Passaporto sanitario elettronico, c’è una soluzione italiana

Si chiama My Health Passport ed è basato sulla blockchain di Algorand, pubblica e green poiché non utilizza la Pow, che consuma grandi quantità di energia, ma un particolare sistema per la creazione del consenso chiamato Pure Proof of Stake

Pubblicato il 29 Apr 2021

Benedetto Biondi

Innovation Manager di Blockchain Italia.io

passaporto sanitario elettronico

L’Europa sta spingendo i Governi degli Stati membri ad avanzare proposte valide per arrivare a una certificazione elettronica dotata di codice QR, riconosciuto in tutti i Paesi, che attesti l’esito di un tampone, della raggiunta immunità o dell’avvenuta vaccinazione in modo immediato, universale, non falsificabile, garantendo il rispetto della privacy, in alternativa al vecchio certificato cartaceo. Insomma, una sorta di passaporto sanitario elettronico. Una soluzione, già sperimentata e utilizzata durante un evento in presenza, che soddisfa pienamente questi requisiti è My Health Passport, sviluppata da Blockchain Italia.io, società di software specializzata in soluzioni fintech e blockchain per l’ottimizzazione dei processi, che utilizza la blockchain di Algorand, ideata dal “Premio Turing” Silvio Micali, nota per essere green, pubblica, sicura e scalabile.

passaporto sanitario elettronico

Come funziona il passaporto sanitario elettronico My Health Passport

La soluzione italiana My Health Passport permette di creare una credenziale globalmente verificabile che garantisce l’autenticità del certificato di vaccinazione o dell’esito del test/tampone Covid-19 così da poterne dimostrare la validità mostrando comodamente un QR code. Si tratta di una soluzione utilizzabile da qualunque ente che abbia la necessità di trasmettere credenziali sanitarie all’utente finale in modo sicuro e tracciabile.

Il processo è semplice: una volta effettuato il test o il vaccino, My Health Passport consente un rapido caricamento dei dati sulla piattaforma MyHPass da parte degli enti sanitari e l’invio immediato via mail di un certificato scannerizzabile con QR-code a ogni soggetto che ne abbia necessità. Non è necessario che questi abbiano un account registrato, perché possono ricevere il certificato direttamente al proprio indirizzo di casella elettronica e potranno quindi decidere se stamparlo o custodirlo nel proprio dispositivo.

In caso di spostamenti si potrà esibire il certificato su richiesta alle autorità che, semplicemente scansionando il QR-code, saranno in grado di verificare con certezza la validità della credenziale, la data di avvenuta vaccinazione o test, l’ente che ha emesso il certificato, l’eventuale data di scadenza, ecc. Nel caso della somministrazione di un vaccino, si potrà anche controllare se fosse la prima o la seconda dose, quale vaccino e di quale lotto facesse parte.

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I vantaggi dell’impiego di tecnologie blockchain-based

L’utilizzo della tecnologia blockchain è aumentato in modo esponenziale negli ultimi anni e, grazie ai suoi benefici e alle sue proprietà rivoluzionarie, sono sempre di più gli ambiti e i settori in cui trova applicazione: dal mondo finanziario e assicurativo, che si è attivato per primo, al mondo agrifood, advertising, logistico, fino alla Pubblica Amministrazione. È evidente che l’adozione di tecnologie innovative come la blockchain può aiutare in operazioni di verifica dell’autenticità dei dati di somministrazione dei vaccini o test e semplificare la condivisione dei dati. La tecnologia blockchain crea un registro immutabile e accessibile ovunque, inoltre, nonostante i dati non vengano mai registrati “in chiaro”, consente di identificare quale ente abbia emesso una data certificazione attraverso quella che viene definita “chiave pubblica”. Si tratta dunque di un sistema immutabile e trasparente e pseudo-anonimo.

Parliamo però di blockchain veramente pubbliche e decentralizzate che, a differenza di quelle private o consortili, non possono essere in nessun caso modificate o manomesse. In una blockchain privata è sempre possibile quello che in gergo viene chiamato “roll-back”, nel caso in cui gli interessi dei partecipanti al network coincidano. Con blockchain come Ethereum o Algorand questo non è in alcun caso possibile. Semplificando, potremmo dire che quanto maggiore è la trasparenza tanto più è difficile la frode e la manipolazione e risulta complicato corrompere il sistema. Queste caratteristiche sono cruciali quando si parla di dati sanitari e quando in ballo c’è la salute dei cittadini.

La scelta di Algorand per il passaporto sanitario elettronico

La soluzione My Health Passport utilizza la blockchain di Algorand, una blockchain pubblica e green, che non utilizza la prova di lavoro (Pow), che consuma grandi quantità di energia, ma adotta un particolare sistema per la creazione del consenso chiamato Pure Proof of Stake, in grado di garantire alte prestazioni in termini di velocità, scalabilità e reale decentramento, mantenendo inoltre costi e consumi energetici estremamente ridotti. C’è poi un’altra caratteristica che contraddistingue Algorand e che la rende un protocollo adatto a use case come questo: per come è stata progettata non può andare incontro a “fork”, ovvero non potrà mai succedere (a differenza di quanto avviene su altri protocolli) che la blockchain si divida in due rami, abbandonando a un certo punto una delle catene e generando dunque una sostanziale incertezza.

Algorand, scelta per i suoi vantaggi tecnici, è un protocollo che effettua una transazione praticamente in tempo reale, con una latenza che arriva al massimo a un tempo di 4.2 secondi, caratteristica fondamentale quando bisogna “notarizzare” (così viene definito il processo con cui i dati si rendono immutabili sulla blockchain) una grande quantità di informazioni il più velocemente possibile, come nel caso dei dati sanitari.

passaporto sanitario elettronico

Il contesto internazionale

La pandemia ha messo in luce i limiti dei moderni sistemi sanitari per gestire le emergenze di salute pubblica mostrando quanto sia complesso sia il coordinamento tra gli enti, sia il controllo delle informazioni sanitarie, e quanto ciò crei confusione nel pubblico, in attesa di chiare indicazioni mentre procedono le vaccinazioni. Per non parlare del ritmo lento e irregolare con cui i Paesi che hanno accesso all’immunogeno stanno procedendo.

Attuare rapidamente il piano vaccinale contro il Covid-19 è di assoluta priorità, ma è altrettanto importante rilassare le restrizioni il prima possibile per permettere la ripartenza socio-economica, consentendo di ricominciare a spostarsi e viaggiare facilmente. Adesso, quando consentito e in circostanze limitate, si richiedono vari tipi di prove documentali, certificati medici, risultati di test e autodichiarazioni. Tuttavia, per la mancanza di standard e sistemi interoperabili, l’accettazione di questi documenti non è sempre garantita e si verificano spesso casi di contraffazioni.

È per questo che in Europa e non solo si sta parlando da tempo del ricorso a un passaporto sanitario, riconosciuto in tutti gli Stati membri, che risolva questi problemi. Mentre oltreoceano lo stato di New York ha iniziato a testare soluzioni basate su tecnologie DLT/Blockchain, Bruxelles ha proposto il “Digital Green Certificate”, che dovrebbe facilitare i viaggi in vista dell’estate ed evitare le quarantene. Per evitare discriminazioni, poiché il vaccino non è obbligatorio, la soluzione scelta deve permettere di registrare tre tipi di certificati: uno per la vaccinazione, uno per i test PCR o i test antigeni approvati dall’UE, nonché un certificato per le persone che hanno già contratto il Covid-19 e sono guarite dalla malattia. Si parla inoltre di garantire “l’interoperabilità” e la minimizzazione dei dati.

Nonostante non siano ancora state pubblicate le specifiche tecniche, il richiamo all’interoperabilità fa pensare al possibile ricorso a sistemi basati su tecnologia blockchain, che è globale, pubblica e permette una verificabilità universale dei dati registrati.

Conclusioni

Il modello di condivisione dei dati basato sulla blockchain permette a chi possiede un proprio wallet di non delegare a terze parti la custodia e il controllo delle informazioni presenti. Pertanto, l’utente ha la facoltà di decidere di esporre solo i dati dei certificati utili al fine e non i dati sensibili.

Grazie a questi sistemi, un cittadino con la necessità di spostarsi o viaggiare potrebbe dimostrare di aver effettuato un vaccino, di essere risultato negativo ad un tampone oppure di essere guarito, in modo semplice, sicuro e affidabile. Tutto questo può avvenire con la garanzia che le entità rilascianti le informazioni di cui sopra siano autorizzate ad immettere nel sistema dati certi e affidabili.

La proposta legislativa della Commissione Europea in merito al Digital Green Certificate può trovare riscontro in My Health Passport, che è stata utilizzata in concreto per la prima volta in Italia durante l’evento di inaugurazione di Hangar21 a Milano, il nuovo polo tecnologico per la produzione multimedia di TMP Group e, nel pieno rispetto del protocollo anti Covid-19, sono stati “certificati” in modo elettronico gli esiti del tampone effettuato a tutti i presenti: oltre agli organizzatori e allo staff tecnico anche agli artisti, musicisti e performer che si sono esibiti dal vivo.

La piattaforma My Health Passport è stata presentata ufficialmente nel panorama europeo il 10 marzo scorso durante una tavola rotonda dal titolo “COVID-19 Vaccination Delivery and Tracking: Challenges and Solutions” organizzata dall’Healthcare Working Group di INATBA lnternational Association for Trusted Blockchain Applications, associazione promossa dalla commissione europea che coinvolge oltre 100 imprese, organizzazioni e istituzioni europee – a cui hanno preso parte diversi esponenti internazionali, tra cui rappresentanti dell’OMS. Il prossimo step sarà quello di presentare la soluzione alle istituzioni italiane e internazionali non UE.

Nella speranza che, attraverso il certificato, si possa minimizzare al massimo il rischio di contagio, è auspicabile credere che l’adozione di una credenziale universalmente verificabile potrebbe rappresentare il primo grande passo per la ricostruzione socio-economica del nostro Paese e dell’Europa.

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