I dati confermano la crescita del cloud, che evidentemente non ha ancora completato la sua missione. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2024 la spesa è in aumento del 24% in Italia, trainata soprattutto dai progetti di intelligenza artificiale, di cui il cloud è un abilitatore chiave.
Le peculiarità (e i timori) delle PMI nella cloud transformation
Fin dagli albori del fenomeno, si è sempre rilevata una spaccatura tra la velocità delle grandi aziende e quella delle PMI, che nonostante abbiano la stessa esigenza di crescere rapidamente per restare competitive, non hanno la capacità d’investimento né le competenze delle organizzazioni di livello enterprise.
Eppure, il cloud è diventato velocemente una necessità: per innovare, perché è impensabile che oggi una PMI si costruisca un’intelligenza artificiale in-house, ma anche per adottare i nuovi paradigmi di lavoro, sempre più ibridi e distribuiti. Nel tempo, le aziende si sono rese conto dei benefici del cloud in chiave di scalabilità e flessibilità, dell’assenza di investimenti upfront coraggiosi, e anche della riduzione dei costi operativi legati alla gestione e alla manutenzione di hardware fisico, che oltretutto è soggetto a rapida obsolescenza.
Cosa le sta frenando? O meglio, cosa le rende meno coinvolte delle grandi aziende in ottica di cloud transformation? Come al solito, si tratta di un mix di fattori che vanno da questioni sistemiche, come il digital divide, a timori radicati nel tempo come quelli connessi alla proprietà, alla localizzazione e alla sicurezza del dato, ma senza dimenticare una sorta di diffidenza nei confronti dei costi, alimentata dalla poca chiarezza di alcune offerte. In altri termini, alcune PMI temono i costi imprevisti a lungo termine e, volendo preservare il proprio investimento in infrastrutture in-house fino al termine del ciclo di vita, rischiano di rinviare continuamente una migrazione importante mantenendo in cloud solo servizi e processi non-core. D’altronde, non si può negare che a transizione verso il cloud sia complessa e richieda un notevole impegno, che si traduce in costi non indifferenti.
Cloud per le PMI: la parola chiave è personalizzazione
L’unica soluzione possibile per intraprendere una cloud transformation di successo, che garantisca cioè all’azienda l’accesso a tutti i benefici del cloud (compresa la sicurezza, che finora non è mai stata citata) senza minare la sostenibilità economica, consiste in una personalizzazione pressoché totale del percorso stesso, affidandosi ovviamente a partner di riconosciuta esperienza. A tal proposito, abbiamo interpellato Marco Ziglioli, Circle Lead Cloud di CDLAN, cloud provider italiano dotato di un’infrastruttura data center proprietaria (Tier IV Compliant) sul territorio nazionale e di tutte le competenze, l’esperienza e i servizi necessari per accompagnare le PMI in questo percorso, dallo sviluppo di una visione strategica alla cloud migration in senso stretto.
La chiave, come detto, è la capacità di personalizzare il percorso a 360 gradi. Occorre dialogare molto con il cliente, raccoglierne le esigenze, iniziare a studiare le soluzioni e confrontarsi sempre con i propri interlocutori proprio per confrontare la soluzione rispetto ai requisiti iniziali, tenendo conto del budget disponibile e delle aspettative dell’azienda, sia nel breve che nel medio periodo.
L’approccio deve essere sistemico, ovvero deve valutare (anche) tutto ciò che ruota attorno alla trasformazione cloud: di che connettività ci sarà bisogno? Quali prestazioni saranno richieste? Con quali soluzioni affrontare il tema della business continuity? Come progettare il disaster recovery? “In CDLAN – ci spiega Marco Ziglioli – affrontiamo il progetto di adozione del cloud a 360 gradi e supportiamo le aziende non solo nell’adozione del servizio, ma anche in quella fase di pianificazione che non vogliamo venga trascurata. Per fare un esempio, uno dei servizi che offriamo è la possibilità di ospitare componenti hardware dei clienti in colocation nei nostri datacenter, garantendo una connessione diretta con altri servizi cloud. In questo modo, l’azienda può avere parte della sua infrastruttura nei nostri datacenter tier-IV compliant e accendere nel contempo macchine virtuali sulla nostra infrastruttura IaaS che dialogano direttamente con la sua. Oppure, può eseguire i backup di tutta l’infrastruttura attraverso il nostro servizio di Backup as a service, assegnare i propri indirizzi IP pubblici alle sue virtual machine o ai suoi server fisici e molto altro”. Personalizzazione ai massimi livelli, dicevamo.
L’importanza dei test e dell’ottimizzazione dei costi
Un altro aspetto su cui Marco Ziglioli pone l’accento è quello del test della soluzione. “Ove possibile, offriamo ai nostri clienti un periodo di prova della soluzione. Questo è per noi un passaggio fondamentale in cui permettiamo al cliente di “toccare con mano” la nostra proposta ed al contempo di valutare al suo fianco se quanto è stato progettato è effettivamente adeguato alle sue esigenze”. Terminato positivamente il test, si parte con la delivery vera e propria e contestuale formazione degli utenti in modalità on the job, così da rendere l’azienda autonoma in tutto, anche nella gestione di tutte le personalizzazioni. Ovviamente, anche a soluzione attiva e operativa, va mantenuto un contatto costante con il team tecnico per eventuali aggiustamenti e, soprattutto, per monitorare cambiamenti nelle esigenze, essendo le aziende degli organismi in continua evoluzione.
Non da ultimo, il tema dei costi. Si è detto che uno dei freni maggiori all’evoluzione delle PMI verso il cloud è il timore di costi nascosti. Posto che ogni soluzione va progettata, implementata e gestita nel rispetto dei budget disponibili, la chiave è solo una: la trasparenza. “È fondamentale – aggiunge Marco Ziglioli – che venga adottato un modello di offerta semplice e trasparente, sia dal punto di vista tecnico che economico. Ad esempio, la nostra soluzione di Infrastructure as a Service (IaaS) segue un modello pay-per-use basato soltanto su tre parametri: il numero di virtual CPU, la quantità di RAM e lo spazio disco della virtual machine. Non applichiamo costi legati ad altri parametri, come la banda Internet o il volume di dati trasferiti con i sistemi di storage. Le PMI che attivano servizi cloud devono essere certe di conoscere in anticipo i costi che dovranno sostenere”.
Quest’ultimo aspetto non è banale, vista la centralità del cost management che da sempre circonda il cloud (soprattutto nella variante pubblica) e ha dato origine anche a modelli gestionali dedicati come FinOps. Qui, nel mondo delle aziende piccole e medie si chiede semplicemente chiarezza e trasparenza, e il provider – qualsiasi esso sia – deve essere in grado di garantirle.