“Dimenticate l’hardware, dimenticate le infrastrutture, dimenticate il software… pensate a fare il vostro lavoro, che è rilasciare servizi e applicazioni”. È citando la provocatoria frase che l’analista di Gartner, David Cappuccio, ha rilasciato lo scorso dicembre durante la Data Center Conference di Las Vegas, che Patrizia Fabbri, caporedattore di ZeroUno, apre i lavori del webinar “Hybrid It: governare la trasformazione” organizzato in partnership con Hewlett Packard Enterprise (HPE) ed Intel. “Una dichiarazione certamente ‘forte’ che sottintende un dato di fatto ormai innegabile, ossia la continua accelerazione con la quale si rilasciano le applicazioni”, sottolinea Fabbri. “Vero è che per potersi dimenticare dell’infrastruttura It è fondamentale che questa sia adeguatamente disegnata e sufficientemente agile da rispondere efficacemente a questi bisogni (ossia il rilascio continuo di nuovi servizi digitali)”.
Come riuscire a vincere questa sfida lo spiega attraverso alcuni spunti di riflessione e suggerimenti Andrea Gaschi, Associate Partner di Partners4Innovation, il quale riprende l’ormai noto approccio all’It bimodale definito da Gartner sottolineando come “il dipartimento It debba sempre più sdoppiarsi in due anime, separate ma affini e complementari, per riuscire, da un lato a focalizzarsi su aspetti quali affidabilità, resilienza, sicurezza e qualità, dall’altro a concentrarsi su rapidità e flessibilità”.
Perché si possa arrivare ad una tale organizzazione It è necessario tuttavia intervenire su molteplici aspetti, ricorda Gaschi, “attraverso percorsi trasformativi che toccano ambiti quali i processi, la governance, le competenze nonché le relazioni (con le Lob ma anche con i fornitori), la cultura delle persone e, ovviamente, anche l’evoluzione delle architetture e dei sistemi”.
L'evoluzione dei sistemi It, un percorso complesso, ma tracciato
Sul fronte dell’evoluzione dei sistemi It, durante il webinar sono stati diversi gli interventi delle persone collegate che in qualche modo testimoniano una situazione generale di grande fermento ma ancora decisamente lontana da quello scenario di Hybrid e Bimodal It verso il quale si dovrebbe tendere. “Le strategie per gestire l’infrastruttura It sono ancora fortemente concentrate su percorsi di virtualizzazione ed automazione dei data center (60% su un campione di circa 80 aziende italiane) – conferma Gaschi riportando i dati degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano -, c’è qualche realtà un po’ più avanti nel percorso che si sta focalizzando su approcci di Software Defined Data Center (25%) mentre risulta ancora molto limitato l’approccio all’Hybrid Cloud Infrastructure (5%) e al Public Cloud (10%)”.
Che il percorso sia in atto lo confermano tuttavia anche i risultati di un ‘instant poll’ lanciato durante il webinar al quale hanno partecipato gli utenti collegati e dal quale emerge che la maggior parte delle aziende è oggi focalizzata sulla modernizzazione del data center (in particolare con la virtualizzazione di una parte delle infrastrutture) (quasi il 58%) ma vi sono diverse realtà che si stanno già muovendo verso modelli di Hybrid It abilitati da una governance via software (poco più del 25%).
“La complessità che hanno raggiunto le infrastrutture It aziendali rappresenta indubbiamente una criticità nell’affrontare un percorso di cambiamento verso sistemi agili e flessibili – ammette Giovanni Vischio, Converged Datacenter Infrastructure Product Manager di HPE – ma nell’attuale ‘economia delle idee’ dove la tecnologia abilita in modo rapido l’innovazione, il rischio è che la line of business che non ottiene supporto dalla propria direzione It si rivolga a qualcun altro… di certo non abbandona la propria idea/esigenza”.
Come comporre e governare l’It
Come dovrebbe essere composta, dunque, un’infrastruttura It “che lavora adeguatamente rispetto ad un ‘nuovo business’ fortemente digitalizzato?”, chiedono alcuni degli utenti durante il webinar. “Innanzitutto – risponde Vischio – si dovrebbe abbandonare definitivamente l’idea dell’over provisioning e non solo per ridurre i costi ma anche e soprattutto per aumentare l’efficacia dei sistemi che devono supportare il rilascio di servizi ad una velocità ‘cloud-like’ (a cui siamo ormai abituati dalla consumerizzazione It), dietro cui ci stanno processi agili e governance flessibile”.
L’idea di fondo è ‘comporre’ l’infrastruttura It attraverso pool di risorse ‘fluide’, governate da uno strato di intelligenza software ed integrate in modo rapido attraverso le Api – Application Programming Interface.
“Questa è una ‘via obbligata’ per far fronte concretamente alla trasformazione che già è in atto sul fronte applicativo – fa notare Andrea Luiselli, Enterprise Technology Specialist di Intel Italia -; nei prossimi anni, avremo una situazione It caratterizzata da differenti esigenze ma tutte egualmente critiche. Ci saranno applicazioni ‘memory intensive’, quelle che saranno ‘Cpu intensive’ e quelle che invece impatteranno sull’I/O. All’interno del data center dovranno quindi convivere infrastrutture in grado di veicolare al meglio tutte queste differenti architetture e servizi”.
Ed ecco allora che la ‘composizione’ del data center “deve far leva su un nuovo modello di governance, che parta prima di tutto dalla comprensione e dall’ottimizzazione dei workload delle applicazioni e dei servizi”, aggiunge Luiselli. Quello del ‘software defined’ è un trend ormai in atto che sta rivoluzionando l’approccio all’infrastructure management e alla governance It verso una “maggiore velocità ed agilità dei data center”, fa notare in chiusura Vischio; “l’obiettivo finale dell’Hybrid It è riuscire a definire un unico punto di controllo, un’architettura attraverso la quale governare, automatizzare ed orchestrare dinamicamente tutte le risorse del data center e con la quale poter fare ‘intelligence’, ossia analisi predittive con le quali l’It possa realmente divenire proattivo”.
Le tecnologie per governare la digital transformationSe la strada vero il Digital Business è ormai tracciata ed i percorsi evolutivi dell’It avviati, questa complessa trasformazione va gestita e guidata correttamente. Certamente, con occhio attento a processi e competenze, ma la scelta tecnologica è centrale. HPE risponde alla ‘chiamata’ del mercato con Synergy, una nuova infrastruttura fisica ‘componibile’ e gestibile dinamicamente da un’unica architettura software, Hpe OneView. Synergy, di fatto, è un’infrastruttura iperconvergente che integra pool di risorse (sistemi di calcolo, storage e fabric di rete fisici, virtuali, cloud) gestite in modo unificato da uno strato architetturale di intelligence (software defined) nonché un layer di Api che consente l’integrazione dinamica di altre risorse e sistemi. Scalabilità, configurazione, automazione ed ottimizzazione sono tutte governate da un’unica interfaccia (Hpe OneView) che integra anche sistemi di analytics per una gestione proattiva dell’It. E se il software defined è l’approccio indispensabile della ‘nuova’ It governance, anche le componenti tecnologiche sottostanti si preparano all’evoluzione. Intel, in questo senso, offre da tempo processori innovativi, quali i Xeon E5, ad elevate performance a supporto di processi di provisioning sempre più accelerati nonché dotati di funzionalità di gestione e sicurezza. Di recente annuncio, inoltre, la tecnologia Silicon Photonics (sistema tecnologico che consente di utilizzare il silicio monocristallino come mezzo ottico per la trasmissione dei segnali) che Intel sviluppa da un decennio ma che pare sia ora pronta a rivoluzionare l’architettura dei sistemi e il disegno e le prestazioni dei data center. |