Dal SaaS a BPaaS: ToolsGroup cambia pelle con Microsoft Azure

Dalla consulenza al software fino a Business Process as a Service: ToolsGroup aiuta la gestione delle supply chain e delle loro complessità con un approccio sempre più orientato al cloud

Pubblicato il 16 Dic 2020

supply chai

Dalla consulenza allo sviluppo software fino al Business Process as a Service. La storia di ToolsGroup è una storia di evoluzione. È la storia di un’azienda che nei primi Anni Novanta nasce nel mondo della consulenza nei processi e nelle operation e che ha trovato nel cloud una nuova dimensione.
“All’inizio della nostra storia cercavamo di patrimonializzare le esperienze che si facevano nello sviluppo dei progetti presso i clienti e dunque di portare all’interno di nuove applicazioni o strumenti le esperienze vissute su casi reali aziendali”, racconta Francesco Stolfo, vice president business development della società, “con un focus molto chiaro sul tema del supply chain planning”.
Una focalizzazione che si è rivelata quantomai preziosa in un anno caratterizzato dalle disruption come è stato questo 2020.

Toolsgroup: focus sulla pianificazione avanzata della supply chain

Francesco Stolfo - ToolsGroup

Di fronte ad aziende a volte letteralmente spiazzate dalla complessità del periodo, ToolsGroup ha messo sul tavolo la sua più che ventennale esperienza sui progetti di pianificazione avanzata della supply chain in tutti i settori – “dal Largo Consumo al Retail, dalla componentistica meccanica alla chimica” – e soprattutto la sua capacità di dare risposte e indicazioni puntuali in scenari in continua trasformazione.
“Indipendentemente dal tipo di Industry nella quale noi andiamo a operare, un elemento comune che hanno tutti i nostri clienti è quello di dover prendere tutti i giorni decisioni che li portino a soddisfare i bisogni dei loro clienti finali. E quando si parla di pianificazione della supply chain serve disporre di strumenti e soluzioni che abbiano una capacità di auto adattamento e siano in grado di recepire e cambiare, se necessario, anche ogni giorno le regole di gestione per tener conto degli scenari in continua trasformazione. Non servono soluzioni che stabiliscono regole fisse attraverso le quali decidere quanto distribuire, quanto produrre, quanto acquistare, ma serve saper cambiare le regole tutti i giorni. E questo è fattibile solo se si dispone di soluzioni fortemente autoadattative”.

Una data-driven supply chain ha bisogno di agilità

È una data-driven supply chain quella sulla quale lavora ToolsGroup, una supply chain che non si limita a seguire le regole per far andare avanti un processo, ma di fatto adatta il processo sulla base di una conoscenza che arriva dai dati.
“Ci muoviamo in uno scenario nel quale le complessità aumentano, a partire, ad esempio, dall’allargamento continuo e dinamico delle gamme di prodotti offerti. Oggi le imprese vogliono trovare i prodotti giusti per tutte le possibili nicchie di richiesta: questo fa sì che i prodotti aumentino e di conseguenza aumenti la complessità di gestione”.
Non è pensabile, spiega ancora Stolfo, una gestione nella quale è necessario un intervento continuo di un operatore che deve rivedere “le regole del gioco”.
“È impossibile farlo senza l’aiuto dei dati e delle tecnologie. Non è una resa alla tecnologia: l’uomo resta sempre centrale, ma con un ruolo di indirizzo, mentre spetta alle macchine gestire grandi moli di dati”.
Data-driven, per ToolsGroup, significa indirizzare gli strumenti perché diano determinati risultati, significa gestire, pianificare, significa far intervenire direttamente l’operatore su poche eccezioni.
“Quando dico indirizzare, significa decidere anche quali priorità dare: quali prodotti rispetto ad altri, quali clienti rispetto ad altri in funzione degli obiettivi aziendali”.
La difficoltà, è chiaro, non è la disponibilità dei dati, ma riuscire ad applicare questo approccio anche in presenza di dati “sporchi”, non correttamente strutturati, a volte incompleti.
“Tra i clienti che utilizzano le nostre tecnologie abbiamo un’azienda che si occupa di pianificare i tamponi per il controllo del coronavirus e deve potersi orientare tra tutte le informazioni che riceve dai diversi Paesi. È probabilmente uno scenario limite, nel quale si spinge al massimo la capacità delle macchine. Ma è un esempio che rende evidente come le macchine e la tecnologia consentano di fare ciò che per l’uomo è impossibile: usare i dati e mettere in correlazione più variabili”.

La democratizzazione dei modelli data-driven

In questo scenario così sfidante, qual è dunque il ruolo che ToolsGroup si è ritagliata?
Non usa parole a caso, Francesco Stolfo: “Vogliamo dare il nostro contributo alla democratizzazione dell’utilizzo di tecnologie avanzate. Uso le parole di Microsoft, che è il nostro partner tecnologico in questo percorso. Questo significa che ci rivolgiamo ad aziende di tanti settori diversi, ma anche di dimensioni diverse: ci rivolgiamo anche a realtà del segmento medio piccolo, che hanno complessità paragonabili a quelle delle grandi aziende, ma non hanno la loro capacità di investimento”.
Sono realtà che hanno bisogno di soluzioni che aiutino a risolvere problemi decisionali, ad esempio nell’ambito della supply chain, e che lo facciano in modo semplice.
Siamo consapevoli che molte imprese non abbiano il tempo né la capacità economica per dedicarsi a realizzare progetti complessi. Per questo noi ci proponiamo come fornitore di soluzioni per tutte quelle imprese che hanno la necessità di migliorare il loro processo di gestione e di pianificazione delle loro attività”.
La sfida delle data-driven supply chain è chiara: integrare i dati provenienti da una pletora di fonti eterogenee, con dimensionalità completamente diverse tra loro, per poi utilizzarli al fine di migliorare i processi.
“Nel corso di questi anni abbiamo cambiato il nostro modello di business. Da fornitore di soluzioni on premise tradizionali, che venivano implementate presso il Data Center dei nostri clienti, siamo via via diventati fornitori di soluzioni ed infrastrutture, fornitori di piattaforme, di soluzioni in modalità software as a service. Ma ci siamo anche resi conto che questo non era ancora il nostro punto di arrivo, ma che poteva essere il punto di partenza per cambiare radicalmente anche il modo di offrire il nostro valore”.

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Dal Software as a Service al Business Process as a Service

Così, accanto al ruolo di fornitore di soluzioni e software as service, ToolsGroup ha scelto di diventare anche fornitore di servizi di pianificazione per le imprese.
“I nostri clienti ci stanno chiedendo non soltanto di aiutarli a risolvere un problema di pianificazione, ma di fornire direttamente il servizio di pianificazione attraverso le nostre tecnologie. Riusciamo a farlo grazie al fatto che i nostri servizi sono disponibili e facilmente implementabili attraverso le piattaforme. Stiamo cominciando a fornire soluzioni direttamente erogabili attraverso i Marketplace”.
L’evoluzione del modello di business di ToolsGroup è stata quella di arrivare a fornire i propri servizi in modalità as a Service. Si parla dunque di Business Process as a Service, vale a dire una nuova generazione di servizi che prendono carico dei dati e li processano direttamente.
“Processiamo i dati dei nostri clienti e restituiamo direttamente il risultato dell’elaborazione, senza che il cliente debba adottare la tecnologia e utilizzarla direttamente: lo facciamo noi per loro”.

Il ruolo del Cloud Microsoft Azure e del Marketplace

Il vero punto di svolta è rappresentato proprio dal Marketplace.
Oggi ToolsGroup comincia ad avere i primi servizi disponibili in forma di applicazioni erogabili attraverso un Marketplace: il cliente può utilizzarli e pagarli all’interno del proprio canone di utilizzo del Cloud.
“Non è più ToolsGroup a vendere i propri servizi ma è il nostro partner Microsoft a fornirli direttamente attraverso il proprio Marketplace, lasciando al cliente la libertà di provare il servizio e adottarlo se trova che risponda alle proprie esigenze, senza dover passare dalla nostra organizzazione. È una ulteriore semplificazione nella direzione di quella democratizzazione”.
Tutto questo, riconosce Stolfo, non sarebbe stato possibile senza il cloud.
“Il cloud e nello specifico la piattaforma cloud Microsoft Azure rappresenta il pilastro del cambio di strategia. È la base tecnologica attraverso la quale intendiamo allargare il più possibile la platea dei nostri clienti, non soltanto da un punto di vista dei settori di attività, ma anche dal punto di vista dimensionale. Da fornitori di grandi multinazionali e grandi organizzazioni, ci stiamo adesso indirizzando verso il mercato delle medie e piccole aziende: senza l’aiuto delle tecnologie cloud non sarebbe stato nemmeno pensabile”.
È una partnership forte quella che lega ToolsGroup a una realtà come Microsoft.
Microsoft è il partner che permette la realizzazione di piattaforme di collaborazione alle quali noi possiamo partecipare come parte integrante di un’offerta di servizi che il cliente può decidere di utilizzare per risolvere i propri problemi specifici”.

Più che sogni nel cassetto, ToolsGroup ha ben delineato il proprio futuro: essere sempre più presente nel segmento della media e piccola azienda, giocare in modo sempre più convinto una partita da software vendor, scalando il modello fin qui seguito.

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