Analisi

Enteprise AI in Italia, le sfide da affrontare



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Sicurezza, infrastruttura e “cultura” del dato sono le principali aree di attenzione. Nel nostro Paese l’utilizzo dell’AI è superiore alla media, ma manca un uso estensivo nelle organizzazioni. I risultati di una ricerca commissionata da Cloudera

Pubblicato il 29 ott 2024



Enterprise AI

In occasione dell’evento Evolve organizzato da Cloudera nei giorni scorsi a Milano, l’azienda ha fatto il punto sull’adozione dell’intelligenza artificiale nelle imprese globali, con un particolare focus sull’Italia, evidenziando quali sono i concreti casi d’uso di questa tecnologia e gli ostacoli alla sua adozione. 

L’evento ha rappresentato un’importante cassa di risonanza per illustrare i concreti benefici che possono essere generati all’interno delle organizzazioni. Durante Evolve24, agli oltre 300 partecipanti, i porta voce di aziende del calibro di Enel, Credit Agricole, Eutelsat, Poste Italiane e rappresentanti della PA dal Ministero di Giustizia, Comune di Milano, hanno illustrato i propri progetti di innovazione basati sull’AI.

Applicazione dell’AI nel mondo, l’Italia è al di sopra della media

Secondo l’indagine The State of Enterprise AI and Modern Data Architecture (commissionata da Cloudera a Researchscape e condotta nei mesi di aprile e maggio di quest’anno) che ha coinvolto quasi 700 leader IT negli Stati Uniti, in EMEA e APAC (di cui un centinaio in Italia) è emerso che ben il 98% delle aziende italiane fa uso di intelligenza artificiale. Si tratta di un dato che pone il nostro Paese al di sopra della media mondiale dove tale percentuale si ferma all’88%.

In generale, le aziende (94%) hanno dichiarato di fidarsi dei propri dati ma, allo stesso tempo, di far fatica (il 55%) ad accedere a tutto l’insieme di informazioni possedute. Questo problema è generato da: contraddittorietà dei dati (49%), incapacità di governare i dati tra le varie piattaforme (36%) e la quantità eccessiva di dati (35%).

Focalizzando l’attenzione sull’Italia, solo il 36% dei rispondenti italiani al sondaggio ha dichiarato che l’AI è utilizzata in modo estensivo nell’organizzazione, essendo limitata ad alcuni reparti (l’88% nell’IT, il 51% nel marketing, e il 43% nel customer service).

Inoltre, anche in Italia si hanno difficoltà nella governance e nell’uso dei dati con il 45% dei rispondenti che segnala il problema.

Le aree di applicazione dell’AI

Secondo la ricerca, attualmente tutte le organizzazioni applicano l’intelligenza artificiale su 3 fronti principali:

  • aumentare l’efficienza operativa 
  • accelerare i processi di analisi.  

In particolare, per quanto riguarda l’esperienza clienti: le imprese usano l’AI per innalzare i livelli di sicurezza e per il rilevamento di frodi (59%), per automatizzare l’assistenza clienti (58%), per impostare il servizio clienti predittivo (57%), per alimentare chatbot.

Sul fronte efficientamento, l’AI, come già accennato, è usata dai reparti IT ma anche per migliorare le promozioni marketing (45%) e fornire migliori servizi alla clientela (52%).

Infine, oggi, usare l’AI nell’azienda vuol dire prendere decisioni più informate (questo è vero per l’80% dei partecipanti alla ricerca).

Gli ostacoli all’adozione dell’intelligenza artificiale

I principali ostacoli che frenano l’adozione dell’AI sono le preoccupazioni in ambito sicurezza e compliance della gestione dei dati (74%). Inoltre, è particolarmente sentita (50%) anche la necessità di poter contare su una infrastruttura dati adeguata, così come su competenze in grado di applicare l’intelligenza artificiale in modo tale da poter trarne frutto.

Questo vale anche per le aziende italiane che, al pari di tutte le altre, non dimostrano di avere una strategia AI resiliente. La sfida da affrontare è quella di diffondere una forte cultura del dato, della sua condivisione e di una gestione che spesso è frammentata (per cui si corre il rischio di dati ridondanti, troppo numerosi e inutilizzati eccetera).

Eterogeneità delle fonti, difficoltà nell’omogeneizzare i dati e metterli a fattore comune, incapacità di consolidare le informazioni, a volte addirittura incongruenze tra le varie piattaforme sono, in sintesi, i principali problemi sperimentati dalle organizzazioni alle prese con progetti di AI.

Evolve24, le più recenti novità Cloudera per superare le preoccupazioni in merito all’AI

“Cloudera – spiega Fabio Pascali, regional vice president Italy, Greece & Cyprus dell’azienda – si pone l’obiettivo di rendere più accessibile l’AI per le aziende e in tale impegno si collocano le ultime innovazioni presentate nel dettaglio durante Evolve24. Si tratta dei nuovi acceleratori per progetti di machine learming progettati per realizzare facilmente modelli di Ai e ridurre il time-to-value dei casi d’uso e aumentarne gli effetti positivi”.

Fabio Pascali
Fabio Pascali, regional vice president Italy, Greece & Cyprus di Cloudera

Durante l’evento milanese sono stati descritti i più recenti strumenti presentati:

  • Fine-Tuning Studio, pensato per mettere a disposizione un’applicazione e un “ecosistema” completo per la gestione, la messa a punto e la valutazione degli LLM; 
  • RAG con Knowledge Graph per dimostrare come alimentare un’applicazione RAG (retrieval augmented generation) con un knowledge graph in modo da catturare relazioni e contesti non facilmente accessibili dai soli archivi vettoriali; 
  • PromptBrew che assicura assistenza basata sull’AI per creare prompt affidabili e ad alte prestazioni attraverso un’interfaccia utente intuitiva; 
  • la possibilità di fare analisi dei documenti sfruttando la soluzione di terze parti: Cohere CommandR e FAISS; 
  • Chat with Your Documents, basato sul precedente LLM Chatbot Augmented with Enterprise Data AMP, che è un acceleratore che promette di migliorare le risposte dell’LLM utilizzando il contesto compreso grazie all’approfondimento dei documenti caricati dall’utente. 

Per rispondere alle esigenze di sicurezza, soprattutto delle aziende che operano in settori particolarmente regolamentati, Cloudera ha presentato Cloudera Private Link Network. Essa dà connettività sicura e privata per mandare i workload degli utenti al Cloudera Control Plane, senza ricorrere all’uso di Internet pubblico. Cloudera Private Link Network è integrabile con i principali cloud provider e permette connettività multicloud.

La partnership con Snowflake 

Tra i più importanti annunci di Cloudera vi è quello relativo alla partnership con Snowflake, per consentire alle imprese di fruire di un data lake house ibrido, unificato, aperto alimentato da Apache Iceberg (progetto di cui Cloudera è stata parte integrante). D’altra parte, gli utenti di Snowflake potranno consultare i dati archiviati su Ozone di Cloudera (la soluzione compatibile con AWS S3 on premise) dalla loro piattaforma e avere accesso a tutti i principali form factor non solo in versione SaaS ma anche PaaS e on premise.

“La collaborazione con Snowflake – sottolinea Pascali – riduce il TCO complessivo dello stack integrato, favorendo la razionalizzazione delle pipeline. In generale, i nuovi clienti avranno una opportunità in più per creare una solida struttura su cui fondare processi di innovazione”.

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