case history

Uber migra su Oracle Cloud: big data e AI potenziano i servizi di mobilità



Indirizzo copiato

La società ha scelto la Oracle Cloud Infrastructure (OCI) per supportare la sua espansione globale e migliorare servizi e prodotti con un’infrastruttura progettata per supportare ambienti multicloud

Pubblicato il 11 ott 2024



passaggio ad applicazioni cloud native

Durante il recente Oracle CloudWorld tenutosi a Las Vegas, è stata evidenziata la proposta cloud distintiva di Oracle attraverso le esperienze di molti clienti, tra cui Uber. Da oltre un anno, il principale servizio di mobilità e consegna on-demand a livello globale si avvale della Oracle Cloud Infrastructure (OCI) per sostenere la sua crescita, all’interno di una partnership focalizzata sull’innovazione.

La scelta di Uber di affidarsi a Oracle

Nel 2023, per la transizione della propria infrastruttura di base al cloud, Uber ha scelto Oracle e da quel momento ha iniziato a migrare su OCI gran parte dei suoi big data operativi e del suo stack di streaming, migliaia di microservizi, diverse piattaforme di storage dei dati e decine di modelli di intelligenza artificiale, al fine di promuovere una crescita redditizia, offrire nuovi prodotti al mercato e accelerare l’innovazione.

Recentemente Uber ha confermato che attualmente OCI supporta l’utilizzo di decine di modelli di intelligenza artificiale per l’erogazione dei servizi relativi a oltre un milione di viaggi l’ora e offre la capacità computazionale necessaria per realizzare 14 milioni di previsioni al secondo.

Con OCI, Uber ottimizza costi, output e latenza dei servizi AI-based

Uber ha raggiunto più alti livelli di scalabilità, automazione ed efficienza trasferendo le sue richieste di trip-serving delle applicazioni a OCI Compute con AMD e spostando una significativa quota dei suoi carichi di lavoro IT stateless per l’esecuzione su OCI Compute con Ampere Arm.

In aggiunta, per incrementare ulteriormente le performance dei workload basati sull’intelligenza artificiale e ottimizzare costi, output e latenza dei servizi basati su AI, Uber impiega l’infrastruttura “OCI AI” per potenziare le attività di inferenza di decine di modelli di intelligenza artificiale.

Infine, Uber ha migrato una parte del suo ambiente big data HDFS (Hadoop Distributed File System), uno dei più vasti nel settore, e ha riadattato il suo strato di storage in OCI Object Storage. Di conseguenza, ha ora la possibilità di far crescere lo storage fino a una capacità quasi infinita, con una durabilità elevata.

Una partnership all’insegna del multicloud per servizi di valore

Per continuare a crescere ed entrare in nuovi mercati abbiamo bisogno della flessibilità necessaria ad avvalerci di una vasta gamma di servizi cloud, allo scopo di garantire al cliente la migliore esperienza possibile”, ha dichiarato Kamran Zargahi, Senior Director, Tech Strategy e Cloud Engineering, Uber. “La collaborazione con Oracle ci ha permesso di innovare più rapidamente e al contempo gestire i costi dell’infrastruttura. Con OCI, i nostri prodotti e servizi possono essere eseguiti su un’infrastruttura all’avanguardia, progettata per supportare ambienti multicloud e scalabile per sostenere la crescita“.

“Uber è un perfetto primo esempio di organizzazione lungimirante che adotta partnership multicloud per fornire servizi di valore ai propri clienti“, ha commentato Karan Batta, Senior Vice President, Oracle Cloud Infrastructure.Siamo entusiasti del fatto che la nostra partnership cloud con Uber si stia evolvendo, man mano che l’azienda procede nella sua rapida crescita”.

Articoli correlati

Articolo 1 di 5