Offerta in fibrillazione

Digitalizzazione. Parola “magica” che sta cambiando il modo di fruire, gestire e distribuire in azienda le informazioni. È un dato di fatto: i documenti in formato elettronico – ammonta a 161 miliardi di gigabyte, secondo Idc, il volume totale di informazioni create e duplicate nel mondo da singoli individui e da aziende nel 2006 (e nel 2010 si arriverà a quota 988 miliardi) – impongono interventi sostanziali sia a livello di processi organizzativi sia per quanto riguarda le soluzioni informatiche preposte a gestirli. Ma i vendor, cosa offrono?

Pubblicato il 23 Mag 2007

Il tema del content management non è certo una novità di questi giorni ma mai, come oggi, la corretta e opportuna “governance” delle informazioni ha assunto nelle imprese una valenza strategica. Il problema, semmai, è un altro: consapevoli o meno, quante sono le aziende che hanno tradotto in progetti concreti la dichiarata sensibilità verso il fenomeno? Di certo la disponibilità dal lato offerta (sistemi Erp, soluzioni di content e document management, applicazioni di business performance management e di business intelligence) è decisamente molto ricca. E per certi versi anche troppo. Forse non a caso l’Enterprise content management, un mercato in continua ascesa su scala globale, vede pochi attori suddividersi la fetta più significativa della domanda, a valle di un’opera di concentrazione molto mirata. Ibm (www.ibm.com ), Open Text (www.opentext.com ) ed Emc (www.emc.com ) sono infatti nell’ordine i primi tre fornitori di questo settore e coprono oltre il 60% del mercato in virtù delle acquisizioni che hanno interessato rispettivamente FileNet, Documentum e Hummingbird. Ma i software vendor che sui sistemi di governance delle informazioni, a vario titolo, si stanno giocando molte opportunità di “new business” sono pronti a rispondere adeguatamente ai vari stimoli insiti al fenomeno della digitalizzazione, rispettando gli ormai consolidati imperativi di integrazione, ottimizzazione e riduzione dei costi? Le pagine che seguono fanno il punto sulle strategie delle prime tre aziende attive nell’Ecm.

Ibm: obiettivo Information Management, on demand
L’Enterprise Content Management di Big Blue, dall’ottobre scorso, porta inequivocabilmente la firma di FileNet. O meglio. L’acquisizione di uno dei principali attori di questo segmento è servito a completare un quadro d’offerta – di cui l’ultimo tassello è la versione 4.0 della piattaforma P8 (lanciata a metà febbraio e prima major release post fusione) – che verte sul paradigma dell’information on demand, dell’informazione accessibile come servizio. Ibm spenderà nei prossimi tre anni oltre un miliardo di dollari per sviluppare software che rispondano a questa filosofia ed è quindi intuibile quanto possa essere strategico per il gigante americano poter essere in prima fila nel supportare le aziende con soluzioni in grado di servire in modo corretto e al momento giusto informazioni a persone, applicazioni e processi. Componenti essenziali di questa strategia sono sia prodotti che metodologie. Fra i primi vi sono l’Ibm Information Server, una piattaforma software concepita per fare da base da appoggio delle Soa e per risolvere i problemi di integrazione e di omogeneizzazione dei dati (generati da fonti differenti o residenti su sistemi diversi) in relazione all’utilizzo desiderato, la nuova soluzione completa di warehousing dinamico che tramite funzioni di business intelligence consente di acquisire in tempo reale indicazioni strategiche dalle proprie informazioni e naturalmente la piattaforma di Ecm acquisita da FileNet, che oggi assicura l’utilizzo di qualsiasi tipologia di contenuto digitale e si estende alle attività di record management per rispettare gli obblighi di conformità.

Enrico Durango (nella foto), director information management della divisione Software Group in Ibm Italia, ha ribadito la visione di Big Blue sul tema con due concetti, distinti e complementari. Il primo: l’information on demand non è un’architettura ma una piattaforma che si appoggia alle Soa e che deve poter garantire l’accesso ai dati rilevanti secondo specifiche esigenze. Il secondo: l’importanza dei dati non strutturati in azienda è dominante e diventa un fattore critico per la gestione dei processi. Cosicché parlare di information management non può limitarsi alla mera gestione dei contenuti ma presuppone, secondo Ibm, un approccio esteso su tre livelli di servizio (dati, integrazione delle informazioni, ricerca e profilazione dei contenuti), che parte dal database per toccare la sfera del data warehousing, del content management, della customer data integration.
L’unione delle due piattaforme, Ibm e FileNet, in materia di Ecm ha quindi seguito il modello di cui sopra (già sperimentato con le applicazioni delle varie Informix, Ascential e di tutte le aziende software finite nelle mani di Big Blue) e prodotto, come asserisce Michele Mantovani (nella foto),

Ecm manager di FileNet, i suoi primi frutti: l’integrazione fra P8 e il nuovo Db2 e la suite di collaborazione Lotus QuickPlace. L’orientamento di Ibm in questo campo è cioè quello di una strategia estesa che parte dall’integrazione fra applicazioni e architetture quale anello indispensabile per la riduzione dei costi, che vede nell’archiviazione dei documenti di processo una voce di costo importante e che ritiene la costruzione di un backbone per gestire i documenti non strutturati la via privilegiata per ottimizzare sistemi e risorse.
In sostanza, integrazione dei contenuti e automazione dei processi, sfruttando un unico middleware in cui convergono applicazioni e servizi: questa, la ricetta di Ibm per gestire le informazioni e razionalizzarne i processi di creazione e distribuzione dove FileNet P8 4.0, ricca di oltre 75 nuove funzionalità, è uno degli strumenti principe all’insegna della totale indipendenza della piattaforma e della massima apertura agli standard, operando tanto in ambiente Microsoft .Net quanto attraverso componenti Java.

Open Text, i mercati verticali, la compliance e il Record Management
L’investitura di Forrester Research (www.forrester.com ), che l’ha nominata di recente fra i fornitori leader nel segmento delle soluzioni di record management, può anche passare inosservata ma Open Text ha sicuramente i titoli per parlare da attore protagonista in un segmento sempre più influenzato dal cosiddetto fattore “compliance”. Soprattutto all’indomani dell’acquisizione di Hummingbird, che non ha certo mutato la strategia di business della casa canadese, centrata sull’offerta di soluzioni dedicate ai mercati verticali (legal, assicurazioni e banche, energia, farmaceutico, retail, manifatturiero, media & entertainment,) e su strategiche relazioni con i principali software vendor (e cioè Microsoft, Oracle e Sap). Fuse o comunque in via di integrazione le rispettive linee di prodotto, anche nell’ambito del Contract Management (moduli per la gestione dei processi contrattuali), ora Open Text ha un obiettivo ben preciso, quello – sostenuto a chiare lettere da Giovanni Evangelisti (nella foto), vice president Emea sales della società – di soddisfare le esigenze di qualsiasi tipo di

organizzazione, a partire dalla pubblica amministrazione (in cui fanno la parte del leone le applicazioni di protocollazione ex Hummingbird). Livelink Ecm-eDocs è la piattaforma che ha preso il posto della suite Hummingbird Enterprise e in cui convergono tutte le applicazioni per quanto riguarda document management e collaboration, business intelligence, data integration e Web Content Management (le soluzioni RedDot) e anche quelle destinate alla compliance e alla governance. Al crescere delle ristrettezze normative inerenti la gestione dei dati e all’aumentare dell’importanza dalle informazioni quale asset aziendale, il bisogno di gestire l’intero ciclo di vita del documento si fa sempre più sentito ed ecco che, dicono in proposito gli analisti di Forrester, un software di record management diventa l’elemento portante per essere conformi, applicando specifiche policy per regolare i termini di conservazione, accessibilità e cancellazione dei dati.
A queste esigenze la società canadese indirizza specifiche applicazioni di Livelink Ecm, partendo dal presupposto di un unico framework dal quale attivare strumenti di record management applicati a informazioni residenti in sistemi diversi e opzioni di interfaccia utente del tutto flessibili. Come nel caso di illustri concorrenti (vedi Ibm) il valore aggiunto da portare in dote alle aziende si chiama sempre e comunque integrazione e nel caso di Open Text uno dei “partner” cui fare riferimento è Microsoft, in virtù dell’interoperabilità della propria piattaforma di Ecm con SharePoint Server, funzionale ad archiviare e gestire i contenuti dei siti del portale come documenti provenienti da un unico sistema, e del supporto, annunciato sin da inizio febbraio, per Windows Vista e Microsoft Office 2007.
All’interno dell’ultima versione della suite proprietaria di OpenText, la release 10 di Livelink Ecm, che verrà allineata a Livelink Ecm-eDocs, sono stati inoltre integrati i nuovi Enterprise Library Services, strumenti che vanno a integrare i tool di enterprise record management, quelli di archiviazione e di gestione dei meta dati e le funzionalità di ricerca per mettere le aziende nella condizione di implementare in modo efficace strategie di conservazione sia dei contenuti aziendali immagazzinati in applicazioni enterprise di diversa matrice che delle informazioni contenute in documenti e-mail, file system e altri repository.

Emc, i dati digitali e l’Information Lifecycle Management

Per Nino D’Auria (nella foto), amministratore delegato e direttore generale di Emc Italia, le problematiche di gestione di dati e informazioni per Pmi e grandi organizzazioni sono di fatto le stesse. O perlomeno identico, con diversi livelli di integrazione, è l’approccio che la casa americana, grazie alla scalata operata nei confronti di una delle società più in vista nel campo del document e content management (Documentum), ha nei confronti di questa tematica. Se in azienda i flussi di informazione devono essere necessariamente razionalizzati perché sempre più d’impatto sui processi di business, questa la riflessione di D’Auria, anche il dato in quanto tale deve essere interessato da modifiche: oggi circa l’80% delle informazioni prodotte in azienda sono di tipo non strutturato, provenienti in gran parte dalle comunicazioni elettroniche (e-mail in testa). Più sarà evidente l’impatto esercitato dai nuovi modelli di interazione e digitalizzazione portati in azienda dal mondo consumer più, secondo Emc, sarà necessario ricorrere a soluzioni di archiviazione documentale tecnologicamente avanzate sotto il profilo della flessibilità operativa.
Lo strumento It, in parole povere, software o apparato hardware che sia deve evolvere alla stessa velocità dell’importanza del dato per garantirne il valore, l’accessibilità e la coerenza rispetto all’ecosistema aziendale con il quale interagisce. Da sempre focalizzata sul fronte delle soluzioni per la gestione delle informazioni aziendali e salita al rango di vendor di prima fascia in campo storage, Emc ha cambiato decisamente pelle nel corso degli ultimi anni e puntato con sempre maggiore decisione al business dell’Information Lifecycle Management e quindi su infrastrutture, applicazioni e servizi per la gestione delle informazioni a 360 gradi. Un cambio di rotta che è valso alla società l’ingresso nel 2006 nel quadrante magico di Gartner (www.gartner.com) dedicato ai fornitori di Enterprise Content Management e soprattutto una crescita vigorosa in termini di fatturato. L’offerta di Emc si fonda su una piattaforma unificata che, partendo dagli asset informativi esistenti, mette a fattor comune i vari servizi di gestione dei contenuti, e in primis processi e repository, rendendo trasparente a utenti e applicazioni aziendali la natura delle informazioni da processare.
La completezza della proposta della società del Massachusetts è quindi negli annunci registrati negli ultimi mesi, che hanno visto la piattaforma Ecm di Documentum arricchirsi prima di capacità di information rights management e di business process management e rendersi disponibile poi in versione embedded (Documentum Oem Edition) per i software vendor che vogliono integrarla nei rispettivi applicativi prodotti software. In attesa che la nuova versione, Documentum 6, prevista al rilascio entro il 2007, porti ulteriori miglioramenti per ciò che concerne l’utilizzo e la configurazione di servizi di content management a livello enterprise, sfruttando il supporto dello standard aperto Ajax e la piattaforma di sviluppo Eclipse. Il tutto, manco a dirlo, sotto il cappello di Soa, la parola d’ordine con la quale abilitare le soluzioni Documentum alla stregua di Web services.


DIGITAL CONTENT MANAGEMENT, LA RICETTA DI TXT
Txt Polymedia è la divisione di Txt e-Solutions focalizzata su prodotti e servizi di “cross media management” per i broadcaster televisivi, gli operatori telco e i grandi content provider. Quella che propone la società è a tutti gli effetti una piattaforma di content management multicanale e interattiva che va a servire aziende (fra queste Telecom Italia, Mondadori, Sole24Ore) attraverso le soluzioni Web Portal Edition, per la gestione integrata dei contenuti video e dei portali, e Polymedia Video, dedicata alla gestione del ciclo di vita dei video digitali ed erogata anche in outsourcing. Ad arricchire la piattaforma dal lato workflow e document management è arrivata di recente l’integrazione di alcune tecnologie di Adobe, che ha portato in dote nuove funzionalità di gestione e protezione dei documenti, supporto per la firma digitale e applicazioni avanzate (Flex, Flash) per la creazione di interfacce Web e mobili completamente interattive. Un accordo di grande spessore, infine, è quello che Txt Polymedia ha perfezionato di recente con Ibm per il programma Isv Advantage Iniziative dedicato al mercato Smb. L’accordo porterà la soluzione Web Portal Edition all’interno del database Db2 versione 9 (basato su Linux), di cui ne sfrutterà le capacità relazionali e il supporto nativo per Xml per facilitare l’implementazione di portali Web e strumenti di content management multi canale, servizi di Business Tv e piattaforme di e-learning comprese. Per offrire on demand alle piccole e medie imprese una gamma di soluzioni di information e content management confezionata sulla base di hardware e middleware Ibm e di applicazioni Txt.(G.R.)


ORACLE: IL CONTENT MANAGEMENT UNIFICATO IN ORBITA SOA
Quando, lo scorso novembre, Oracle annunciò l’acquisizione di Stellent, il piano studiato a tavolino dalla casa californiana per costruire un’architettura applicativa davvero completa trovava il tassello mancante, quello dell’enterprise content management. Poi è seguita la naturale fase di integrazione fra i prodotti delle due aziende, facilitata da due fattori: Oracle Database era da tempo il repository di riferimento della piattaforma di Stellent (Universal Content Management) per l’indicizzazione dei metadati; l’interoperabilità delle soluzioni Stellent (di Web content management e di business process management in particolare) con le Oracle Applications (e Fusion Portal e Fusion Web Center nello specifico) era di fatto già tale prima della scalata operata dalla società di Larry Ellison. Allo stato attuale Oracle può mettere in campo un’offerta che ha in Content Database il proprio cuore nevralgico e che si articola nel pieno rispetto della propria filosofia Soa, proponendosi quale piattaforma aperta in grado di coprire tutti i vari aspetti della problematica, dalla classica gestione dei contenuti (on e off line, strutturati e non) a quella riguardante processi di government, risk management e compliance dei dati aziendali. L’approccio da parte di Oracle è quindi di tipo “enterprise-wide” e punta gioco forza sull’ampia disponibilità di Web Services, Api e componenti Ajax per facilitare l’integrazione dei tool di content management all’interno dei processi e delle applicazioni di business. Con una convinzione: che un’architettura di enterprise content management “unificata” è la strada maestra per massimizzare nel medio termine il ritorno degli investimenti. Minimizzando i costi di sviluppo e di implementazione delle applicazioni, così come “impone” la strategia Fusion. (G.R.)


KARTUL: LA GESTIONE DOCUMENTALE ESTESA E INTEGRATA CON ‘ERP
Kartula, una società nata nel marzo 2006 all’interno di un gruppo, Rtt (certified partner di Oracle), attivo in Italia da metà anni novanta nella consulenza e nell’implementazione di sistemi Erp, ha una ricetta “particolare” per rispondere alla domanda di soluzioni per la governance dei contenuti aziendali: lavorare sulla problematica della gestione documentale con un approccio globale, non limitato quindi alle esigenze di un singolo dipartimento ma esteso a tutti i processi e a tutti i flussi informativi attivi in impresa. Un approccio che si fonda sulla visione integrata dell’informazione aziendale (strutturata e non), sull’adozione di soluzioni software ad elevato contenuto tecnologico e sulla flessibilità e sulla scalabilità delle soluzioni proposte. Questo, secondo Carlo Doniselli, amministratore delegato di Kãrtula, è il valore aggiunto di un sytem integrator che ha messo a punto una vera e propria metodologia per la gestione integrata delle informazioni enterprise con quelle di tipo documentale, Document Processing Automation. Il tutto si concretizza con lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni di content e document management che sfruttano tecnologie di specialisti, quali la svizzera Dicom-Kofax per l’image capture e la belga Arco per il workflow e il repository, e che hanno nell’integrazione con l’Erp esistente la classica ciliegina sulla torta. Alle aziende attive su Microsoft Navision e Axapta o sulle piattaforme di Sap, Oracle (eBusiness Suite) e JDEdwards (EnterpriseOne), Kartula promette una gestione documentale integrata con il sistema gestionale su misura e a costi contenuti grazie alle interfacce applicative di altri due Isv partner operativi su scala internazionale, Evasion e Basware. (G.R.)

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