Google Analytics (GA) è uno dei più popolari servizi di web analytics per prendere decisioni basate sui dati. Infatti è un software di analisi statistica della navigazione web che consente di monitorare e tracciare le attività dei visitatori di un sito web, offrendo agli amministratori del sito statistiche aggregate multi-dimensionali.
Il servizio di analisi è uno strumento per svolgere sofisticate analisi sui dati, comprese le visite e le azioni degli utenti. Ecco come si utilizza e come funziona e soprattutto a cosa serve.
Che cos’è Google Analytics
Google Analytics è un servizio di analisi fornito dal motore di ricerca Google, per tracciare le attività dei visitatori di un sito web e offrire ai gestori del sito statistiche aggregate rispetto a una serie di informazioni: demografiche, economiche, tecniche e comportamentali.
Il popolare servizio di web analytics permette agli amministratori di un sito di svolgere raffinate analisi sui dati, visite e attività degli utenti. Tuttavia non richiede di accedere ai dati grezzi. Google però li registra in relazione ad ogni singola azione compiuta dall’utente.
Video: Google Analytics 4
Google Analytics: come si usa e come funziona
Il motore di ricerca offre un frammento di codice o Script per svolgere l’attività di tracciamento del comportamento dei visitatori sul sito web.
Il frammento di codice entra a far parte integrante del sito stesso. Ecco come funziona.
Codice di Analytics
Quando un utente visita un sito web, il browser richiama al suo interno il codice. Dunque ne effettua il trasferimento ed esegue il codice di Google Analytics.
Google attribuisce sempre al frammento un identificativo di tracciamento univoco per ogni sito web. Si chiama Tracking ID oppure Measurement ID. Il nome dipende dalla versione del software utilizzato.
La tecnologia, che consente di integrare nel sito web il codice di Google Analytics, è evoluta negli anni. Infatti, nella versione Universal Analytics l’HTML richiamava al suo interno il codice Javascript.
Tuttavia, da Google Analytics 4 (GA4), Alphabet, capofila di Google, ha rimpiazzato questa tecnologia con Google Tag Manager. In ambedue i casi, quando l’utente visita una pagina equipaggiata con codice di tracciamento Google Analytics, automaticamente esegue una frazione di codice. Esso si occupa dunque di trasferire, mediante protocolli TCP/IP e HTTP, un determinato numero di informazioni sui server di Google, in modo tale da individuare il visitatore nella maggior parte dei casi.
I dati che invia
Le informazioni che in autonomia spedisce ai server di Google sono le seguenti:
- indirizzo IP in chiaro, a prescindere dalla configurazione dell’anonimizzazione (“anonymize_ip” per i developer): consente di fotografare il luogo geografico con grande approssimazione;
- i dati temporali della navigazione sul sito (data, ora e fuso orario);
- stringa che identifica il browser (User Agent);
- referrer: l’indirizzo della pagina web da cui l’utente arriva prima di visitare il sito web sotto tracciamento;
- cookie, eventualmente impostati in precedenza.
Il codice JavaScript di Google Analytics non solo raccoglie i dati necessari all’identificazione del visitatore, ma anche analizza gli eventi che il browser registra a valle di ogni azione dell’utente.
Dunque, ciascuna attività (click, zoom, selezione di testo, scroll della pagina, digitazione di tasto) andrà ad arricchire il profilo dell’utente sotto il profilo comportamentale. Sarà possibile anche la de-anonimizzazione.
Gli eventi che registra
Inoltre gli eventi che Google Analytics “fotografa” comprendono:
- informazioni tecniche (device, sistema operativo, versione del browser, dimensione del display eccetera);
- identificativi (user_id, advertising_id, user_pseudo_id);
- geo-coordinate;
- informazioni del visitatore dal punto di vista storico-comportamentale.
Ai dati personali, frutto delle micro-interazioni dell’utente, è infine possibile aggiungere quelli derivanti dai contenuti che il cyber-nauta visualizza. Sono tutti accessibili al JavaScript di Google Analytics, compresi quelli che appaiono sulle pagine di profilo dell’utente.
A cosa serve Google Analytics
Il servizio di web analytics di Google permette di monitorare e tracciare le attività dei visitatori di un sito web, offrendo al contempo a chi gestisce il sito statistiche aggregate pluri-dimensionali.
Significa che fornisce statistiche aggregate rispetto a un ventaglio di informazioni: non solo tecniche, ma anche su demografia, economia e comportamento dei visitatori.
Google Analytics serve dunque a svolgere mirate analisi sui dati, a partire dalle visite e dalle azioni degli utenti.
Google Analytics: vantaggi e opportunità offerte
L’enorme mole di informazioni raccolte su milioni di applicazioni mobili (che prevedono l’autenticazione) e siti web (su cui è installato Google Analytics) offre indubbi vantaggi. Innanzitutto, permette a Google di semplificare l’uso di un qualsiasi insieme di dati personali anche non identificativi, con funzione di “identificativi di fatto”, de-anonimizzando i dati associati per rivelare l’identità del soggetto da cui derivano e ottimizzarne la profilazione.
Inoltre, c’è un’altra opportunità. Appena l’utente in contemporanea al sito web su cui è installato Google Analytics, usa anche uno dei servizi o app gratuite appartenenti alla galassia Google che prevedono l’autenticazione, basta mettere a confronto l’IP (o il cookie identificativo) inviati alla prima richiesta con quelli degli utenti già autenticati per identificarli in maniera puntuale.
Infine, Google può identificare gli utenti e tracciarne attività, opinioni ed interessi su tutti i siti web (e le app) che sfruttano Google Analytics. Dunque, può associare le registrazioni all’identità personale. In altre parole, anche in completa assenza dell’IP, tutti i dati raccolti rimangono potenzialmente riconducibili all’interessato. In Europa, avviene nella forma di dati personali sottoposti al rispetto del GDPR.
Chi dovrebbe usare Analytics
Dovrebbe servirsi di Analytics chiunque possiede un sito da monitorare, per raccogliere i dati sul comportamento dei visitatori all’interno di un sito o un’app. Infatti permette di registrare le visite, permette di decidere le strategie, adottare soluzioni dal punto di vista del web design, content marketing e SEO.
Tuttavia il provvedimento dello scorso 23 giugno del Garante Privacy che ha messo in standby l’utilizzo dei cookie di Google Analytics, a causa del rischio, connesso al trasferimento di dati personali, di un loro accesso da parte delle autorità USA.
Il Garante Privacy ha dunque deciso una sospensione di 90 giorni del trasferimento dati, in attesa di trovare meccanismi che non violino il Gdpr. Le soluzioni già esistono sia a livello normativo che tecnico: dovrebbero consentire l’utilizzo a GA4.
Sono numerose le alternative open source a Google Analytics: Matomo, Piwik Pro, Plausible, Open Web Analytics eccetera. Esse sono del tutto compatibili con i diritti riconosciuti dal GDPR.
Google Analytics: come collegarlo al tuo sito WordPress
Il codice di Google Analytics può essere collegato al proprio sito WordPress con e senza plugin.
Il collegamento manuale prevede di accedere all’account Analytics, aprendo la scheda Admin.
Basta selezionare prima un account dal menu, quindi una proprietà, per digitare su Informazioni sul monitoraggio.
A questo punto, è sufficiente copiare il Codice di monitoraggio e andare nella dashboard di WordPress. Infatti dalla voce Aspetto sul CMS si accede all’editor: a destra è visibile il file header.php (la testata del tema). Basta aprire, incollare qui il codice di Google Analytics prima della chiusura del tag , salvare e il gioco è fatto.
Invece, per inserire Google Analytics in WordPress con plugin, basta accedere alla sezione estensioni e installare i plugin per WordPress. Un esempio è il plugin Insert Headers and Footers, in grado di inserire il codice senza modificare il file header.php.
Quali sono i costi e i prezzi di Google Analytics
Si tratta di un servizio Freemium: è completamente gratuito nelle sue funzioni base, sufficienti per la maggior parte delle aziende, e con servizi aggiuntivi a pagamento per chi cerca altre opzioni ulteriori rispetto all’accesso alla piattaforma.