive capacità, il committente ha la ragionevole certezza della qualità del prodotto finito, senza dover svolgere i processi di pre-verifica.
Collaboration
Il terzo aspetto, che rappresenta anche il terzo punto di forza del Cloud Manufacturing, è rappresentato dalla disponibilità di informazioni condivise. Chiunque prende parte al progetto ne ha piena visibilità, in tutte le sue fasi, senza richiedere continui allineamenti.
Nelle fasi di progettazione, non solo il processo di quotazione è più veloce, ma grazie agli automatismi della piattaforma tutto l’iter viene semplificato, evitando, ad esempio, l’emissione di preventivi e quotazioni per parti difficili o impossibili da produrre senza una verifica accurata da parte dei responsabili.
Efficienza
L’efficienza è un ulteriore punto a favore del Cloud Manufacturing, soprattutto quando si tratta di carichi di lavoro importanti. Il Cloud Manufacturing aiuta infatti a ridurre i tempi di consegna di un prodotto distribuendo il lavoro tra due o più partner, laddove il principale assegnatario della commessa non sia in grado di soddisfare la richiesta nei tempi necessari al committente.
Capacità produttiva diffusa
Le piattaforme che riuniscono produttori con competenze e macchinari diversi consentono alle aziende committenti di avere accesso – esattamente come accade nell’IT – a tutte le risorse necessarie, senza dover effettuare direttamente investimenti che nel mondo industriale possono essere anche particolarmente ingenti.
A chi serve il Cloud Manufacturing
Il Cloud Manufacturing rappresenta una risposta anche alla crescita della complessità tecnologica nel manifatturiero ed è dunque adatto a una molteplicità di realtà che hanno bisogno di accedere a servizi di produzione.
Si parla di PMI, che da sole non hanno la forza di negoziale delle grandi realtà e possono dunque accedere a costi più ragionevoli ai servizi offerti dalle piattaforme.
Non solo.
Oggi che la mass customization rappresenta una necessità, la velocità e l’efficienza garantita dal Cloud Manufacturing consentono alle piccole e medie imprese di mantenere la competitività grazie alla possibilità di accedere a processi di approvvigionamento efficienti senza particolari aggravi sui costi.
Si parla anche di startup, che hanno la possibilità di ridurre i tempi di accesso al mercato e di espandere fin da subito le loro attività anche sui mercati esteri, proprio grazie ai principi della manifattura diffusa.
Tra Cloud Manufacturing e cloud per il manufacturing
Va detto che, nonostante sia tutt’altro che una novità, il Cloud Manufacturing sta conoscendo un percorso di adozione graduale in tutta Europa, Italia inclusa. Per anni, i principali lavori di ricerca sul tema sono stati pubblicati da ricercatori cinesi, segno del forte interesse che il Paese nutre per questa tematica. Tuttavia, la stessa Unione Europea ha più volte espresso la propria disponibilità a finanziare anche progetti pilota, sviluppati in Paesi ad elevata vocazione manifatturiera come il nostro. Due anni fa, ad esempio, in occasione della presentazione dei dati dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano si sottolineava come il Cloud Manufacturing già rappresentasse investimenti per 200 milioni di euro, con un tasso di crescita nell’ordine del 10% anno su anno. E ancor di più si sottolineava come questi investimenti rappresentassero di fatto il 35% delle progettualità in ambito Industria 4.0.
Lo scorso anno è poi intervenuta l’emergenza COVID-19 a mettere in nuova luce il legame tra cloud e manufacturing, con una serie di implicazioni sicuramente interessanti.
Ed è ancora McKinsey a darcene evidenza.
L’emergenza pandemica, si legge nella nota, ha evidenziato l’importanza del cloud come abilitatore di servizi di eCommerce, di remote sales e di strutture di costi flessibili, indispensabili per imprese che da un anno ormai vivono una situazione di estrema variabilità nelle loro operation.
Per molte imprese del comparto industriale e manifatturiero, la vera sfida oggi è rappresentata dalla capacità di semplificare e razionalizzare sistemi di gestione troppo complessi e articolati. La complessità è un ostacolo alla trasparenza e rischia di rallentare i processi per tutte le funzioni aziendali, dalla produzione alle vendite, dalla pianificazione al finance.
Ed è qui che entra in gioco il cloud, il cui impatto, McKinsey sottolinea, va ben oltre l’IT.
Il cloud e i servizi abilitati dal cloud, analytics in primis, possono migliorare l’intera operatività delle imprese industriali, dalla gestione allo sviluppo, arrivando fino alla distribuzione, vendita e assistenza dei prodotti.
Tanto che, sempre secondo McKinsey, un’adozione più convinta del cloud nel manifatturiero è in grado di sbloccare più di mille miliardi di dollari di valore per il comparto, la metà dei quali derivanti dalla crescita dei ricavi e metà dalla crescita dei margini.
McKinsey cita ad esempio Volkswagen, di cui Vodafone Business è trusted partner, che utilizza una piattaforma cloud comune per tutti i suoi 124 stabilimenti, 500 magazzini e 1.500 fornitori. Questa piattaforma consolida i dati in tempo reale da tutte le macchine e i sistemi, mentre gli strumenti di analisi avanzata monitorano la logistica e forniscono informazioni sui processi in officina. Il cloud industriale di Volkswagen dovrebbe giocare un ruolo importante per raggiungere l’obiettivo di una riduzione del 30% dei costi di fabbrica entro il 2025.
Il cloud consente di migliorare radicalmente i processi di ricerca e sviluppo, i flussi di approvvigionamento, la gestione della supply chain, la produzione, le attività di marketing e vendite, l’assistenza post-vendita e il supporto alle imprese.
Consente anche di ottenere maggiore efficienza, che si traduce poi in un significativo recupero di margini e produttività.
Nell’ambito del procurement, ad esempio, il cloud può aiutare le aziende a lavorare in modo efficace sui dati, introducendo nuovi livelli di automazione nell’identificazione delle criticità e delle opportunità, indispensabili in settori nei quali la fluttuazione dei prezzi delle materie prime è particolarmente significativa.
Similmente, nell’area della pianificazione, consente una maggiore efficacia, portando a importanti risparmi in termini di tempi e costi.
I benefici del cloud nel manufacturing
In una nota interessante pubblicata pochi giorni fa su Forbes da Dave Opsahl, membro del comitato direttivo della testata, nonostante il settore manifatturiero da sempre abbracci con convinzione strumenti tecnologici a supporto delle proprie attività e in tempi più recenti abbia convintamente adottato tecnologie come l’IoT o l’Intelligenza Artificiale, quando si parla di cloud sembra sempre un po’ restio al cambiamento.
Nel 2021, il manifatturiero opera con logiche distribuite e poggia su catene di fornitura globali in costante cambiamento. Il modello cloud ben si adatta al dinamismo del settore, molto più di quanto possano fare sistemi on-premise pesanti e complessi, difficilmente adattabili ai repentini cambiamenti del mercato, dell’organizzazione o dei processi. Per troppo tempo i produttori hanno investito in tecnologia che potrebbe aver migliorato la loro produttività ma limitato la loro agilità.
Secondo l’autore, il manifatturiero non sembra aver ancora colto in pieno ciò che altri settori hanno ormai compreso: spostare in cloud le applicazioni e l’enorme quantità di dati che gestiscono è liberatorio. L’azienda può concentrarsi su quelle attività che aggiungono veramente valore e differenziano il business. Virtualizzare il proprio portafoglio IT può incoraggiare l’innovazione sia nei processi aziendali che nei modelli di business.
Per di più, prosegue Opsahl citando una ricerca di Deloitte Insights, oggi uno dei maggiori problemi per le imprese del manifatturiero è la scarsità di talenti e competenze. Parte del problema, tuttavia, è rappresentata proprio dagli ambienti “obsoleti” che caratterizzano molte realtà industriali. I “nativi digitali” si aspettano di svolgere il proprio lavoro utilizzando sistemi e dispositivi moderni a cui possono accedere ovunque e in qualsiasi momento. Parliamo di una generazione di “citizen developers” che si trovano a proprio agio con piattaforme low-code e no-code, strumenti analitici e intelligenza artificiale. Queste funzionalità risiedono nel cloud e i produttori che continuano a tenervisi alla larga non attireranno i talenti di cui hanno bisogno per far crescere le loro attività.
I vantaggi del cloud Vodafone Business per le imprese del manifatturiero
È in questo scenario che si colloca l’offerta cloud di Vodafone Business. Per il mondo delle imprese, qualunque sia il loro settore di appartenenza – e dunque anche il manifatturiero – Vodafone Business si presenta come un partner a 360° per i progetti di cloud migration, con una offerta completa che parte dall’infrastruttura e arriva alle soluzioni di business.
In particolare, l’offerta Infrastructure as a Service di Vodafone Business include una gamma completa di opportunità, sia in ambienti virtuali, con la possibilità di accedere all’offerta tecnologica di partner di primissimo livello come IBM, Oracle, SAP, sia con vere e proprie risorse fisiche. In questo caso, ad esempio, Vodafone Business offre servizi di colocation e housing, così come servizi di hosting con infrastrutture dedicate e complete (computing, storage, network, security) anche per chi sia maggiormente orientato alla realizzazione di un proprio private cloud.
Vodafone Business supporta le aziende nel disegnare un ambiente IT che risponda efficacemente ad esigenze tecniche, funzionali e di business in continuo cambiamento. Per tale ragione ha puntato su partnership a livello globale con i principali player OTT come Microsoft (di cui Vodafone è anche Cloud Solution Provider), Amazon AWS, Google e IBM, col fine di offrire soluzioni multi-cloud, in cui le risorse sono distribuite su più cloud provider in base alle necessitá di performance dei propri clienti
Ma la proposta di Vodafone Business non si ferma alle soluzioni.
La società offre ai propri clienti consulenza specialistica in tutte le fasi di scelta della migliore soluzione e di migrazione, accompagnandone passo a passo il cloud journey. Rientrano in questa logica di accompagnamento i servizi moving Physical to Virtual (P2V) e Virtual to Virtual (V2V).
Sempre a beneficio dei clienti che intraprendono il loro viaggio verso il cloud, Vodafone Business rende disponibile un’offerta consistente di managed services, che mirano non solo a semplificare i percorsi di migrazione, ma anche a ridurne i costi e i rischi, anche grazie a un approccio open che consente di rispettare anche gli eventuali vincoli che le imprese dovessero avere nelle fasi di adozione della nuova piattaforma.
Tutto questo, tenendo in considerazione anche il vincolo maggiore che sembra franare molte imprese – e quelle del manifatturiero in particolare – rispetto all’adozione di un modello cloud: la sicurezza.
In questo caso, Vodafone Business mette al servizio della propria clientela tutta la competenza maturata nella gestione di infrastrutture e dati critici.
La data protection è un tema centrale nel portafoglio Vodafone Business, per questo, centrali nell’offerta cloud sono la business continuity, che viene garantita dall’architettura distribuita e il disaster recovery, garantito dalla replica dei dati.