Nel 2019 la Pubblica amministrazione ha bisogno di uno scatto dal punto di vista dell’innovazione: è questo il principale risultato del PA Annual Report 2018 di FPA (società del gruppo Digital360), volume che descrive e analizza i principali fenomeni e processi che hanno caratterizzato il percorso della Pubblica Amministrazione sui diversi temi dell’innovazione e della sostenibilità nell’ultimo anno. Il documento, presentato alla presenza del sindaco di Roma Virginia Raggi, del sottosegretario alla Funzione Pubblica Mattia Fantinati, del Sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia e a decine di dirigenti e funzionati fa il punto su temi come le competenze del personale, l’open government, le città e i territori, il procurement pubblico, la programmazione europea e le politiche di coesione, la sanità, la cittadinanza digitale, la sicurezza informatica e la gestione documentale. Il passaggio chiave è che nel 2019 serve un’accelerazione per una Pubblica Amministrazione più moderna e efficiente, con una governance chiara del sistema dell’innovazione e un soggetto pubblico messo in condizione di “abilitare” lo sviluppo del Paese, realizzando i progetti avviati, razionalizzando risorse e soluzioni, assicurando formazione, motivazione e valorizzazione delle risorse umane, favorendo la collaborazione e l’ascolto a tutti i livelli.
Relativamente al tema dell’Open Government, il report FPA traccia un quadro abbastanza deludente: nel 2018 si sono registrate poche novità sul tema dell’Open Government che oggi non sembra ispirare politiche nazionali e locali. Purtroppo, la collaborazione, terza gamba dei principi delle amministrazioni trasparenti, è scomparsa dai documenti ufficiali, lontano dal modello di una “PA abilitante”, che è stata al centro dell’edizione di FORUM PA 2018 . Unico elemento di rilievo arriva dagli Open Data: l’Open Data Maturity Report colloca quest’anno l’Italia al 4° posto (4 posizioni in più dell’anno precedente) e l’indice DESI in materia di Open Data registra un avanzamento dal 19° all’8° posto in Europa con il ruolo chiave delle community territoriali.
“La fotografia scattata dall’Annual Report rivela come il 2018 non si sia rivelato il temuto ‘anno zero dell’innovazione’, tuttavia non siamo partiti verso traguardi ambiziosi – commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA -. L’anno passato si è caratterizzato per grandi cambiamenti in termini di assetti politici ma, per ora la politica di innovazione è andata avanti un po’ per inerzia, senza un progetto unico e condiviso. Non può passare un altro anno di attesa: è necessaria un’accelerazione dei processi in corso. Le parole d’ordine per il 2019 sono collaborazione, governance, coraggio e digitale per andare verso un’amministrazione come soggetto attivo che crei valore per il Paese”.
“La PA è una delle cinque componenti chiave, assieme a imprese, startup, telco e competenze, dell’ecosistema che è alla base della nostra capacità di cavalcare o di subire la IV rivoluzione industriale – sottolinea Andrea Rangone, CEO di Digital360 -. Le imprese hanno capito solo in parte la rivoluzione in atto, le startup si stanno sviluppando abbastanza bene, mentre il settore delle telecomunicazioni si trova in una situazione critica e ci collochiamo purtroppo tra gli ultimi in Europa per competenze innovative. È su questi aspetti che dovrebbe concentrarsi qualsiasi azione politica”.
“Il fine ultimo dell’azione pubblica è creare valore per i cittadini e le imprese e promuovere uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico, secondo i principi dell’Agenda 2030 – conclude Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA -. Per questo obiettivo è necessaria un’innovazione che sia rispettosa dei saperi e delle esperienze delle comunità locali più avanzate e, nello stesso tempo, attenta ad accompagnare i cambiamenti rifondando su nuove basi la partnership tra Pubblico e Privato e ricucendo lo strappo presente oggi tra norme e effettivi comportamenti”.