I consumatori vogliono prodotti personalizzati, ma temono per la privacy dei loro dati

Dassault Systèmes e CITE Research hanno condotto un sondaggio che analizza le opinioni dei consumatori sulla personalizzazione di prodotti e servizi nei settori sanità, mobilità, retail, casa e città cercando di capire a cosa sono disposti a rinunciare per ottenerla

Pubblicato il 07 Apr 2020

Data preparatiom

Quasi tutti i consumatori, soprattutto i più giovani che appartengono alla Generazione X, Millennial e Z, si fanno promotori di una personalizzazione finalizzata a migliorare prodotti e servizi, qualità di vita e sicurezza personale. Per ottenere tale risultato, sono disposti a pagare in media il 25,3% in più, soprattutto per le cure personalizzate, meno per gli acquisti. Tuttavia in cambio, si aspettano di essere ricompensati con un risparmio medio del 25,6% per la cessione dei loro dati personali. Inoltre, per la consegna di un prodotto o servizio personalizzato, l’83% si aspetta che avvenga nel giro di pochi minuti o qualche ora; solo il 21% è disposto ad aspettare quattro o più giorni.

Lo rivela un sondaggio condotto su un campione di 3.000 consumatori statunitensi, cinesi e francesi, promosso da Dassault Systèmes in collaborazione con la società indipendente di ricerche di mercato CITE Research. Lo scopo: analizzare le opinioni sulla personalizzazione nella mobilità, nella sanità, nel commercio, nella casa e nell’ambiente urbano, sondare la definizione di personalizzazione e la disponibilità a cedere dati personali in cambio di prodotti/servizi personalizzati a seconda della generazione, dell’area geografica e della familiarità con le tecnologie.

Salute, sicurezza personale e riservatezza dei dati in testa

I consumatori sono interessati soprattutto a prodotti e servizi personalizzati che portano benefici alla loro salute, ad esempio programmi di cure preventive basati sulle abitudini comportamentali e rilevatori/allarmi di caduta per gli anziani. Altrettanto interessante per i consumatori, è la personalizzazione finalizzata alla sicurezza personale, ad esempio prodotti che segnalano emergenze domestiche che richiedono interventi tempestivi, atti criminosi con localizzazione geografica e trasmissione della posizione alla polizia in presenza di rischi per la sicurezza.

Anche la riservatezza dei dati è importante, non a caso, preoccupa il 96% dei consumatori. La maggior parte è pronta a condividere solo i dati concordati e strettamente necessari in cambio del servizio di personalizzazione, ma sei intervistati su dieci preferirebbero che i dati restassero anonimi.  L’88% interromperebbe un servizio personalizzato utile se avesse dubbi sulla corretta gestione dei propri dati.  Per il 68%, le richieste dei consumatori favoriranno la protezione dei dati.

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AI, 5G e assistenti domestici per nuovi modelli di business

Alla luce di questi trend, l’industria ha l’opportunità di definire chiaramente il concetto di personalizzazione e di creare nuovi modelli di business. Sfruttando il potenziale offerto dall’Intelligenza Artificiale, il 5G e gli assistenti domestici si può riformulare l’offerta delle categorie di prodotti e servizi per rispondere all’evoluzione della clientela.

Sono diverse le definizioni associate al concetto di “personalizzazione“. Oltre il 50% definisce la personalizzazione come prodotti/servizi personalizzati prima dell’acquisto, prodotti/servizi scelti da un elenco di opzioni e prodotti/servizi creati sulla base dei loro dati personali; quest’ultima definizione è stata data dal 63% degli “early adopter“, cioè gli utilizzatori di nuove tecnologie prima della diffusione di massa.

Quasi tutti i consumatori ritengono intelligenza artificiale, 5G e assistenti domestici necessari per la personalizzazione. Circa la metà dei consumatori ritiene in particolare il 5G fondamentale per la personalizzazione delle cure sanitarie, meno essenziale invece nel commercio.

Per realizzare la personalizzazione, il consumatore al centro

Generazione X, Millennial e Generazione Z sono più disposti a condividere i dati nell’ottica di una migliore personalizzazione e sono più concordi sui benefici in termini di sicurezza personale, tempo e costi, rispetto ai Baby Boomer e alla Generazione Silente. Il 60 percento dei Baby Boomer è interessato soprattutto alla personalizzazione della sanità, il 24% della Generazione Z alla mobilità e il 21% dei Millennial all’ambiente.

I consumatori cinesi sono più entusiasti della personalizzazione rispetto ad americani e francesi, magli americani hanno le aspettative più alte. Gli americani sono quelli con la quota maggiore di consumatori che prevede che prodotti e servizi personalizzati saranno la norma nel 2030 e che sono più disposti a pagare per averli.

Anche i consumatori italiani chiedono esperienze nelle quali la personalizzazione faccia la differenza, soprattutto quelli più giovani. In questo senso, la piattaforma 3DEXPERIENCE di Dassault Systemès consente alle aziende di ideare, progettare, creare e realizzare esperienze personalizzate, in modo sostenibile, facendo leva sulla raccolta, sull’analisi e sull’elaborazione dei dati nel rispetto della privacy.

Guido Porro Managing Director EUROMED, Dassault Systèmes

“Il cliente che può contare sulla conoscenza delle proprie esigenze e su esperienze coinvolgenti lungo tutta la customer journey, si sente a casa. Ma l’azienda che strategicamente adotta una piattaforma digitale di business per sviluppare esperienze customer-centriche olistiche e sostenibili ottiene benefici che vanno ben oltre la fidelizzazione e il profitto” afferma Guido Porro, Managing Director EUROMED, Dassault Systèmes.

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