Come usare la realtà aumentata nella logistica: 3 casi d’uso

Le potenzialità dell’Augmented Reality a beneficio della logistica possono andare dall’ottimizzazione delle operazioni di magazzino al supporto dinamico al traffico, fino a una gestione migliore della consegna dell’ultimo miglio

Pubblicato il 05 Dic 2022

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Con le espressioni realtà aumentata o AR (Augmented Reality), realtà virtuale o VR (Virtual Reality) e realtà mista o MR (Mixed Reality) ci si riferisce a un insieme di tecnologie con svariati casi d’uso in diversi settori economici. Mentre la prima consente di visualizzare oggetti tridimensionali nello spazio circostante, la seconda permette agli utenti di immergersi in un modo nel quale non c’è un legame esplicito con quello reale. La realtà mista, invece, rende possibile spostarsi di volta in volta da un ambiente AR a uno VR, a seconda delle esigenze dei suoi utilizzatori. Secondo Statista, il mercato mondiale di queste 3 tecnologie dovrebbe raggiungere entro il 2022 un valore pari a 209 miliardi di dollari. All’interno di questo mercato, soprattutto la realtà aumentata si presta a essere impiegata nei contesti produttivi, dando quell’infrastruttura digitale in linea con alcuni presupposti del Metaverso che, su altri fronti, deve ancora esprimere tutte le sue potenzialità.

La realtà aumentata nella logistica in 3 aree chiave

In particolare, uno dei segmenti che sta manifestando gli sviluppi più promettenti è quello della logistica. Lo dimostra il fatto che le applicazioni in questo ambito si sono cominciate a sperimentare ben prima che la parola Metaverso diventasse una buzzword. Il colosso DHL, ad esempio, nel 2014 pubblicò un documento dal titolo Augmented Reality in Logistics nel quale identificava 3 aree chiave che potevano trarre vantaggi dall’adozione della realtà aumentata: magazzino, trasporti e consegna dell’ultimo miglio. A distanza di 8 anni, molti dei vantaggi attesi si sono trasformati, o si stanno trasformando, in risultati concreti.

Realtà aumentata al servizio delle operazioni di magazzino

Se è vero che le operazioni di magazzino rappresentano uno dei costi più significativi (il 20% per DHL), riuscire a ottimizzarli con la AR è un modo per aumentare efficienza e risparmio. Nel 2015, un progetto pilota condotto in un magazzino dei Paesi Bassi da DHL insieme a Ricoh e Ubimax (marchio oggi parte di TeamViewer) abbinò gli smart glasses con la realtà aumentata per implementare il cosiddetto vision picking.

Che cos’è il vision picking

Si tratta di un metodo di preparazione degli ordini che si avvale degli “occhiali intelligenti” per aggiungere informazioni grafiche alla realtà percepita dagli operatori i quali, in questo modo, vedono il magazzino e contemporaneamente attingono alle referenze che devono localizzare, alla loro ubicazione e alla quantità di articoli da prelevare. Il primo beneficio del vision picking quindi è la diminuzione delle inesattezze, poiché gli addetti possono verificare in tempo reale se la merce che stanno prelevando corrisponde a quella corretta. Il secondo beneficio è l’accelerazione nel processo di picking, in quanto l’incaricato non ha le mani occupate né deve consultare un foglio o un terminale durante l’operazione. Inoltre, il collegamento con il software di magazzino o WMS (Warehouse Management System) fa sì che tutte le procedure – comprese quelle successive di imballaggio, etichettatura e posizionamento nelle banchine di carico – siano indicate in modo inequivocabile e a prova di errore. Dall’esperimento del 2015 a oggi il mercato degli smart glasses per AR è cresciuto costantemente, attestandosi ai 10,4 miliardi di dollari del 2022 e con un CAGR superiore al 20% che dovrebbe far lievitare questa cifra fino a 26,5 miliardi nel 2027.

Il supporto dinamico al traffico tramite l’head-up display

Una seconda modalità di utilizzo della realtà aumentata a favore della logistica è quella del supporto dinamico al traffico. Il flusso regolare delle merci, infatti, è spesso ostacolato da ingorghi e incidenti che possono rallentare la consegna di prodotti e materiali. A ciò si aggiunge che le fonti di informazione sul traffico e su altri aspetti importanti per il trasportatore possono distrarre dalla guida. I sistemi di AR driver assistance prevedono una serie di soluzioni con cui dotare i guidatori di strumenti per agevolare il loro lavoro. Una delle soluzioni più interessanti è l’head-up display, un dispositivo che, come si ricava dallo stesso nome (visore a testa alta), è in grado di proiettare i dati nel campo visivo della persona.

Come funziona l’head-up display

L’head-up display rientra all’interno degli ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) che, a loro volta, costituiscono delle integrazioni native o successive nella vettura appartenenti all’ampia gamma delle tecnologie V2X (Vehicle-to-everything). Tra le funzioni abilitate dagli ADAS per la “guida connessa” si possono ricordare la segnaletica a bordo veicolo, la sincronizzazione con i semafori, lo smart parking ecc. La loro fruibilità in chiave AR ne consente la proiezione sul parabrezza, in una dimensione sovrapposta che non necessita della messa a fuoco rispetto alla scena circostante. Avere immediatamente disponibili tutti i dati utili alla guida davanti agli occhi e non sul quadro strumenti abbatte il rischio di incidenti e rende meno faticoso stare al volante anche per lunghi tragitti.

Migliorare la consegna dell’ultimo miglio grazie alla AR

Dopo il magazzino e il trasporto, la consegna dell’ultimo miglio è probabilmente uno dei momenti più critici nella catena della logistica. Anzitutto avviene sovente negli spazi urbani, il che ne aumenta la complessità e ne allunga i tempi, e questo nonostante le aspettative dei clienti in termini di celerità oggi siano elevatissime. In secondo luogo, sollecita le grandi realtà dell’e-commerce, Amazon in testa, a trovare soluzioni adeguate a questo problema. Un report del 2021 di Loqate, provider di tecnologie di localizzazione acquisito dalla britannica GBG, ha potuto appurare che negli Stati Uniti l’8% delle prime consegne fallisce, con un costo medio di 17,20 dollari. Analogamente, il 7% delle consegne non andate a buon fine in Germania e il 6% nel Regno Unito costano rispettivamente una media di 14,69 euro e di 11,60 sterline.

I dispositivi AR per gli autisti dei mezzi

Una possibile risposta a questa situazione arriva dai dispositivi AR che possono fornire agli incaricati delle consegne tutte le informazioni che servono durante la ricerca del pacco nel vano del furgone o del camioncino. Che siano attingibili tramite app sullo smartphone o su un visore (nel qual caso, c’è anche l’ulteriore vantaggio di non ingombrare le mani durante la ricerca), queste informazioni aiutano l’interessato a trovare immediatamente la merce. È sempre DHL, infatti, a sostenere che gli autisti di camion trascorrono in media il 50% del tempo senza guidare, proprio perché sono occupati nella preparazione dell’ordine e nella consegna. La realtà aumentata, al contrario, mette a loro disposizione tutti i dati che bisogna conoscere (tipo di merce, peso, suggerimenti sullo spazio interno in cui collocare la scatola, indirizzo di consegna ecc.) per velocizzare queste fasi. Con benefici per l’azienda, l’autista e il cliente.

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