Quello della supply chain finance è in Italia un ecosistema consolidato, in un contesto in cui sono sempre più frequenti le collaborazioni tra banche, provider tecnologici, associazioni di filiera, operatori logistici e società fintech e in cui si diffondono nuove tecnologie, a partire da blockchain, Internet of things e intelligenza artificiale e si consolida l’uso di soluzioni innovative. Dalla nuova ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, presentata a Milano durante il convegno “Welcome to the Supply Chain Finance collaborative arena”.
Dalla ricerca emerge che l’Italia è il secondo mercato in Europa del supply chain Finance, con un valore potenziale di 530 miliardi di euro, mentre cresce anche il mercato servito, che è al 28% del totale con un valore di 147 miliardi di euro. Nel nostro Paese si attendono in media 77 giorni per l’incasso dei crediti commerciali, 91 per il pagamento dei debiti.
A dominare il mercato servito sono ancor le soluzioni tradizionali, come l’Anticipo Fattura, che conta su un valore di 79 miliardi di euro, e il Factoring (58 miliardi), mentre Reverse Factoring (4 miliardi, +33%) e Invoice Auction ono i settori che crescono con più velocità, e che oggi valgono rispettivamente e 4 miliardi (+33%) e 40 milioni (+500%).
“Il mercato potenziale rimane ampio, ma il mercato servito comincia a mostrare segnali incoraggianti di adozione di soluzioni innovative, anche grazie all’importante spinta del fenomeno fintech – commenta Federico Caniato, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance – Un altro ottimo segnale è il moltiplicarsi delle collaborazioni all’interno della filiera, per ottimizzare la relazione fra compratori e fornitori, fra attori dell’ecosistema con diversi modelli di business, per sfruttare nuove opportunità, e con operatori fino a poco tempo fa estranei al settore, come le piattaforme di eCommerce o i provider logistici”.
“Il settore è oggi più maturo, con soluzioni innovative quali l’Invoice Auction, la Carta di Credito e il Dynamic Discounting che non sono più soltanto esempi isolati – aggiunge Antonella Moretto, direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance – Le nuove tecnologie consentono anche alle piccole e medie di imprese l’accesso all’ecosistema del credito di filiera, ma allo stesso tempo inducono le aziende a considerare contemporaneamente diverse prestazioni, un obiettivo raggiungibile soltanto con un’attenta gestione dei processi interni e delle competenze organizzative”.
Secondo i risulti dell’indagine le imprese italiane vedono proprio nelle tecnologie innovative come Blockchain, Internet of Things, Artificial Intelligence e Big Data Analytics un incentivo a creare condizioni migliori per il funzionamento del Supply Chain Finance, semplificando l’integrazione dei flussi fisici e finanziari, soprattutto grazie alla Blockchain e IoT, e l’automazione del processo, facendo leva su IoT, Artificial Intelligence e Big Data Analytics. Queste tecnologie possono anche aiutare a limitare molti rischi del Supply Chain Finance, spiega l’osservatorio, quali il rischio operativo, il rischio di doppio finanziamento o il rischio di non ottenere le performance sperate, e agire da vero motore di propulsione per tutti gli aspetti più operativi e di processo. L’uso combinato delle tecnologie, infine, è la chiave per raggiungere le migliori prestazioni, perché nessuna di queste da sola riesce ad avere un impatto pervasivo su tutti i requisiti o su tutte le fonti di rischio