HPE Aruba Networking svela Data Center Network. Così reinventa i centri dati.
Ecco il percorso da seguire in un contesto di dati sempre più distribuiti.
Data Center Network: storia dei data center
Nell’ultimo trentennio, i data center si sono evoluti, grazie a modifiche strutturali nei processi dei data center stessi, con una rapida trasformazione della configurazione dei componenti dedicati all’elaborazione, di rete e software.
La prima generazione di data center rifletteva l’era dei protocolli: Internet Protocol (IP), Internetwork Packet Exchange (IPX), Systems Network Architecture (SNA) eccetera.
Nonostante ognuno di essi disponesse di un proprio modello di routing a livello 3, erano sufficientemente coerenti, sotto il profilo comportamentale, a livello 2. Su un’architettura Layer 2 standard tutti i protocolli coesistevano. Invece vari gateway Layer 3 permettevano di entrare e/o uscire dal data center fabric. Dunque il processore di allora era ottimizzato per la scalabilità a Layer 2, in modo tale da soddisfare le necessità dei workload che il data center ospitava.
Con la seconda generazione di data center fabric, l’IP è diventato il protocollo dominante. La conseguenza è che la tecnologia fabric dovesse richiedere l’ottimizzazione solo per l’IP.
I fabric degli anni 2000 si differenziavano dai loro predecessori del XX secolo perché supportavano sia il Layer 2 che il 3 nel chip. Il focus era sulla scalabilità dei fabric per la connettività IP, offrendo sia switching che routing in un modello distribuito in maniera totale.
La terza generazione di data center fabric
Giunta a supportare la segmentazione delle applicazioni all’interno dei data center stessi, la terza generazione risponde alle esigenze introdotte dall’avvento e dal boom del cloud e delle virtual machine.
I carichi di lavoro, che in precedenza sembravano strutture monolitiche centralizzate – e limitati a un singolo server -, richiedevano una scomposizione in unità più piccole. Successivamente erano distribuiti per interagire fra loro su più sistemi mediante il fabric.
Il percorso da seguire
Le evoluzioni graduali non hanno però risolto i problemi delle vecchie generazioni di data center. In particolare, essi presentano livelli infrastrutturali separati, hardware specifico e gestione frammentata. Ciò produce un aumento dei costi e una complessità dei modelli di adozione e delle operazioni.
Inoltre, non supportano lo spostamento generalizzato verso lo sfruttamento dei dati distribuiti, con l’elaborazione dei workload più prossimo al luogo in cui i dati vengono veramente creati, tramite postazioni periferiche. Questa tendenza non dà segni di rallentamento. Secondo Gartner, infatti, “entro il 2027, il 35% dell’infrastruttura del data center sarà gestita attraverso un piano di controllo basato su cloud, a fronte di una percentuale inferiore al 10% nel 2022″.
Serve un nuovo approccio strutturale, focalizzato sull’edge, abilitato dal cloud e data driven. In definitiva è necessario offrire un’esperienza cloud agli operatori IT, sia per i data center tradizionali che per un sito di co-locazione o un nuovo edge digitale, con semplicità, velocità e sicurezza garantite da modelli di consumo flessibili.
La quarta generazione di data center networking
Pr la prima volta, sia il chip sia il software permettono ora al data center fabric di offrire realmente i servizi infrastrutturali. Quelli che servono per il supporto dei carichi di lavoro su vasta scala.
Invece di considerare il fabric solo come soluzione di segmentazione e connettività, può ora supportare tutti i servizi di infrastruttura che sostengono la scalabilità dei carichi di lavoro.
In questo contesto, i vantaggi dei data center di quarta generazione sono la sicurezza informatica, la gestione del workflow operativo e le integrazione di terze parti.
I Data Center di quarta generazione consentono dunque alle organizzazioni di stare al passo con il futuro in un contesto di dati sempre più distribuiti. A supportarli sono strategie di infrastruttura di rete che integrano opzioni di fornitura on-premise, co-location, cloud ed edge.
I nuovi fabric per Data Center supporteranno infine la migrazione ai “centri di dati”, sostenendo i workload su ampia scala, con semplicità, velocità e sicurezza, integrati in modelli di consumo versatili basati sui bisogni reali di un’organizzazione.