Polkadot e la blockchain di nuova generazione

Fondata dalla Web3 Foundation, Polkadot si posiziona come il protocollo in grado di collegare e rendere interoperabili diverse blockchain con specifici obiettivi in un’unica rete universale. Polkadot mira a sconvolgere i monopoli di Internet restituendo più autonomia ai singoli utenti, creando infrastrutture per il Web 3.0

Pubblicato il 22 Feb 2021

Barbara Regonini

revisore dei conti

polkadot

Polkadot, fondata dalla Web3 Foundation, si posiziona come il protocollo blockchain di nuova generazione, in grado di collegare e rendere interoperabili diverse blockchain con specifici obiettivi in un’unica rete universale. Polkadot mira a sconvolgere i monopoli di Internet restituendo più autonomia ai singoli utenti, creando infrastrutture per il Web 3.0 .

Uno dei limiti ben noti della tecnologia blockchain è l’interoperabilità ossia lo scambio non solo di dati, ma anche di applicazioni e servizi tra diverse catene. Gli sviluppatori hanno cercato di “colmare” questa carenza tramite “bridges” tra catene diverse, tuttavia, collegare molte (centinaia o migliaia) blockchain allo stesso tempo rimane una rilevante criticità da risolvere al fine di favorire un’adozione massiva della tecnologia. Questo è l’obiettivo del team di Polkadot che si dichiara fiducioso che nei prossimi anni si possa realizzare una soluzione efficace.

Cos’è Polkadot

Polkadot è un protocollo open source accessibile quindi a tutti. Secondo quanto già inizialmente immaginato da Gavin Wood, co-fondatore di Ethereum, vuole eccellere in sicurezza, scalabilità e innovazione, creando una infrastruttura adeguata a sostenere lo sviluppo e l’implementazione pratica di nuove idee progettuali, garantendo piena interoperabilità. Per raggiungere questo obiettivo, Polkadot ha creato il concetto di Parachain, ossia blockchain parallela, in aggiunta al concetto di catena principale chiamata Relay Chain. L’idea di base di questa struttura è che ogni Parachain possa continuamente scambiare dati e informazione con la blockchain principale Relay Chain. È come se ogni singola Parachain fosse “un singolo pezzo” del piano implementativo del sistema ETH.2.

Qualsiasi sviluppatore, sia esso un’azienda o singolo individuo può creare e personalizzare la propria Parachain grazie a un framework chiamato Substrate, utile per la creazione di criptovalute e sistemi decentralizzati. Ogni progetto in sviluppo, infatti ha le sue esigenze specifiche e Polkadot consente a ogni singola Parachain di avere il suo design ottimizzato per quella specifica funzionalità. Una volta che questa Parachain personalizzata è collegata alla rete Polkadot, diventa interoperabile con tutte le altre Parachains sulla rete stessa. Così, la creazione di applicazioni, prodotti e servizi cross-chain diventerà sempre più semplice e i trasferimenti cross-blockchain di dati o risorse saranno possibili anche su larga scala.

La sicurezza e la validazione dei dati tra queste diverse Parachains saranno garantite da “validators” di rete. Anche se in numero ridotto, questi validatori possono gestire e mettere in sicurezza più Parachains, garantendo inoltre una migliore distribuzione delle transazioni da validare sulle diverse catene (una sorta di parallelizzazione del processo di validazione) migliorando così la scalabilità dell’intero sistema.

Anche se resta da vedere in concreto che tipo di prodotti e servizi saranno creati grazie al sistema Polkadot, la speranza è che possa impiantarsi un ecosistema completamente nuovo, che attraverso singole Parachains possa gestire parallelamente diversi cicli e processi del sistema stesso, anche tenuto conto che le Parachains potranno essere migliorate attraverso upgrade senza necessità di “hard forks”.

polkadot

Il ruolo del token DOT

Con riguardo al token nativo di Polkadot, DOT, esso garantisce ai detentori diritti di governance, come ad esempio la determinazione delle fees associate alla validazione delle transazioni che avvengono nel sistema, il diritto di votare le proposte di upgrade del sistema, nonché l’aggiunta o la rimozione di Parachains.

DOT è anche progettato per facilitare il sistema di consenso della blockchain attraverso lo staking (POS – Proof of Stake). Analogamente ad altre blockchains che prevedono lo staking, tutti i possessori di DOT sono incentivati a rispettare le regole del network in ogni momento, pena la perdita dei loro diritti.

Inoltre, DOT si potrà utilizzare per ottenere l’inclusione nel sistema Polkadot di nuove Parachains. Durante questo periodo di inclusione, i DOTs interessati verranno bloccati in uno smart contract e successivamente rilasciati una volta che la Parachain è eliminata dall’ecosistema. Questo può succedere nel caso in cui i progetti supportati dalle singole Parachains non sono più utili o non sono più manutenuti dagli sviluppatori. In questo caso, i DOTs precedentemente bloccati vengono rilasciati e restituiti. I fondatori di Polkadot hanno affermato infatti che il token DOT non dovrebbe avere le caratteristiche di un asset speculativo, poiché è progettato principalmente per gli scopi di cui sopra, quindi la realizzazione, il supporto, la manutenzione e aggiornamento di progetti a medio lungo termine. Questo aspetto potrebbe quindi contribuire al suo apprezzamento nel tempo.

Prospettive per Polkadot nel 2021 e oltre

Sulla carta, ci sono molte cose che possono rendere Polkadot attraente per gli sviluppatori. Detto questo, Polkadot rimane un ecosistema molto giovane, quindi ci vorrà ancora del tempo prima che inizino i primi veri grandi progetti.

Su PolkaProject si trova un vasto elenco (oggi 356 progetti) tra cui oracle, wallest, Dapps, infrastructure etc.

Le Parachains sono l’ultima funzionalità “core” che sarà realizzata secondo il piano esposto nel white paper di Polkadot. Dopo un periodo di test, ottimizzazione e controllo, le Parachains saranno pronte per il lancio e una volta che saranno operative e gestite tramite il sistema di governance on chain, la community determinerà quali funzionalità aggiuntive e aggiornamenti di rete si aggiungeranno successivamente nel tempo.

In una prima fase le Parachians saranno implementate su testnet per la risoluzione di bugs e la verifica di tutte le funzionalità.

Una volta che il codice sarà stato completamente auditato e definito nella sua versione standard di base, si passerà a una fase in cui i progetti- Parachains che vogliono integrarsi con Polkadot dovranno partecipare a un’asta per accaparrarsi gli slot di chain disponibili sul sistema e dovranno altresì essere votati tramite un sistema di voto on chain. Affinché infatti una Parachain possa essere aggiunta a Polkadot deve risiedere in uno slot di Parachain disponibile. Uno slot di Parachain è una risorsa scarsa su Polkadot e quindi limitatamente disponibile.

Le aste di slot di chains saranno svolte inizialmente sul sistema Kusama, un ambiente in cui i progetti si testano e vengono ottimizzati dagli sviluppatori con regole di consenso e di governance proprie. Per partecipare a queste aste di chain-slot occorrerà vincolare i tokens KSM, pertanto ci si potrebbe aspettare una crescita di valore del token stesso rispetto a un trend che già oggi è positivo. Una volta completati tutti gli audit e verificato che le Parachains funzionano senza intoppi su Kusama, la Polkadot community abiliterà le funzionalità di Parachain verificate tramite voto on chain, e comincerà a eseguire le aste per l’allocazione degli slot su Polkadot via on-chain governance.

Dopo la prima asta su Kusama, ci sarà una nuova asta che si svolgerà all’incirca ogni due settimane. Dopo ogni asta, la Parachain vincente verrà integrata in Polkadot e avrà inizio il periodo in cui lo slot di chain è concesso in leasing al progetto stesso. Le aste avverranno su base continuativa man mano che saranno disponibili più slot e scadranno i contratti di locazione di quelli precedentemente concessi in leasing.

Ogni slot, infatti, viene concesso con 2 anni di leasing alla scadenza dei quali, si può rinnovare, oppure si può svincolare il progetto che quindi si sgancia da Polkadot con la sua Parachain.

Per mantenere una Parachain e il relativo leasing, occorre una grossa quantità di token DOTs che vengono vincolati come collaterale in uno smart contract.

Se un progetto non ha tutte le risorse per i DOTs che occorrono per vincere l’asta e mantenere il leasing, può intraprendere una sorta di ICO che si chiama “parachain lease offering”: chiunque può offrire i propri DOTs a un progetto che vuole diventare Parachain su Polkadot. I DOTs vengono vincolati in uno smart contract e quindi sostanzialmente l’investitore non spende i propri DOTs, ma vincolandoli per un tempo prestabilito riceverà un reward del token stesso o altri benefici. Al termine del periodo di leasing l’investitore potrà decidere se rinnovare il vincolo al progetto oppure svincolarli in base alle previsioni dell’accordo contenuto nello smart contract e al sistema di incentivi definiti.

La prima asta dovrebbe avvenire entro il primo semestre 2021, e considerando il numero dei progetti potenzialmente in gara e i meccanismi di staking sottostanti allo schema di sviluppo dell’ecosistema Polkadot, ci si può aspettare un apprezzamento di DOT.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale Digital360Awards e CIOsumm.it

Tutti
Update
Round table
Keynote
Video
Digital360Awards e CIOsumm.it, i momenti salienti
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, ecco i progetti vincitori
Tavola rotonda
Evoluzione del CIO: da centro di costo a motore strategico del business
Tavola rotonda
Business Process Augmentation: dall’RPA alla GenAI… il dato e tratto
Approfondimenti
Sistemi digitali potenziati: l’intelligenza dei chatbot è nelle mani dei CIO
Tavola rotonda
Intelligenza collaborativa e AI: sfide e opportunità per i CIO nell’era dello Human to Machine (H2M) 
Approfondimenti
Open Source: collaborazione e innovazione nel caos apparente del software libero 
Metodologie
BANI: che cos’è e come l’AI può aiutare i CIO a gestire la felicità (e l’infelicità) dei talenti
Prospettive
AI in un mondo complesso. Tra ordine e disordine, le aziende iniziano a capire la giusta via
Approfondimenti
Intelligenza Umana vs Intelligenza Artificiale insieme. Non invece
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, al via l’evento conclusivo
Video
Digital360Awards e CIOsumm.it, i momenti salienti
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, ecco i progetti vincitori
Tavola rotonda
Evoluzione del CIO: da centro di costo a motore strategico del business
Tavola rotonda
Business Process Augmentation: dall’RPA alla GenAI… il dato e tratto
Approfondimenti
Sistemi digitali potenziati: l’intelligenza dei chatbot è nelle mani dei CIO
Tavola rotonda
Intelligenza collaborativa e AI: sfide e opportunità per i CIO nell’era dello Human to Machine (H2M) 
Approfondimenti
Open Source: collaborazione e innovazione nel caos apparente del software libero 
Metodologie
BANI: che cos’è e come l’AI può aiutare i CIO a gestire la felicità (e l’infelicità) dei talenti
Prospettive
AI in un mondo complesso. Tra ordine e disordine, le aziende iniziano a capire la giusta via
Approfondimenti
Intelligenza Umana vs Intelligenza Artificiale insieme. Non invece
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, al via l’evento conclusivo

Articoli correlati

Articolo 1 di 3