Fra tutti gli annunci di nuove soluzioni e preannunci di update a prodotti già esistenti, effettuati nel corso del recente evento Microsoft Convergence Emea a Barcellona (vedi articolo Microsoft aggiorna l’offerta per il customer engagement, ma non solo), quello che ha sicuramente intrigato di più gli astanti è stata l’introduzione di PowerApps. È stato per primo Chris Capossela, Executive Vice President and Chief Marketing Officer dell’azienda, a illustrare questa soluzione, durante il primo keynote, come una novità assoluta di Microsoft nel settore delle employee facing application. “Si tratta – ha sottolineato – di un cloud tool che consente ai power user di costruire autonomamente app mobile e web utili per il proprio lavoro e di condividerle in modo semplice con altri colleghi del proprio team”.
Il lancio di PowerApps ha destato grande attenzione anche perché è la risposta più attuale dell’azienda di Redmond a un problema molto sentito da chi persegue la digital transformation nelle aziende: quello, cioè, di disporre di enterprise app che permettano di accedere in modo rapido, efficiente, integrato, multidevice e sicuro a tutte le risorse che servono per fare business. In quest’ottica di “time to market”, il mondo delle enterprise app è rimasto indietro di anni rispetto a quelli delle app consumer o delle app business fornite da singoli vendor di soluzioni o piattaforme SaaS (Software-as-a-service).
“PowerApps – ha aggiunto l’Executive Vice President and Chief Marketing Officer di Microsoft – consente di sbloccare tutti i dati disseminati nei sistemi aziendali on-premise e di sfruttarli in modo integrato, unitamente a quelli accessibili da piattaforme social o soluzioni SaaS”. In un incontro riservato a pochi giornalisti, Jean-Philippe Courtois, Microsoft International President, ha voluto poi rimarcare come “PowerApps rappresenti una delle novità che valorizzano il potenziale di Azure come un intelligent cloud”.
Già, ma cosa propone esattamente PowerApps? Si tratta innanzitutto di un enterprise service fornito su Azure. Una volta entrati nel servizio attraverso il portale www.powerapps.com, i power user trovano funzionalità per visualizzare le applicazioni on-premise e SaaS cui hanno diritto di accesso, selezionare i dati o le liste di loro interesse, e costruire, tramite un visual designer, worklow automatizzati. Il risultato sono nuove app personalizzate, che possono essere condivise con altre persone come semplici documenti. Il tutto, dichiara Microsoft, richiede skill paragonabili a quelli necessari per un utilizzo un po’ esperto delle applicazioni Microsoft Office.
Cosa rende possibile questa facilità di integrazione? La soluzione PowerApps include già connettori e Api (Application programming interface) verso soluzioni diffuse come Microsoft Sharepoint, Office 365, Salesforce, Sap o Oracle database, installate on-premise o sul cloud. Altri connettori possono essere realizzati ad hoc dagli sviluppatori aziendali, “il cui ruolo – ha tenuto a sottolineare Courtois – non viene sminuito dall’empowering degli utenti, ma rafforzato, perché PowerApps (che include l’Azure App Service, la piattaforma di app integration lanciata da Microsoft agli inizi del 2015, ndr) valorizza tutti gli skill acquisiti nella programmazione con diversi linguaggi, proprietari e open source”. Da .Net a Java, a Php e Python.