Applicazioni flessibili: vendor italiani all’attacco

Se il "big" internazionale delle applicazioni business on demand, Crm nello specifico, è sicuramente Salesforce, alcune software house italiane stanno percorrendo la strada del software as a service. Con quali risultati?
Nella foto Angelo Cian, responsabile area Gestionale in Zucchetti

Pubblicato il 02 Dic 2006

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La visione del software fornito come servizio e la promessa di ridurre concretamente complessità e costi della risorsa It ha per certi versi un nome e cognome, quello di Marc Benioff, Ceo di Salesforce.com (www.salesforce.com). La battaglia per salvare da una triste fine il software applicativo così come sempre concepito e distribuito ha trovato nel vulcanico numero 1 della casa californiana un vero e proprio paladino, una sorta di Davide contro Golia (le varie Sap, Oracle e Microsoft) nel segno del Crm on demand ma non solo. Perché dietro il modello del software come servizio si nasconde in realtà tutto ciò che è riconducibile al movimento del Web 2.0: applicazioni hosted, servizi gestiti, strumenti di produttività personale. Massima flessibilità, quindi, e maggiore velocità in fatto di sviluppo legata alla compartecipazione di più partner in contrapposizione ai “difetti” del software tradizionale, per forza di cose oggetto di continui aggiornamenti e di inevitabili interventi a livello di integrazione dei sistemi. Sap e Oracle (quest’ultima attraverso Siebel) hanno imboccato la strada del Crm hosted simultaneamente, forse più per rispondere all’avanzata di Salesforce che non tanto per obiettivo strategico; Microsoft ha sì annunciato Dynamic Crm Live, assicurando che utilizzerà lo stesso codice delle versioni on premise e hosted (queste ultime ancora di fatto non offerte da alcun partner italiano) per rendere la piattaforma un vero servizio Web erogato dai datacenter di Microsoft, ma la disponibilità è al momento confermata per il secondo trimestre 2007.
Salesforce, con la piattaforma AppExchange (realizzata anche in versione Mobile), ha invece già raggiunto oggi una nuova frontiera nell’ambito dei modelli di distribuzione on demand di applicazioni aziendali. Varie software house italiane sono decisamente orientate a puntare sui servizi in hosting: è questo il modello che potrebbe far breccia nelle Pmi in cerca di nuovi orizzonti gestionali? L’abbiamo chiesto ad alcuni fornitori, cercando di intuire la reale propensione delle aziende di piccola dimensione a scommettere in modo concreto sull’on demand.

Il credo di Salesforce e la provocazione di Rds Software
Margherita Dellea, general manager di Salesforce Italia, ha mirato subito al punto focale della questione ribadendo ancora una volta come “con il Crm on demand le aziende non devono dotarsi di alcuna infrastruttura hardware o software nè di competenze informatiche, ma semplicemente di un pc e di un collegamento Internet, senza dover spendere in attività di manutenzione, integrazione e upgrade dell’applicazione. L’investimento è contenuto, i costi prevedibili e il rischio di insuccesso estremamente limitato”. Detto che le Pmi rappresentano a tutt’oggi circa il 50% del fatturato di Salesforce.com a livello mondiale, in Italia la società vanta referenze presso aziende di ogni dimensione in vari settori, dalle telecomunicazioni al manifatturiero; a detta di Dellea, i risultati raggiunti e le previsioni di breve e medio periodo inducono a confermare che “la propensione delle aziende italiane a investire sulle applicazioni on demand stia crescendo a livello esponenziale. La necessità di contenimento e prevedibilità dei costi, di ottimizzazione dell’efficienza e di veloce time to market, spingono le funzioni di business, ma anche i responsabili dei sistemi informativi, verso società specializzate cui delegare la fornitura di soluzioni applicative usufruibili in modalità hosted”. E lo scoglio culturale legato alla sicurezza dei propri dati? Secondo Dellea anche questo ostacolo si sta pian piano ridimensionando di pari passo con la capacità, da parte delle Pmi, di valutare razionalmente l’affidabilità garantita dal fornitore e le prestazioni dell’applicazione fornita, anche in considerazione del fatto che (con AppExchange) queste sono sviluppate non solo da Salesforce ma anche da integratori e partner specializzati.
La posizione sul tema dell’Asp di Edoardo Bolzani, presidente di Rds Software (www.rds-software.com), è assai incisiva: “In Italia il mercato degli Erp è in crisi non essendoci investimenti né dalla parte dei fornitori nazionali, né dalla parte dei clienti nel cercare soluzioni innovative, quelle cioè che permettono l’integrazione delle proprie applicazioni con quella di terzi secondo il paradigma della Service Oriented Architecture e del Software as a Service”.
La provocazione trova spiegazione in una visione chiaramente orientata all’utilizzo degli strumenti Web che Bolzani fa propria auspicando un atteggiamento collettivo dei protagonisti “volto ad accrescere la potenzialità dei servizi on demand per dare alle aziende strumenti utili a risolvere problematiche gestionali senza dover investire in nuove tecnologie”. Nel catalogo di Rds Software sono presenti in effetti prodotti Erp Web based (ErpdotNet) in ambiente Microsoft, strumenti hosted e Crm on demand mentre il fiore all’occhiello dell’offerta è la comunità di partner riunita in Prontosoft (www.prontosoft.it) per operare come polo di riferimento per le Pmi specializzato nello sviluppo e nella distribuzione di tecnologie integrate in modalità Asp.

Il gestionale in hosting da Zucchetti
Di pacchetti gestionali per l’azienda da servire on demand per il momento non se ne parla ma nell’offerta che si rivolge a professionisti (in particolar modo commercialisti) e Pubblica Amministrazione, Zucchetti (www.zucchetti.com) comprende una serie di soluzioni che con il modello Asp hanno a che fare eccome. Parliamo infatti di soluzioni che permettono di gestire tutti gli adempimenti contabili, fiscali e contributivi. L’atteggiamento di Zucchetti verso l’Asp è sicuramente propositivo nonostante il mercato abbia risposto in modo pacato alle sollecitazioni dell’offerta; la società vanta infatti circa 150 clienti all’attivo (con un trend di circa 30 nuove unità all’anno) nonostante riconosca come le aziende ancora non accettino di buon grado il dover portare fuori casa i propri dati. Alla Pa, in tal senso, viene rivolta un’offerta di applicativi basata interamente sul modello hosted, sfruttando le capacità della server farm di proprietà. I clienti in Asp della società nel settore pubblico superano quella dei clienti in licenza nonostante i problemi di connettività in alcune aree del Paese mentre il fatto di poter contare su un’erogazione di software a investimenti minimi in fatto di infrastrutture e competenze sistemistiche dedicate e di azzerare i tempi di installazione è il volano che potrebbe far (ri)decollare il modello Asp fra i piccoli enti locali. Per le Pmi, invece, e questo è il parere di Angelo Cian, responsabile area Gestionale in Zucchetti, “l’idea di una soluzione Web based potrebbe costituire un fondamentale elemento di differenziazione nell’ambito della tradizionale offerta; questo significherebbe realizzare una piattaforma in cui le funzioni chiave dell’azienda, come vendite, marketing, area finanziaria, magazzino, acquisti e via dicendo, potrebbero essere gestite in modo centrale e unificato, eliminando la necessità di reinserire le stesse informazioni in sistemi diversi con i conseguenti costi di rettifica di dati sbagliati o ridondanti”. La sola efficienza però non basta ed ecco che nella visione Asp del gestionale secondo Zucchetti entrano in gioco altri fattori: “Un pacchetto Web based potrebbe agevolare una più stretta interazione tra i partner dell’azienda, fornendo a questi soggetti portali specifici di accesso all’applicazione, mentre il fatto di disporre di un sistema informativo sempre disponibile e senza limiti di tempo e di spazio è la risposta concreta a un’esigenza di delocalizzazione delle attività che riguarda ormai anche le piccole e medie imprese. Lo sviluppo di applicazioni gestionali on demand – questa la sensazione di Cian – può aprire nuovi e interessanti scenari per quanto concerne le condizioni di vendita delle soluzioni, vedi per esempio l’introduzione della politica del “pay per use” con una determinazione dei costi stabilita anche su elementi infrastrutturali e individuali necessari alla fruizione dei servizi e non più solo in base a canoni di manutenzione fissi e uguali per tutti”.


L’ERP ON DEMAND SECONDO I SYSTEM INTEGRATOR
Sap Italia Consulting, società che fa delle implementazioni del portafoglio applicativo Sap il proprio lavoro quotidiano, ha una personale ricetta “on demand” per soddisfare le esigenze delle medie e piccole imprese. La ricetta in questione (Offerings on Demand) verte su soluzioni preconfigurate in chiave Business Intelligence, Crm, Scm e Srm che si presentano con i plus dichiarati dell’estrema modularità, di elevati livelli di integrazione, tempi rapidi di implementazione e costi contenuti. Soluzioni, inoltre, che trovano ideale complemento in servizi di consulenza volti a misurare il livello funzionale del sistema Erp (Sap o di altri fornitori) già presente in azienda e a garantirne lo sviluppo in relazione alle evolute strategie aziendali. Può essere questa la strada per portare le grandi suite applicative all’interno delle Pmi nel modo più flessibile possibile, e cioè in modalità hosted? Un’offerta di Erp on demand deve avere i canoni della non invasività e della non ridondanza a livello hardware e software, poter dispensare applicazioni “pocket” molto flessibili e destinate a capitalizzare l’investimento fatto in anni precedenti o a colmare le possibili lacune legate alla mancanza di particolari moduli gestionali. Si partirebbe, come nel caso dell’offerta di Sap Italia Consulting, da soluzioni hosted dedite alla misurazione dei principali flussi relativi ad acquisti, magazzino e vendite per arrivare a considerare pacchetti di business intelligence a supporto delle attività di pianificazione e controllo delle performance e per la tracciabilità delle merci in campo agroalimentare (supportando le tecnologie Rfid).

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