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Difesa da malware: i tool per le aziende contro virus, worm e trojan



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Le aziende si trovano di fronte a un’escalation di attacchi informatici. Il malware resta una delle minacce più pericolose. L’adozione di tecnologie capaci di analizzare comportamenti sospetti e di agire in tempo reale serve a proteggere dati e sistemi aziendali. Una guida sintetica fra IPS, Firewall, EDR, XDR e patch management

Pubblicato il 22 ott 2024



Difesa da malware

Nel 1988, il worm di Morris fu il primo malware a guadagnarsi l’attenzione in tutto il mondo, dopo aver infettato circa il 10% dei computer collegati a Internet. Il cyber attacco rivelò l’enorme vulnerabilità delle reti globali. Da allora, le minacce informatiche per rubare dati, interrompere servizi o causare danni sistemici sono cresciute in complessità e diffusione.  

Le organizzazioni sono costantemente sotto assedio, lo leggiamo ogni giorno, e per difendersi devono far ricorso a strumenti specifici e strategie di sicurezza ben strutturate. Cerchiamo di capire quali sono.

Cosa sono i malware e perché sono pericolosi per le aziende

Il termine malware è generico ed indica un software malevolo invasivo utilizzato per compromettere la sicurezza di reti e dispositivi con azioni specifiche e decisamente dannose. Può sottrarre dati sensibili come password o informazioni finanziarie, bloccare file e sistemi e compromettere il normale funzionamento delle operazioni aziendali. Alcuni tipi di malware sono utilizzati per controllare da remoto dispositivi infetti. Altri possono destabilizzare infrastrutture critiche o permettere lo spionaggio industriale. Le infezioni, comunemente avvengono tramite email di phishing, download di software non sicuri o accesso a siti web compromessi, link o allegati che, una volta cliccati, installano il malware.

I diversi tipi di malware: virus, worm, trojan e ransomware

I malware evolvono continuamente. I nuovi collaborano con varietà più vecchie oppure si combinano tra loro. Qui menzioniamo le principali (e più classiche) sottocategorie:

  • Virus: si replica infettando file e programmi eseguibili ma richiede l’interazione dell’utente per attivarsi. 
  • Worm: si autoreplica autonomamente, diffondendosi tramite vulnerabilità di rete senza bisogno di interazione umana. 
  • Trojan: mascherato da software legittimo, consente l’accesso non autorizzato al sistema. Spesso è utilizzato per rubare dati o installare altri malware. 
  • Ransomware: il più temuto, blocca o crittografa file, costringendo le vittime a pagare un riscatto per recuperare l’accesso ai propri dati. 
  • Spyware: raccoglie informazioni e dati da dispositivo e spia l’attività dell’utente. 
  • Adware: visualizza annunci pubblicitari durante la navigazione come pop-up non desiderati e genera una quantità eccessiva di finestre o notifiche invadenti. 

Quali sono i tool essenziali per la difesa da malware

La difesa da malware richiede un approccio multilivello che combina più strumenti, tecnologie e risorse.

Antivirus e antimalware: come scegliere la soluzione più adatta

L’antivirus rimane un elemento di base essenziale per la sicurezza informatica. Oggi le aziende si orientano verso soluzioni di antimalware che utilizzano machine learning. Questi strumenti rilevano anche malware sconosciuti o nuove evoluzioni (zero-day). Nella scelta di una soluzione, è fondamentale considerare la capacità di rilevamento in tempo reale e la compatibilità con i sistemi aziendali.

Le tecnologie moderne integrano l’analisi comportamentale e il sandboxing, che isola file sospetti per poi esaminarli. Gli ultimi antivirus utilizzano meccanismi per rilevare e bloccare anche minacce come i fileless malware, che attaccano la memoria e i processi di sistema e che solitamente sfuggono alle tecniche tradizionali di rilevamento.

Firewall e IPS: una barriera contro gli attacchi esterni

Il firewall, la prima linea di difesa per la rete, filtra il traffico in entrata e in uscita per bloccare attività sospette o non autorizzate.

Un firewall di nuova generazione (NGFW, Next Generation Firewall) si distingue dai tradizionali grazie a funzioni come il Deep Packet Inspection (DPI), che non si limita ad analizzare gli header dei pacchetti (informazioni basilari come indirizzi IP e protocolli), ma ne ispeziona anche i contenuti.

L’integrazione dei NGFW con tecnologie SD-WAN (sistema che separa la rete logica da quella fisica) protegge le reti distribuite tra sedi aziendali remote e ambienti cloud.

Per una protezione più profonda, si integra il firewall con un sistema di prevenzione delle intrusioni o IPS (Intrusion Prevention System) che monitora il traffico di rete in tempo reale e può identificare comportamenti anomali senza dover riconoscere un malware specifico già catalogato.

L’uso combinato di firewall e IPS permette strategie come la micro-segmentazione, dove la rete è suddivisa in sezioni monitorate in modo da prevenire la diffusione della minaccia in caso di compromissione di una delle parti.

EDR e XDR: soluzioni di rilevamento e risposta avanzate

Le soluzioni di Endpoint Detection and Response (EDR) monitorano costantemente l’attività sugli endpoint come computer, server e dispositivi mobili. Rilevano comportamenti anomali e rispondono automaticamente alla minaccia e in alcune soluzioni consentono l’isolamento automatico di un dispositivo compromesso dal resto della rete. Quelli basati su AI sfruttano algoritmi di rilevamento predittivo che prevedono comportamenti dannosi futuri basati su modelli storici di attacco.

Invece, l’Extended Detection and Response o XDR monitora non solo gli endpoint, ma l’intera infrastruttura IT, inclusi rete, cloud e applicazioni. L’XDR è in grado di correlare eventi su più livelli, migliorando la visibilità e la risposta agli attacchi. Raccoglie gli avvisi di e-mail, endpoint, server, carichi di lavoro cloud o reti e analizza i dati per identificare le minacce.

Le tecnologie EDR e XDR automatizzano la risposta agli incidenti, bloccano processi dannosi, isolano dispositivi compromessi.

Best practices per una solida difesa da malware

Se un’organizzazione mantiene alta l’attenzione alla sicurezza può ridurre le probabilità di un attacco informatico. Ecco le pratiche principali:

Educazione degli utenti: la prima linea di difesa

La formazione del personale aiuta a migliorare la consapevolezza e ridurre il rischio di errore umano. Questa può avvenire attraverso simulazioni di attacchi come il phishing; con l’uso di piattaforme di formazione basate su intelligenza artificiale dove si adattano i contenuti in base ad errori o lacune di sicurezza individuali oppure attraverso test di analisi comportamentale dei dipendenti per identificare potenziali minacce dall’interno (come la violazione di policy di sicurezza aziendali).  

L’uso di piattaforme di gamification per la formazione aiuta a migliorare con meno sforzo, l’adozione di best practices legate alla navigazione sicura, alla gestione degli accessi, all’uso di password forti o all’autenticazione a più fattori.

Backup regolari: un’assicurazione contro il peggio 

Fare backup significa memorizzare dati e informazioni in luoghi sicuri, come soluzioni off-site o air-gapped (fisicamente isolate dalla rete). Il versioning dei backup permette di ripristinare versioni precedenti dei file non compressi. Le soluzioni di backup moderne seguono il principio dello zero trust, dove nessun dispositivo, utente o applicazione è considerato attendibile per definizione. Questo riduce il rischio che un backup venga compromesso da attacchi interni o esterni. I backup immutabili, invece, non possono essere alterati o cancellati e mantengono copie inalterate dei dati anche in caso di compromissione.

Oltre ai tradizionali backup, molte aziende adottano soluzioni di Disaster Recovery as a Service (DRaaS), che offrono ripristino rapido delle operazioni aziendali in caso di disastro, con costi ridotti rispetto a soluzioni on-premises. Inoltre, l’uso della deduplicazione dei dati nei sistemi di backup consente di risparmiare spazio e ridurre i tempi di ripristino.

Patch management: aggiornare sempre i software

Le vulnerabilità software sono una delle principali vie d’accesso per il malware. Il patch management consiste nell’effettuare aggiornamenti per ridurre le possibilità di falle. Le soluzioni in commercio si basano su automazione e AI per gestire grandi volumi di aggiornamenti e utilizzano analisi basate sul rischio per decidere quali patch distribuire per prime. Le vulnerabilità vengono classificate in base alla loro gravità e all’esposizione al rischio. L’automazione, inoltre, riduce il tempo che intercorre tra la vulnerabilità e l’aggiornamento. Le soluzioni di patch management distribuite nel cloud permettono di mantenere aggiornati i sistemi decentralizzati, garantendo la protezione uniforme di tutti gli asset aziendali, ovunque si trovino.

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