Blockhain in azienda? Ecco il vademecum in cinque step di Roland Berger

Pubblicato il 17 Set 2019

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La blockchain può rivelarsi una alleato perfetto per aziende e istituzioni, ma per implementare la soluzione giusta bisogna avere una visione chiara e consapevole del proprio modello di business e avvalersi di una squadra altamente competente. A confermarlo è un recente studio della società di consulenza Roland Berger, “Blockchain, a step-by-step guide to implementation”, che fissa i cinque passi da compiere per le aziende che vogliano avvicinarsi a questo mondo e trarne il massimo dei vantaggi.

“Negli ultimi due anni in Italia si è assistito ad una sorta di corsa all’oro: non avere applicazioni o soluzioni di blockchain faceva apparire le aziende antiquate, superate, non contemporanee – afferma Andrea Bassanino, partner di Roland Berger Italia – Sono proliferati tentativi di applicazione molto variegati, alcuni improbabili, senza un compelling business case e senza una chiara valutazione delle capabilities necessarie. Tutto pur di dichiarare di avere una iniziativa di blockchain in atto. Ad oggi, ed auspicabilmente in prospettiva, si sta affermando un approccio più razionale e strutturato che prevede una analisi approfondita e una prioritizzazione delle esigenze di business in cui la blockchain può effettivamente fare la differenza. Un approccio, questo, che porterà a marcate differenziazioni nelle soluzioni adottate e quindi verso una blockchain à la carte”.

Da queste considerazioni nasce il vademecum messo a punto da Roland Berger, che vede in prima posizione la necessità di stabilire se davvero è importante nel caso specifico adottare soluzioni che adottino la Distributed ledger technology, analizzando i processi e le necessità dell’organizzazione, per capire se la blockchain sia la soluzione corretta o se sia meglio adottare altri sistemi di data management. In secondo luogo sarà importante il settaggio delle caratteristiche, per capire se sia più utile la creazione di una rete pubblica o privata, con quale numero di nodi e quali dati da archiviare, decidendo anche chi avrà gli accessi e quale sarà il meccanismo di consenso. Arriva poi il momento del focus sulle risorse: “è di importanza fondamentale avvalersi di risorse specializzate e competenti per la preparazione della base tecnologica – spiega Roland Berger – arruolando anche team esterni. Questa integrazione / rimodulazione dell’organigramma aziendale deve andare di pari passo con una evoluzione vera della cultura aziendale, in un vero e proprio cambio di prospettiva”. IL quarto punto riguarda l’analisi costi-benefici con un focus sul ROI (return on investments): “Solo in caso di risultati positivi – spiega la società di consulenza – è consigliabile portare avanti il progetto di blockchain ipotizzato”. Infine la 

costruzione della blockchain, “partendo da un prototipo, fino a realizzare pezzo dopo pezzo la ‘catena di blocchi’ ideata e sviluppata negli step precedenti”.

“In ogni caso la blockchain non può e non deve essere un imperativo categorico da realizzare necessariamente al più presto possibile ed a tutti i costi – conclude Bassanino – Molte sono le aziende e le organizzazioni che ad oggi non hanno ancora raggiunto lo stadio di sviluppo del ciclo vita necessario per considerare la blockchain come una priorità assoluta. Il timing è importante ed il vantaggio della prima mossa può essere rilevante. Tuttavia è sconsigliabile fare il passo più lungo della gamba e lanciarsi in iniziative senza averne curato i presupposti alla base. Diversi player dell’agroalimentare, del beverage e del tessile hanno lanciato iniziative di blockchain avendo prima lavorato per costruire un solido ecosistema di filiera che la piattaforma crittografica ha poi consentito di certificare ed autenticare”.

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