L’importanza del dato digitale è ormai comunemente accettata: le organizzazioni di tutti i settori, in particolare quando si muovono nel campo dell’on line, cercano quanto più possibile di accumulare dati e informazioni sulle caratteristiche dei propri utenti, così da comprenderne al meglio interessi e comportamenti. Ma se questi dati rimangono confinati ai propri database diventa difficile andare oltre il classico lavoro di analisi, rischiando così di non ottenere veri e propri risultati tangibili.
Arricchire il dato di valore
Per far si che i dati in proprio possesso acquistino valore occorre dunque farli muovere, cioè uscire dalle proprie piattaforme e metterli in contatto e comunicazione con altre soluzioni. L’obiettivo, insomma, è di arricchire il dato di valore: riuscendo così a intercettare il proprio utente in contesti diversi da quelli della propria pagina web, ad esempio all’interno di un portale e-commerce. Per rendere possibile questo collegamento occorre creare degli specifici connettori: un lavoro su cui, da alcuni anni a questa parte si è specializzata Neodata Group, azienda italiana specializzata nelle tecnologie di analisi dei Big Data.
La visione di Neodata
Come racconta Salvo Nicotra, CTO di Neodata, fin dal 2011 Neodata ha lavorato in questa direzione, inizialmente per rispondere ad alcune specifiche richieste dei clienti, poi invece per anticipare le richieste di integrazione, costituendo un vero e proprio team ad hoc (Exaudi Connector Team).
Da un punto di vista tecnologico, la DMP exaudi permette di raccogliere e analizzare i dati relativi al comportamento degli utenti su diversi touchpoint, creando segmenti dinamici che si possono arricchire tramite l’applicazione di algoritmi di machine learning. Questi segmenti vengono successivamente riconciliati con i contatti presenti sulle altre piattaforme individuate, secondo variabili predefinite, abilitando così azioni automatiche, erogate e misurate in tempo reale. Rendendo così possibile l’attivazione di azioni di comunicazione multicanale mirate e iper-personalizzate.
“Uno dei nostri punti di forza della nostra soluzione è relativo all’attivazione del dato. E il modo migliore per farlo è trasferire il dato a dei sistemi che possano poi utilizzarlo, che possono essere di varia natura. Oggi il processo di connessione è diventato più semplice e standardizzato, ci sono alcune caratteristiche comuni. Innanzitutto occorre riuscire a creare un legame tra gli identificativi presenti in due piattaforme, tecnicamente parliamo di Id matching. Poi bisogna lavorare alla mappatura dei segmenti comuni, per arrivare infine – dietro le quinte – al trasferimento dei dati da una piattaforma all’altra”.
La connessione ad altre piattaforme
Il beneficio concreto di questo approccio è, come si accennava in precedenza, l’attivazione, cioè di rendere il dato utilizzabile non soltanto a scopo analitico, ma anche per passare all’azione, ad esempio per effettuare attività di marketing e pubblicità mirate. “In particolare quello che abbiamo fatto in Neodata è stato quello di rendere modulare il concetto di connessione in modo da poter collegare in modo rapido exaudi anche ad altre piattaforme in vari ambiti. Sul mercato ci sono infatti nuovi attori, nuove destinazioni e nuovi spazi che si possono e devono affrontare. Il primo che mi viene in mente è senza dubbio Amazon: siamo infatti connessi con Amazon DSP, che consente ai nostri utenti di trovare i propri utenti all’interno di questa realtà, che non fa parte del mondo pubblicitario tradizionale ma che sicuramente rappresenta un ecosistema enormemente importante. Altre connessioni molto importanti che sono state rese disponibili da Neodata sono quelle con il mondo Yahoo/Verizon e con Outbrain, che offre l’opportunità di trovare i propri clienti nel gigantesco mondo del native advertising”, spiega il CTO di Neodata . Insomma, con i connettori sviluppati da Neodata le aziende hanno la possibilità di raggiungere il proprio target in luoghi virtuali dove altrimenti non avrebbero la possibilità di arrivare, con la possibilità anche di tracciarne i comportamenti e agire così di conseguenza.
Far muovere i dati
“Noi crediamo che il modo migliore per produrre valore sia quello di far muovere i dati. In questo movimento non perdono valore ma, anzi, lo acquisiscono ulteriormente. Insomma: per rendere vivi i dati dobbiamo connetterli con il resto del mondo, persino integrandoli con piattaforme dei nostri potenziali competitor. In questo modo è come se fornissimo ai nostri clienti un additivo per la loro benzina, cioè i propri “dati”, evidenzia Nicotra. Per il futuro, Neodata , grazie all’avvenuta standardizzazione del processo, punta a espandere ulteriormente la suite dei connettori di exaudi ad altre piattaforme che possono garantire un effettivo beneficio, così da permettere ai clienti di trovare la massima disponibilità e apertura verso l’esterno, aumentando l’utilità del dato a propria disposizione.