Come tutti i fenomeni tecnologici innovativi, anche la Blockchain corre un rischio: quello di essere considerata come la panacea di tutti i problemi che affliggono il mondo del business. D’altro canto alcuni commettono l’errore opposto, ovvero di considerarla alla stregua di un fenomeno effimero del momento, destinato ad avere poco spazio nel prossimo futuro. Il dato di fatto, come abbiamo raccontato più di una volta, è che già oggi la Blockchain trova applicazioni concrete in tantissimi settori, grazie alla sua capacità di colmare alcune lacune innescate dal rapido processo di digitalizzazione a cui siamo sottoposti. A partire, naturalmente, dal trasferimento certificato dei dati, che rimuove la necessità di un intermediario fisico. Altra capacità unica della Blockchain è quella di rafforzare la fiducia tra gli attori attraverso la crittografia piuttosto che con un sistema centralizzato di controllo. Questo concetto diventa più chiaro andando a vedere i rami in cui la catena a blocchi sta incontrando i maggiori successi: ad esempio, nel campo assicurativo, nell’assistenza sanitaria e nell’industria dei beni di consumo esiste un potenziale significativo per migliorare la trasparenza delle informazioni condivise, anche perché si ha a che fare con un’ampia gamma di parti interessate, fattore che ovviamente moltiplica le possibilità di attrito. La condivisione dei dati in tempo reale resa possibile dalla Blockchain può invece avere l’effetto aumentare la produttività, appianare le divergenze e ridurre i costi.
La Blockchain tra vantaggi e criticità
Ma in realtà le caratteristiche di questa tecnologia la rendono potenzialmente appetibile per le imprese di tutte le dimensioni e comparti produttivi, andando ben oltre il mondo delle criptovalute, che probabilmente rappresenta il tipo di applicazione più nota al grande pubblico. Non a caso un rapporto CompTIA ha rilevato come il 22 percento delle aziende stia sviluppando strumenti che utilizzano la Blockchain in una grande varietà di casi d’uso. Secondo un altro studio, questa volta elaborato da PwC nel 2017, il 77% delle organizzazioni di servizi finanziari prevede di adottare la Blockchain all’interno di un sistema o processo produttivo entro il 2020, mentre il 90% delle società di pagamento prevede di investirci per i propri sistemi di produzione entro il 2020. Al tempo stesso, però, occorre considerare che la Blockchain è pur sempre una tecnologia che, come tutte le altre, può nascondere delle criticità, soprattutto in fase di implementazione, dal momento che non sempre può rivelarsi semplice l’integrazione con il resto dell’infrastruttura IT aziendale.
Blockchain: la strategia di DXC
Dunque le aziende devono innanzitutto migliorare la loro consapevolezza e comprensione del fenomeno Blockchain. In particolare, dovrebbero avere ben chiaro dove e come la Blockchain potrebbe essere più applicabile. Inoltre dovrebbero essere capaci di rispondere a domande del tipo: la Blockchain è in grado di accelerare o semplificare i miei processi? Può ragionevolmente portare a una riduzione dei costi? Una buona pratica può essere quella di testarne il funzionamento su alcuni determinati ambiti dell’attività aziendale, così da comprenderne le reali funzionalità e potenzialità, nonché di gestire eventuali criticità. Soltanto in un secondo momento può essere il caso di valutare l’adozione della Blockchain su un maggiore numero di servizi, pensando a un vero e proprio piano di ROI (return of investment) complessivo. Ad esempio, un attore protagonista di questo mercato come DXC ha messo alla prova la Blockchain per gestire le restrizioni di accesso in un comparto innovativo come la stampa 3D. Grazie agli smart Contract tipici della Blockchain i fornitori esterni hanno la possibilità di vedere un determinato modello per un periodo limitato; inoltre l’accesso è consentito soltanto ai rivenditori autorizzati. Infine l’accesso al file viene rimosso una volta completata la stampa, evitandone l’uso non necessario o fraudolento. Sempre in ambito Blockchain DXC ha sviluppato, insieme allo specialista tedesco Contractus, una rete Industry 4.0 sicura e decentralizzata. Grazie a questa collaborazione è stata messa a punto una rete sicura e decentralizzata in cui le aziende partecipanti possono interagire in maniera flessibile. Ad esempio, rendendo possibile l’interazione legalmente conforme tra i partner, nonché automatizzando la conclusione di contratti.
Blockchain: le dieci domande da farsi
Nonostante il suo attivismo e le sue competenze sulla Blockchain, ritenuta un trend da cavalcare alle pari delle altre nuove tecnologie, DXC ha deciso di adottare un approccio non fideistico. Ritenendo piuttosto, che l’impatto della Blockchain dipenda in gran parte dalla sua applicazione concreta rispetto alle diverse esigenze e sfide di ogni settore.
In particolare, qualsiasi organizzazione che inizi a prendere in considerazione l’utilizzo della Blockchain dovrebbe rispondere al decalogo di domande approntato da DXC:
1) Esiste un forte bisogno di scambi di asset (fisici e virtuali) tra gli attori dell’ecosistema?
2) Esiste la necessità di avere a disposizione un repository comune tra le diverse parti coinvolte nel processo produttivo?
3) Il processo produttivo in cui si è coinvolti è specializzato e complesso, con un certo numero di intermediari?
4) C’è un bisogno di misure di sicurezza forti, come la strong authentication?
5) Tracciabilità: la catena delle operazioni è complessa e necessita di “prove” immutabili nel tempo?
6) C’è una volontà di avere processi e transazioni automatizzati, quasi in tempo reale?
7) Esiste una necessità di soluzioni condivise tra i molteplici attori dell’ecosistema?
8) Per ragioni di compliance, esiste una volontà di verificabilità e di monitoraggio continuo dei diversi passaggi?
9) Si vuole costruire un processo produttivo basato sulla fiducia tra i diversi attori dell’ecosistema?
10) Si sta pensando alla Blockchain per automatizzare i processi di business?
Secondo DXC, se il numero di risposte positive è compreso tra 0 e 4 non esiste una reale necessità di implementare la Blockchain nel proprio processo produttivo, ma possono essere ragionevolmente impiegate soluzioni più centralizzate e tradizionali. Dalle cinque risposte affermative in sù, invece, si è davvero Blockchain ready, ovvero pronti a beneficiare dei vantaggi in termini di costi e produttività che l’implementazione della Blockchain è in grado di assicurare.
*Fonte dell’articolo è il blog di DXC: