Dalla blockchain nuove prospettive per la filiera agroalimentare

Dall’analisi degli Osservatori Blockchain & Distributed Ledger e Smart Agrifood emerge come questa tecnologia stia rispondendo in misura crescente alla domanda di tracciabilità e di trasparenza informazione nelle filiere. Sono infatti più che raddoppiati nell’ultimo anno i progetti e si tratta di iniziative che, nel 24% dei casi, sono state sviluppate all’interno del comparto alimentare in maniera trasversale

Pubblicato il 27 Giu 2019

supply chain
Valeria Portale, direttore degli Osservatori Mobile Payment & Commerce e Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano

Cresce l’interesse per l’applicazione delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger nella filiera alimentare: sono 42 i progetti internazionali e italiani mappati dal 2016 al 2018 dal lavoro congiunto degli Osservatori Smart AgriFood e Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano. Sono più che raddoppiati nell’ultimo anno e si tratta di iniziative che, nel 24% dei casi, sono state sviluppate all’interno del comparto alimentare in maniera trasversale, nel 21% sono state specificatamente dedicate alla filiera della carne, nel 17% all’ortofrutta, nel 10% al cerealicolo. Nel 50% dei casi è stato riscontrato un forte ruolo guida da parte degli attori della distribuzione e della trasformazione (in particolare, grandi realtà del settore alimentare attive a livello internazionale).

Blockchain e tracciabilità di filiera

Filippo Renga, direttore degli Osservatori Innovazione Digitale nel Turismo, Fintech & Insurtech e Smart Agrifood

Senza dubbio la Blockchain tra il 2018 e il 2019 è stata una delle tecnologie che ha destato più interesse sul fronte dell’innovazione per la tracciabilità alimentare, soprattutto in combinazione con altre tecnologie. Il vantaggio principale che gli attori individuano in tali piattaforme risiede nella garanzia di un livello di sicurezza del dato più elevato rispetto a quanto possono garantire gli attuali sistemi; in particolare sono maggiori la garanzia di immutabilità delle informazioni, la trasparenza lungo la filiera e l’incremento dell’efficacia e dell’efficienza dei processi di recupero dei dati in caso di situazioni critiche per la food safety. Si consideri, tuttavia, che sono davvero limitati oggi i case study all’interno dei quali è stato possibile verificare con attenzione i benefici derivanti dall’applicazione della Blockchain. Non mancano perplessità sul fronte della reale applicabilità alle filiere dell’AgriFood, legate in primis alle “tecnicalità” delle stesse piattaforme (ad esempio, la garanzia di mantenimento del legame tra movimenti fisici del prodotto – soprattutto nel caso della materia prima – e registrazione dei dati) e alla tipologia dei dati da condividere (le transazioni includono anche informazioni riservate: fino a quale livello ne è consentita la trasmissione e la condivisione?). È inoltre importante considerare che le soluzioni Blockchain per l’agrifood promosse da attori “forti” nella filiera, che centralizzano la gestione dei dati, rischiano di smorzare le potenzialità della tecnologia. Pertanto, al fine di consentire a tale tecnologia di raggiungere al meglio gli obiettivi per cui viene implementata, sarà essenziale il pieno coinvolgimento di tutti gli attori della filiera: un tema che fa riflettere su come essa potrà influire sugli equilibri di una filiera complessa come quella alimentare – composta da una moltitudine di attori che godono di differente potere di mercato e contrattuale – e sulla distribuzione dei benefici concreti per tutti gli stakeholder (si pensi in particolare agli attori del mondo agricolo, coinvolti nell’85% dei progetti avviati).

Fonte: Osservatorio SmartAgrifood e Osservatorio Blockchain Distributed Ledger, Politecnico di Milano

La Blockchain e il contesto dell’Internet of Value

Vi è ancora molta confusione sul significato dei termini Blockchain e Distributed Ledger: secondo l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, le tecnologie Blockchain sono incluse nella più ampia famiglia dei Distributed Ledger a cui aggiungono alcune funzionalità tipiche di altre soluzioni.

Le tecnologie Distributed Ledger (DLT) sono sistemi basati su un registro distribuito, in cui tutti i nodi di una rete possiedono la medesima copia di un database che può essere letto e modificato in modo indipendente dai singoli nodi. Nei sistemi di Distributed Ledger le modifiche al registro vengono regolate tramite algoritmi di consenso e fanno anche un ampio utilizzo della crittografia. Superando la definizione tecnica di Distributed Ledger e Blockchain, è possibile inserire queste tecnologie nel contesto più ampio dell’Internet of Value. Esso viene definito come una rete digitale di nodi che si trasferiscono valore, in assenza di fiducia, attraverso un sistema di algoritmi e regole crittografiche: tale sistema permette di raggiungere il consenso sulle modifiche da apportare a un registro distribuito che tiene traccia dei trasferimenti di asset digitali univoci.

Fonte: Osservatorio SmartAgrifood e Osservatorio Blockchain Distributed Ledger, Politecnico di Milano

Come la blockchain può portare valore all’agrifood

Il settore Agrifood si sta avvicinando a queste tecnologie (il 5% della totalità dei casi analizzati negli ultimi 3 anni – da inizio 2016 a fine 2018 – appartiene a questo settore) con particolare attenzione al tema di tracciabilità di prodotto agroalimentare. Questo e altri processi potrebbero essere supportati dall’applicazione dei Distributed Ledger, tuttavia – per capire se questa tecnologia può portare valore – il processo dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:

  • trasferimento di asset: i partecipanti hanno la necessità di trasferirsi degli asset, ossia prodotti fisici che possano avere un corrispettivo asset digitale;
  • unicità dell’asset: l’asset da trasferire è distinguibile e unico quindi non replicabile, può essere una qualsiasi unità di prodotto;
  • digitalizzazione: l’asset da trasferire può essere nativamente digitale o facilmente digitalizzabile;
  • sfiducia tra i partecipanti: i partecipanti della rete non si conoscono e non si fidano uno dell’altro, hanno quindi la necessità di una terza parte o di un sistema condiviso che garantisca che tutte le copie del registro vengano aggiornate nello stesso modo;
  • numerosità dei partecipanti: vi sono tanti attori che devono interagire tra loro trasferendosi asset e scambiandosi informazioni, senza che ci siano attori in grado di fungere da terza parte fidata o che abbiano il potere di condizionare le azioni degli altri attori;
  • necessità di condividere informazioni: è utile rendere visibili le informazioni a una moltitudine di soggetti;
  • importanza dell’immutabilità delle informazioni: è importante che le informazioni condivise non siano modificabili a posteriori.

In alcuni processi di tracciabilità molte di queste condizioni sono presenti, motivo per cui si pensa che i Distributed Ledger possano portare del valore. Tuttavia, ogni caso è da valutare singolarmente, per capire se queste tecnologie aggiungano valore rispetto alle tecnologie di tracciabilità già esistenti.

Leggi gli articoli dedicati alla blockchain per la filiera agrifood di Agrifood.Tech

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