UE e ONU guardano a Ethereum per la gestione delle identità dei rifugiati

L’emergenza del tema immigrazione sta accelerando l’utilizzo, in produzione, di soluzioni per il riconoscimento della identità basate sulla Blockchain

Pubblicato il 04 Set 2017

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Mauro Bellini @mbellini3 Linkedin

Anche la UE si è unita all’iniziativa dell’ONU per portare aiuti ai rifugiati utilizzando la piattaforma Blockchain Ethereum. Per rispondere alla crescente esigenza di trasparenza nella gestione degli aiuti le grandi organizzazioni internazionali si stanno rivolgendo in modo crescente alla Blockchain considerata come piattaforma sulla quale appoggiare i tools per il riconoscimento dell’identità.

La task force del Parlamento Europeo dedicata allo sviluppo di progetti basati su Distributed Ledger Technologies (DLT) con la denominazione di Horizontal Task Force on Distributed Ledger Technology avviata all’inizio del 2017 ha messo in pista una serie di importanti progetti. Tra gli use case più significativi c’è appunto quello relativo alla gestione delle risorse da destinare agli aiuti per i rifugiati.

Il tema di stretta attualità e lo vediamo ogni giorno sui principali organi di informazione: rifugiati che hanno difficoltà a dimostrare la loro identità e conseguentemente sono esclusi da aiuti o da servizi che possono diventare attivi solo nel momento in cui un soggetto è correttamente riconosciuto. Uno dei temi è proprio quello legato ai luoghi di provenienza e alla distinzione tra rifugiato politico e rifugiato economico. Un tema questo che interessa direttamente anche tutte quelle ONG (Organizzazioni Non Governative) che si trovano a gestire un primo punto di contatto con immigrati e rifugiati.

Una soluzione può arrivare dalla Blockchain e da Ethereum in particolare che è stata oggetto di studio da parte delle Nazioni Unite che hanno sviluppato un progetto specifico per la distribuzione di aiuti in Giordania basato su Ethereum. Il progetto prevedeva la distribuzione di un coupon che viene reso crittograficamente univoco e che è destinato a un numero preciso di cittadini giordani. In parallelo il sistema stabilisce delle piattaforme di riconoscimento dell’identità nei punti di erogazione degli aiuti attivi nei campi rifugiati presenti nella nazione.

Grazie all’utilizzo di un sistema basato su una soluzione di eye-scanning realizzata da IrisGuard la piattaforma può verificare l’identità dei soggetti che possono ricevere e utilizzare i coupons spendibili come aiuti.

Le soluzioni di riconoscimento adottate nei punti vendita presenti nei campi profughi provvedono ad associare il riconoscimento dell’identità con il valore associato al coupon per poi effettuare una riconciliazione corretta e precisa tra aiuto erogato e soggetto ricevente.

La soluzione è basata su Ethereum e coinvolge qualcosa come 10mila persone partendo in questo specifico caso dall’assunto che in queste circostanze queste persone non sono nella condizione di avere accesso a strumenti digitali come smartphone che possono evidentemente facilitare e velocizzare la diffusione di questo tipo di progetti.

Immagine fornita da Shutterstock

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