Opinioni

AI, la questione (non risolta) delle competenze



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L’esplosione della GenAI può portare al paradosso della produttività, per cui gli utenti dedicano troppo tempo al prompt e alla correzione dei risultati. La chiave di volta è la formazione continua e specializzata

Pubblicato il 12 nov 2024

Max Bulling

Director Sales Engineering, Econocom Italia



competenze AI

L’Intelligenza Artificiale non è più solo una tecnologia emergente; l’AI è qui, sempre più presente nelle nostre attività quotidiane e rappresenta oggi una priorità strategica imprescindibile per aziende di ogni settore.  

Alcuni dati

Secondo Gartner, il 21% dei CEO identifica l’Intelligenza Artificiale come la tecnologia più dirompente dei prossimi tre anni, con gli investimenti in ricerca e sviluppo che stanno crescendo a un ritmo vertiginoso. Si prevede che la spesa per i software di AI generativa aumenterà fino al 35% del totale del software entro il 2027.

È bene chiarire che siamo davanti a un cambiamento che non riguarda solo strategie aziendali o allocazioni di budget. Siamo davanti a una rivoluzione che permea tutte le organizzazioni, a tutti i livelli, coinvolgendo anche e soprattutto le risorse umane, vera linfa e patrimonio delle stesse. Secondo il MIT Sloan, l’AI generativa potrebbe incrementare la produttività dei lavoratori fino al 40%; un dato, questo, che assume una certa risonanza a ridosso dell’Anno Europeo delle Competenze 2023 che ha messo in luce l’importanza dell’istruzione e della formazione continua nell’era dell’AI, sottolineando, come stabilito dalla Commissione Europea, un uso etico e umano-centrico per preparare i cittadini alle sfide digitali.

L’ impatto su organizzazioni e risorse umane

Formazione e competenze, dunque, rappresentano due sfide cruciali nell’era dell’AI. Ci aspettiamo – e in realtà lo stiamo già osservando – che sempre più aziende ricercheranno lavoratori con competenze sull’AI, anche se ad oggi questi specialisti costituiscono solo una piccola percentuale della forza lavoro totale. Secondo il “Future of Work Report–AI at Work, diffuso da LinkedIn lo scorso novembre, le candidature ad annunci di lavoro richiedenti competenze legate all’Intelligenza Artificiale sono aumentate dell’11% in diversi Paesi UE.

Molti studi sottolineano l’urgenza di agire tempestivamente per prepararsi e sfruttare appieno le potenzialità di questa tecnologia. Sempre secondo Gartner, entro il 2028 la GenAI sarà strettamente integrata nelle applicazioni di produttività individuale e di gruppo, rendendo l’acquisizione di competenze come il “prompting” una priorità per molte organizzazioni. L’OECD stima che l’AI cambierà le attività svolte dai lavoratori e le competenze richieste, con un focus particolare sulle skill manageriali e aziendali.

Il paradosso della produttività

E non è tutto: oltre alle competenze, l’AI Generativa introduce anche ulteriori complessità. Ad esempio, siamo di fronte al paradosso della produttività: gli utenti possono trovarsi a dedicare molto tempo a trovare il giusto prompt, verificare i dati generati e correggere errori imprevisti. Questo può parzialmente vanificare i benefici di efficienza promessi dall’AI. Senza dimenticare la sfida forse più grande e dibattuta finora: l’AI richiede l’elaborazione di grandi volumi di dati, sollevando questioni cruciali relative alla sicurezza e alla privacy dei dati.

Insomma, lo scenario è incredibilmente articolato, ma il mercato non si ferma. Produttori di tecnologia e software stanno integrando a pieno ritmo funzionalità di AI Generativa all’interno dei propri prodotti e servizi. Questa tendenza, dal potenziale incredibile e sotto gli occhi di tutti, promette di rivoluzionare settori interi, dalla sanità alla finanza, dal manufacturing all’energia. Tuttavia, la trasformazione deve essere affrontata con la giusta cautela, affidandosi innanzitutto ad esperti che possano supportare nella transizione e settare le aspettative per garantire un reale vantaggio competitivo e un adeguato ritorno degli investimenti.

Lo snodo della formazione continua e specializzata

Nello scenario attuale che oscilla tra chi si proclama esperto di AI e chi si rivela ancora intimidito, la chiave di volta risiede in una formazione continua e specializzata.

È necessario un percorso specifico che consenta alle persone di affrontare l’AI generativa con un cambio radicale di mentalità, predisponendo il lavoro con un approccio nuovo, consono al raggiungimento degli obiettivi che l’azienda si pone nell’introdurre questa tecnologia rivoluzionaria.

Senza un programma di adoption e formazione, le persone, dopo un periodo iniziale di curiosità, smetteranno di utilizzare l’AI proprio per la frustrazione di non ottenere i risultati attesi. Alla fine, la tecnologia è solo uno strumento; sono la conoscenza e la competenza a trasformarla in un autentico vantaggio competitivo, capace di restituire gli investimenti e fare la differenza nel mercato.

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