L’economia e l’intera società saranno sempre più dominate dal paradigma Data-Driven, in cui l’analisi e il governo dei dati avranno un ruolo fondamentale: questa la principale conclusione della seconda edizione di Cerved Next, l’evento italiano organizzato da Cerved in collaborazione con IAB Italia e ACMI, che ha visto la partecipazione di 1.800 professionisti, manager e imprenditori (su 4.000 iscritti) di aziende, istituzioni finanziarie e pubbliche amministrazioni. Come ha messo in luce Andrea Mignanelli, Amministratore Delegato di Cerved, il potenziale dei dati è enorme e, nei prossimi anni, la sfida sarà soprattutto quella di liberare questo potenziale e di imparare a leggere i dati giusti, così da prendere le migliori decisioni possibili. Due in particolare, sono gli ambiti su cui i dati potranno davvero fare la differenza, perchè accomunano tutte le organizzazioni: la necessità di crescere e proteggersi dal rischio.
Ad esempio i dati e le tecnologie, possono aiutare a velocizzare i processi in sicurezza e garantire l’accesso al credito a realtà finora escluse dai circuiti bancari. Non a caso uno dei filoni della seconda edizione di Cerved Next è stato “Credit Revolution”: si è dunque parlato di open banking, alternative lending, fintech, intelligenza artificiale applicata al credito, ma anche di “Future of Business” (trust economy, big data, blockchain, data visualization, digital transformation impact) e “Marketing Transformation” (programmatic advertising, SEO e CRO, web analytics, customer journey transformation, growth hacking, human-based marketing).
“Quando si parla di futuro e innovazione nessuno può avere le risposte e spesso il cammino è incerto, quindi la cosa più importante è imparare a farsi le domande giuste – ha proseguito Mignanelli -. Come cambierà l’intelligenza e come la definiremo? Quale sarà la relazione tra uomo e macchine? Come cambierà il nostro modo di lavorare e il nostro rapporto con i clienti? Come cambierà il denaro? Occasioni come Cerved Next sono importanti perché ci permettono di porci queste domande, di confrontarci con persone diverse da noi e di sentire il punto di vista di chi ne ha fatto uno scopo di vita”.