ANALISI

Data center: un modello di business circolare e sostenibile



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La Direttiva sull’efficienza energetica, entrata in vigore nell’autunno del 2023 introduce, per la prima volta, l’obbligo per gli Stati membri di richiedere ai fornitori di data center di rendere pubbliche le loro prestazioni energetiche e la loro sostenibilità

Pubblicato il 11 apr 2024

John Gazal

Vicepresidente Southern Europe e Brasile OVHcloud



data center neutralità climatica

Attualmente – secondo uno studio pubblicato su Nature – i data center consumano circa 200 terawattora (TWh) di energia all’anno e si prevede che questo consumo aumenterà di quindici volte entro il 2030, fino a raggiungere l’8% della domanda complessiva di elettricità. L’impronta di carbonio dei data center è quindi un punto di attenzione, dato che l’esistenza stessa dell‘IT dipende dalle funzioni svolte da queste strutture.

L’Unione Europea è consapevole della crescente impronta del settore digitale e del consumo energetico dei data center e sostiene le iniziative volontarie e legislative che migliorano la trasparenza del consumo energetico dei data center, a vantaggio degli utenti del cloud.

Le iniziative dell’Unione Europea per l’efficienza energetica

Da un lato, il Codice di Condotta europeo per l’efficienza energetica nei data center ha l’obiettivo di informare e stimolare gli operatori dei data center a ridurre il consumo energetico in modo economicamente vantaggioso, senza ostacolare la funzione critica dei data center. Anche OVHcloud partecipa al Codice di Condotta per sei dei suoi data center situati in quattro diversi Paesi europei.

Da un altro lato, la Direttiva sull’efficienza energetica, entrata in vigore nell’autunno del 2023. Questa normativa introduce, per la prima volta, l’obbligo per gli Stati membri di richiedere ai fornitori di data center di rendere pubbliche le loro prestazioni energetiche e la loro sostenibilità. In pratica, verrà implementato un database europeo armonizzato per obbligare gli operatori di data center con una domanda di potenza IT installata di almeno 500 kW a riferire, entro il 15 settembre 2024, sugli stessi indicatori chiave di sostenibilità, come l’efficacia di utilizzo dell’energia (PUE), l’efficacia di utilizzo dell’acqua (WUE), il fattore di riutilizzo dell’energia (ERF) o il fattore di energia rinnovabile.

Impegnata fin dall’inizio a migliorare l’efficienza energetica dei propri datacenter attraverso l’innovazione continua, OVHcloud è convinta che la trasparenza degli obiettivi e delle prestazioni ambientali, basati su indicatori riconosciuti, coerenti e pertinenti, sia un fattore chiave per consentire agli utenti del cloud, al settore digitale e alle autorità di regolamentazione di scalare ulteriormente un cloud sostenibile.

Un modello di business che segue i principi dell’economia circolare

In questo contesto di sfide crescenti per i player del settore, OVHcloud ha scelto l’implementazione di una strategia di integrazione verticale “completa” che copre tutte le fasi di ingegnerizzazione, prototipazione, produzione, validazione e messa in opera dei data center. Nel dettaglio, questo modello di business sostenibile, perfezionato in più di 20 anni di esperienza, è incentrato sulla costruzione e lo sviluppo di oltre 450mila server e 42 data center presenti in 4 continenti diversi.

Nel corso di queste due decadi si è impegnata a integrare la sostenibilità nei suoi sistemi e nelle operazioni, facendo leva direttamente sui due impianti di sua proprietà: Croix (Francia) e Beauharnois (Canada). Le due factory permettono al Gruppo di mantenere un controllo totale sulla progettazione e sulla realizzazione dei server, con vantaggi significativi in termini di innovazione, competitività e resilienza. Questo modello si inserisce all’interno di un circuito produttivo breve e circolare, in cui il 100% dei server viene smontato dopo l’utilizzo.

Questo passaggio, attraverso test approfonditi, permette di riutilizzare svariate componenti, ampliando così il ciclo di vita complessivo dell’hardware e garantendo ai server il funzionamento per circa 9 anni. L’approccio circolare si applica anche ai siti in cui si trovano i data center, riadattando gli edifici esistenti anziché costruirne di nuovi. Questi due aspetti costituiscono un vantaggio diretto per i clienti che in questo modo possono ridurre e ottimizzare la propria impronta di carbonio.

Il raffreddamento delle apparecchiature presenti nei data center

In aggiunta, dal 2003 OVHcloud indirizza una delle esigenze più impattanti in termini di consumi energetici: il raffreddamento delle apparecchiature presenti nei data center. L’azienda, infatti, utilizza un sistema costantemente perfezionato di watercooling per dissipare il calore emesso dai componenti dei server che richiedono maggiore energia, tra cui rientrano i processori (CPU e GPU). A partire dalla centrale di pompaggio fino ai waterblock a contatto diretto con i chip, il calore fuoriesce dal data center veicolato dall’acqua per essere poi dissipato attraverso dry cooler ottimizzati.

Sfruttando la minore resistenza termica dell’acqua rispetto al raffreddamento ad aria e senza ricorrere ad altri metodi di raffreddamento, OVHcloud ha continuato a perfezionare le proprie tecniche di dissipazione del calore per raggiungere nel 2023 un Power Usage Effectiveness (PUE) di 1.29 e Water Usage Effectiveness (WUE) di 0.30 L/kWh IT, nettamente inferiori rispetto agli standard del settore (1.57 per il PUE e 1.8 L/kWh per il WUE). Questi indicatori, verificati da terze parti indipendenti, seguono scrupolosamente lo standard ISO/IEC 30134 per garantire la loro completezza e chiarezza.

OVHcloud: ecco la seconda generazione di server Bare Metal Scale

Quale ulteriore elemento di trasparenza nei consumi energetici per i clienti, nel corso del settembre 2023 il Gruppo ha implementato il Carbon Calculator, un calcolatore di emissioni di anidride carbonica che offre rapporti mensili sulle emissioni di CO2 legate al cloud.

La metodologia alla base, che ha richiesto più di otto mesi di sviluppo, si propone di essere esaustiva, considerando fattori quali la produzione fino ai singoli componenti. Accessibile su richiesta dal pannello clienti, lo strumento analizza il consumo elettrico stimato dei server attraverso il monitoraggio dei datacenter OVHcloud, mappandolo in base all’equivalente in termini di emissioni di CO2 e tenendo conto delle apparecchiature di raffreddamento e di rete, nonché del trasporto, della produzione, del trattamento e della gestione dei rifiuti, per offrire un quadro completo dell’impronta di carbonio effettiva.

Conclusioni

Gli elementi sopra evidenziati dimostrano come il Gruppo, pioniere di soluzioni innovative nei sistemi di raffreddamento ecologici e da anni impegnato nella redazione di report trasparenti sul proprio impatto ambientale complessivo, sia già ottimamente posizionato per raggiungere gli obiettivi – indubbiamente sfidanti – che si è posto da qui ai prossimi anni:

  • raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2025
  • contribuire al Global Net-Zero per gli Scope 1 e 2 entro il 2025
  • contribuire al Global Net-Zero per tutti gli Scope entro il 2030
  • eliminare lo smaltimento in discarica entro il 2025 per i rifiuti derivanti dai processi del Gruppo a parità di raggio geografico.

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