Smart health è, letteralmente, la sanità intelligente. In altri termini, la sanità che utilizza i dispositivi IoT per scambiare ed elaborare in tempo reale dati utili al miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva.
Smart Health si riferisce all’uso di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale per migliorare l’assistenza sanitaria e la gestione della salute. Questo può includere una serie di tecnologie e applicazioni, come l’uso di
dispositivi di monitoraggio della salute in remoto,
- wearable technology
- medical imaging
- genetic sequencing
- mHealth apps
- telemedicina
Smart health: che cos’è, una definizione
L’obiettivo è rendere l’assistenza sanitaria più efficace, efficiente, personalizzata, preventiva e centrata sul paziente. Potrebbe anche includere l’uso di big data e analytics per analizzare grandi quantità di dati sanitari e trarre intuizioni per migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie.
La smart health trasforma infatti non solo gli ambiti di cura e riabilitazione ma anche quelli di prevenzione e promozione della salute, rendendo più concreta la definizione dell’OMS, che definisce la salute come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “l’assenza di malattie o infermità”.
Se l’e-health si riferisce, genericamente, ai diversi processi di digitalizzazione della sanità, quindi alla realizzazione di infrastrutture elettroniche di gestione amministrativa e non solo clinica dei dati di ciascun cittadino, la smart health si focalizza maggiormente sui dispositivi IoT, smartphone compreso, che implementano quegli stessi processi e modelli personalizzati di monitoraggio e cura delle condizioni di salute.
La medicina delle 4P
La smart health è infatti alla base della cosiddetta medicina delle 4P:
- Preventiva,
- Partecipativa,
- Personalizzata
- Predittiva.
Si tratta di una medicina in grado di prevenire la malattia sulla base dell’incrocio dei diversi profili biologici della persona, attraverso un semplice prelievo di sangue e/o l’elaborazione dei dati dei dispositivi IoT. Una medicina in grado di rendere ogni persona non più “paziente” ma consapevole e partecipe del proprio stato di salute grazie alla comunicazione in tempo reale con i propri medici. Ma anche di personalizzare diagnosi e cura sulla base dei fattori di rischio rilevati e delle informazioni ricevute dai wearable e di prevedere la gravità dei fattori di rischio di una patologia prima che si manifesti.
Gli elementi della Smart health
La smart health comprende:
- i wearable device, i dispositivi indossabili che hanno spesso funzioni di monitoraggio e notifica di alcuni parametri vitali;
- gli implantes, ovvero i dispositivi o le sostanze iniettabili che fungono da inchiostro attivo se illuminati da apposita luce;
- le stampanti 3D, che possono produrre tessuti e organi modellati nel dettaglio con ovvi vantaggi nella pianificazione preoperatoria.
Comprende anche la m-health, ovvero le diverse app per mobile che monitorano i parametri biometrici per analisi del sangue, altri campioni biologici o che supportano la riabilitazione e l’assistenza.
A cosa serve la sanità intelligente
La smart health serve ad automatizzare procedure e semplificare burocrazia, contenere i costi, ridurre i tempi, ottimizzare i flussi, rendere consapevoli le persone della propria condizione di salute attraverso la trasparenza dei dati, immediatamente consultabili, sviluppare percorsi sanitari “a misura di persona”. È fondamentale per il monitoraggio della qualità dell’aria, dell’acqua e della sicurezza degli edifici.
La smart health permette di essere assistiti quasi ovunque, realizzando il famoso passaggio dalla medicina dell’attesa alla medicina di iniziativa, ovvero da un modello emergenziale a un modello proattivo, di assistenza reticolare, “a intensità di cure”, che vede l’ospedale come centro ad alta intensità per le patologie acute, e i presidi territoriali “a bassa intensità” come strutture che gestiscono le cronicità, la prevenzione, i servizi socio-assistenziali.
La smart health comprende anzitutto gli Smart Hospital, ovvero le strutture sanitarie che vogliono ottimizzare risorse e processi attraverso una migliore organizzazione di informazioni, pazienti, personale clinico e amministrativo. Allo stesso tempo, comprende gli Smart Patient, i cittadini-pazienti che utilizzano oggetti connessi per monitorare le proprie condizioni di salute sia in ottica di prevenzione sia per facilitare il processo di assistenza e cura.
Telemedicina, telemonitoraggio, teleconsulto
La pandemia ha fatto da catalizzatore alla transizione verso la smart health. In particolare ha fatto emergere: la telemedicina, cioè l’erogazione di servizi di cura e assistenza in situazioni in cui la distanza è un fattore critico. In tali situazioni, qualsiasi operatore sanitario attraverso l’impiego delle ICT ha potuto offrire continuità assistenziale in chiave di contenimento dell’epidemia.
A sua volta, la telemedicina si divide in telemonitoraggio, l’assistenza in strutture diverse dall’ospedale, televisita, ovvero l’interazione a distanza con il medico e la prescrizione se necessario della terapia, il teleconsulto, un’indicazione di diagnosi e/o di scelta di una terapia senza la presenza fisica del paziente, o un’attività di consulenza a distanza tra medici. Infine, include la telecooperazione sanitaria, vale a dire l’assistenza fornita da un medico al collega o a un altro operatore sanitario.
Il telemonitoraggio, che avviene tramite l’invio di segnali clinicamente significativi da parte dei pazienti verso i centri di assistenza, non può prescindere dai dispositivi IoT. Questi ultimi monitorano parametri come la frequenza cardiaca, la respirazione, la pressione, la temperatura, le attività cerebrali, le calorie, i passi effettuati, il dosaggio e l’assunzione delle medicine.
L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità
L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano ha svolto una ricerca in collaborazione con FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) per analizzare gli ambiti di investimento previsti anche alla luce delle risorse messe a disposizione dal PNRR.
Il 64% dei direttori interpellati ritiene molto rilevante lo sviluppo di soluzioni aziendali per garantire la raccolta del dato di cura del paziente, come la Cartella Clinica Elettronica. A seguire, l’orientamento degli intervistati è indirizzato verso i sistemi per l’integrazione ospedale-territorio e in particolare verso la Telemedicina, considerata rilevante per il 56% dei direttori e un ambito di investimento previsto nel 2022 dal 58% delle aziende sanitarie.
Sistemi ed esempi di smart health nel mondo
Due esempi vanno in questa direzione.
Il NYC Health + Hospitals, il più grande sistema ospedaliero pubblico degli Stati Uniti d’America, permette al personale medico di emergenza di utilizzare la Telemedicina per trattare i pazienti e di deviare le chiamate al pronto soccorso per esami in videoconferenza se non è necessaria un’ospedalizzazione immediata.
Il Rush University Medical Center di Chicago, aperto nel 2012, possiede una struttura a forma di farfalla, un atrio dotato di prese elettriche e gas medicali per ospitare letti di emergenza, stanze con porte in vetro e ventilazione isolata. Caratteristiche preziose in tempi di pandemia, che potrebbero essere prese a modello per gli ospedali del futuro.
Riabilitazione cognitiva e smart health
Un altro importante aspetto della smart health è la possibilità di ricordare al paziente quali e quante medicine deve assumere. Si parla dunque di riabilitazione cognitiva a distanza, che dà la possibilità anche a pazienti anziani di potersi occupare di sé autonomamente.
Riabilitazione sportiva
Uno dei campi che si è prestato e si presta di più allo sviluppo della smart health è lo sport. Soprattutto per i controlli di routine, i monitoraggi a distanza svolgono un ruolo fondamentale. Gli strumenti in dotazione allo sportivo possono acquisire i dati che fino a qualche anno fa venivano raccolti manualmente, diminuendo in questo modo le attese per i controlli.
Smart Health: esperienze italiane
Il PNRR destina una quota dei fondi previsti per la Sanità a supporto della Telemedicina, segno della necessità di spostare le cure più vicino alle comunità e di un cambiamento dell’infrastruttura dell’assistenza sanitaria che vuole essere pronta a contrastare fenomeni pandemici in futuro.
Tra gli esempi virtuosi presenti in Italia, si possono citare i vincitori del Premio Innovazione Digitale in Sanità 2023 del Politecnico di Milano. Nello specifico, Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori”, Regione Puglia, Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati (FAIS) hanno vinto il riconoscimento assegnato dall’Osservatorio Sanità Digitale.
Una menzione speciale è andata invece a Cooperativa Sociale SoleLuna, MD Concierge, Università degli Studi di Bari e Azienda Sanitaria Locale di Teramo. Infine, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale – Spedali Civili di Brescia ha vinto il Premio FIASO, mentre la FAIS ha vinto anche il premio del pubblico.
Le principali motivazioni che hanno spinto la giuria a premiare le tre realtà richiamate sopra sono riportate di seguito.
Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori”
Ha introdotto il progetto “Ambulatorio Virtuale” prevedendo la Telemedicina nella pratica clinica attraverso una revisione e riorganizzazione degli attuali percorsi ambulatoriali, di ricovero e di pre-ricovero. È stata adottata la piattaforma “Ticuro”, integrata e dedicata ai servizi di Telemedicina dell’Istituto da utilizzare in diversi reparti, realizzata in collaborazione con Xenia Reply, La piattaforma consente di mettere in collegamento il paziente e l’equipe coinvolta nel percorso di cura, attraverso l’utilizzo di dispositivi mobili (PC, tablet, smartphone) per lo svolgimento di video/audio-chiamate, e di permettere la partecipazione di più utenti simultaneamente. Il paziente, tramite credenziali SPID, può accedere all’“Ambulatorio Virtuale” dove può consultare, caricare e scaricare referti e documenti relativi a prestazioni effettuate anche esternamente all’Istituto e condividerli con gli specialisti durante la Televisita.
Regione Puglia
Ha dato vita al progetto “Sm@rtScreening”, svolto in collaborazione con Maps Healthcare, che ha previsto lo sviluppo di una piattaforma multicanale per migliorare il coinvolgimento dei cittadini all’interno dei programmi di screening oncologici. La piattaforma permette di interagire con le persone coinvolte nelle campagne di prevenzione e gestire le comunicazioni dedicate.
Attraverso la piattaforma, il cittadino può accedere alle informazioni relative ai programmi di prevenzione e, in particolare, ai vantaggi e agli obiettivi dello screening. Sono stati attivati servizi personalizzati come il calendario e il promemoria degli appuntamenti, con specifiche funzionalità di conferma/cancellazione dell’incontro o di comunicazione per il ritiro in farmacia del kit per il test. È stato inoltre sviluppato un cruscotto di Business Intelligence per la raccolta e l’analisi dei dati attraverso la determinazione di una serie di indicatori utili allo sviluppo della reportistica di adesione e alla valutazione dell’estensione dei programmi di screening. Da giugno 2022 a febbraio 2023, a fronte di una popolazione target di oltre 1 milione e 700 mila persone, ne sono state raggiunte attraverso canali digitali oltre 350.000, con un risparmio per il Servizio sanitario regionale stimato per oltre 3 milioni di euro.
Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati (FAIS)
Ha realizzato il progetto “StomyCraft” con l’obiettivo di raggiungere un maggiore livello di consapevolezza da parte dei pazienti pediatrici e dei caregiver in relazione alla condizione di stomizzato. L’iniziativa consiste nell’utilizzo di un videogioco in grado di simulare la gestione del presidio sanitario e di sensibilizzare sull’importanza di una corretta alimentazione, al fine di aumentare le capacità di self-care del bambino. La dinamica del gioco parte dalla premessa che il giocatore, tentando di fermare il nemico, è rimasto ferito allo stomaco. Durante la partita gli saranno proposti diversi alimenti che potrà scegliere se mangiare o meno. Se mangerà un cibo adatto alla sua condizione riceverà dei bonus, in alternativa dei malus.
Questa dinamica ha come obiettivo quello di informare il paziente riguardo ai cibi adatti alla specifica condizione medica. Tra i benefici identificati durante questa fase di sperimentazione, è previsto un miglioramento nella capacità di accettazione della condizione e, di conseguenza, un impatto positivo sulla qualità della vita del paziente. Una maggiore capacità di self-care, inoltre, potrebbe portare a minori accessi alle strutture sanitarie e ridurre gli spostamenti necessari, poiché sono pochi i centri specializzati per il trattamento di queste patologie in Italia.
Articolo aggiornato il 23 giugno 2023