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Migrazione SaaS: i benefici, i modelli e le best practice



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Mentre le organizzazioni si spostano verso il cloud, diventa fondamentale la scelta tra SaaS single-tenant e multi-tenant. Ecco 4 strategie di migrazione, con i vantaggi e le aree di attenzione per ogni approccio

Pubblicato il 24 dic 2024



gestione costi cloud

Quando le organizzazioni decidono di spostarsi sul cloud, generalmente hanno due opzioni: SaaS single-tenant o multi-tenant.  

Tuttavia, non è detto che queste due opzioni saranno disponibili anche in futuro. Già, perché i vendor, come hanno fatto sostituendo molte applicazioni on-premise con alternative cloud, potrebbero fare lo stesso con il SaaS single-tenant.

I motivi? Le economie di scala del modello multi-tenant e la struttura dei prezzi basata su abbonamenti rendono questo approccio vantaggioso per i vendor, poiché diversi clienti condividono lo stesso ambiente. Questo è in contrasto con il modello single-tenant, in cui ogni cliente dispone della propria istanza dedicata.

Perché migrare a un modello SaaS?

Una migrazione a SaaS non solo elimina la necessità di un’applicazione legacy, ma offre anche altri vantaggi. Le aziende possono spostare i costi IT da Capex a Opex, rendendoli più “giustificabili” agli executive e distribuendo la spesa per aggiornamenti e supporto. Inoltre, affidarsi a un vendor SaaS solleva l’IT da molte preoccupazioni. Se c’è un problema, probabilmente è un problema per tutti i clienti e il vendor SaaS può dedicare più risorse per trovare la soluzione rispetto a quanto potrebbe fare un singolo cliente.

Un altro vantaggio significativo del SaaS multi-tenant è la riduzione del carico di lavoro per l’IT aziendale. Non solo il fornitore SaaS si occupa degli aggiornamenti e del supporto, ma si fa anche carico delle responsabilità legate alla sicurezza, alla conformità e agli audit. Questo non solo allevia le preoccupazioni dell’IT interno, ma assicura anche che le migliori pratiche vengano seguite, poiché i fornitori sono incentivati a mantenere alti standard per garantire la soddisfazione del cliente.

Lo svantaggio spesso ripetuto del SaaS multi-tenant è che i clienti devono rinunciare al controllo. La verità è che i clienti non hanno mai avuto molto controllo. Se viene rilevata una patch software difettosa o un altro problema si è in balia dei tempi di risposta del vendor. D’altro canto, il SaaS multi-tenant riduce lo stress del personale IT che deve essere disponibile 24/7, trasferendo la responsabilità al fornitore SaaS.

When to Migrate Workloads to the Public Cloud

Modelli di migrazione SaaS

Al contrario di una migrazione IaaS (come il Lift and Shift dove gli ambienti o i workload vengono spostate così come sono dalla infrastruttura on-premise all’infrastruttura cloud) le migrazioni SaaS richiedono un ripensamento più profondo dell’architettura e del design delle applicazioni esistenti.

Questo tipo di migrazione implica spesso la sostituzione della vecchia applicazione con una nuova soluzione SaaS che può offrire funzionalità equivalenti o superiori, ma con un’architettura cloud-native. L’implementazione di una nuova applicazione SaaS può sembrare una sfida, specialmente quando si tratta di garantire che tutte le funzionalità e le personalizzazioni dell’applicazione legacy siano mantenute o migliorate. Tuttavia, i vantaggi a lungo termine, come la scalabilità, l’affidabilità, e la sicurezza, spesso superano le complessità iniziali.

Quando si pianifica una migrazione SaaS, è fondamentale considerare diversi approcci e scegliere quello più adatto alle esigenze e alle risorse dell’organizzazione.

In questo senso ci sono quattro approcci comuni di migrazione SaaS.

  • Modello di migrazione a silos.  In una migrazione a silos, una singola applicazione viene spostata su SaaS single-tenant, il che evita la condivisione di dati e infrastruttura e offre un maggiore controllo sui dati e la loro ubicazione. È una sorta di “forklift” di un’applicazione. La migrazione a silos è solitamente l’opzione più costosa perché dà al cliente il massimo controllo sull’ambiente di calcolo. Ma non sfrutta appieno i benefici del cloud, in particolare le economie di scala. Nel tempo, il costo di questo metodo di migrazione single-tenant probabilmente supererà quello di un passaggio a SaaS multi-tenant. 
  • Modello di migrazione a più a livelli.  In una migrazione a più livelli, le applicazioni vengono migrate sul cloud poco alla volta, in modo incrementale, con componenti e funzionalità che vengono spostati in base al servizio. L’enfasi è sulla stabilità e sull’integrità del sistema. La migrazione a più livelli può essere ideale per un’azienda che ha molto software sviluppato internamente e vuole passare al cloud con il proprio ritmo di adozione.  Il processo può richiedere molte risorse ma consente di gestire meglio costi e rischi. 
  • Modello di migrazione dei dati.  In un modello di data migration, solo i dati vengono spostati dall’applicazione on-premises alla nuova applicazione SaaS. Un tale passaggio potrebbe sembrare rischioso, ma i vendor dispongono in genere di diversi strumenti per favorire la migrazione. Il più grande svantaggio è che si perde la maggior parte o tutte le personalizzazioni dell’applicazione on-premises. Il SaaS multi-tenant non può consentire ampie personalizzazioni perché l’ambiente è condiviso con diversi clienti. 
  • Modello di migrazione parallela. In una migrazione parallela, l’azienda esegue lo stesso processo in due sistemi e confronta i risultati. La migrazione parallela è l’opzione più sicura ma anche la più costosa: molte aziende mantengono il vecchio sistema online più a lungo del necessario, con tutti i costi di manutenzione ed energia che ne derivano essenzialmente per avere una coperta di sicurezza. 

La scelta dipenderà da vari fattori, in particolare costi, sicurezza, facilità di implementazione e disponibilità. Uno dei maggiori fattori decisivi, non a sorpresa, è l’applicazione stessa. Se è stata sviluppata internamente, l’organizzazione probabilmente considererà una migrazione a silos o a più livelli. Se l’applicazione in questione è un’applicazione commerciale, probabilmente si adotterà una migrazione dei dati o una migrazione parallela. La migrazione dei dati è leggermente più popolare grazie ai costi contenuti e alla facile disponibilità degli strumenti di conversione dai vendor. 

Sfide di una migrazione SaaS

Anche se la migrazione a SaaS offre molti vantaggi, il processo non è esente da rischi. Ad esempio, migrare i dati o passare da un ambiente on-premise a uno cloud può sembrare semplice, ma le modifiche e le personalizzazioni precedenti potrebbero essere eliminate poiché l’applicazione SaaS deve essere “generica” per adattarsi a vari clienti,

Le migrazioni a silos e a più livelli tendono ad essere più complesse. Il software sviluppato internamente è generalmente meno soggetto a precedenti sforzi di migrazione rispetto al software commerciale. La documentazione sarà fondamentale e non si tratta della documentazione ordinaria. Il personale IT dovrà dettagliare il funzionamento dell’applicazione, i suoi percorsi di rete e persino le porte utilizzate.

Best practice per la migrazione SaaS

Quando si valuta l’adozione di un’applicazione SaaS, è fondamentale avere un’ottima conoscenza dell’applicazione che si prevede di sostituire e della sua rilevanza per l’organizzazione. I team IT e le unità di business devono avere una chiara idea delle sue funzionalità, del modo in cui opera, dei requisiti necessari per migliorarne le prestazioni e delle modifiche apportate rispetto alla configurazione originale. 

Solo quando si comprendono e si documentano queste cose si può iniziare a immaginare l’impatto dello spostamento all’equivalente SaaS. Bisogna concentrarsi soprattutto su tre aree principali di impatto: operatività, prestazioni e costo. Trascurare una parte influenza tutte le altre.

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