Poca fiducia dei data scientist nella qualità e affidabilità dei dati

Secondo un’indagine promossa da Talend, meno di un terzo dei professionisti del dato appare fiducioso sulla capacità della propria azienda di fornire dati di qualità e affidabili

Pubblicato il 17 Lug 2019

5 V Big Data

Come abbiamo raccontato più volte viviamo in un’economia data-driven, in cui i dati giocano cioè un ruolo crescente e sempre più fondamentale nelle scelte di business delle organizzazioni di tutti i settori. Ma per prendere decisioni affidabili servono dati di qualità, sulla cui disponibilità i data specialist appaiono piuttosto scettici: secondo un’apposita survey di Talend condotta da Opinion Matters su 763 professionisti dei dati (dirigenti e operativi), meno di un terzo (31%) del campione appare pienamente fiducioso nella loro capacità di fornire rapidamente dati affidabili all’interno della loro azienda. Al contrario il 46% degli intervistati a livello dirigenziale è fiducioso nella capacità delle proprie organizzazioni di fornire dati affidabili in tempi rapidi. Secondo l’indagine, insomma, esiste un significativo divario di percezione tra i professionisti più senior e il middle management IT (i professionisti dei dati a livello operativo), dove i primi appaiono sostanzialmente più sicuri nelle capacità delle loro aziende. Questa divaricazione si conferma anche per quanto riguarda la conformità normativa: il 52% degli intervistati a livello dirigenziale dichiara di essere molto ottimista relativamente al raggiungimento della compliance sui dati, mentre la percentuale scende al 39% tra i professionisti del dato.

Non solo: il 34% dei professionisti del dato crede nella capacità delle proprie aziende di portare a termine con successo un processo di integrazione dei dati in tempo reale a 360 gradi, mentre gli intervistati a livello dirigenziale appaiono più sicuri (46%). La  fiducia complessiva nella qualità dei dati rimane bassa: l’indagine evidenzia come solo il 38% degli intervistati ritiene che le loro aziende eccellano nel controllo della qualità dei dati.  Solo il 29% dei professionisti del dato sono convinti che i dati  siano sempre accurati e aggiornati, mentre solo un 11% si spinge a valutare eccellente la propria azienda in termini di velocità che di integrità. Questi risultati, secondo Talend, sono abbastanza preoccupanti ed evidenziano la necessità di una maggiore collaborazione in azienda, in particolare tra i professionisti dei dati e i quadri dirigenziali.

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