Nuovo software ERP: best practice
Il processo di digitalizzazione aziendale e la transizione all’Industria 4.0 hanno spinto molte aziende a dover rinnovare il proprio parco software, in primis il gestionale ERP. Le ragioni dell’aggiornamento spesso sono molte e da ricercarsi in diversi ambiti: dalla maggiore integrazione con la fiscalità digitale alla necessità di interfacciare il gestionale con software verticali dedicati alla produzione.
La scelta di un nuovo gestionale per l’azienda non è un momento semplice, anzi, è una riflessione articolata che deve tenere in conto diversi fattori.
Tipo di business e dimensione dell’azienda
Sul mercato sono presenti fondamentalmente tre tipi di gestionali: i software orizzontali, che coprono tutti i processi di un’azienda tipica, i software Core, che offrono un pacchetto base che poi va sviluppato e personalizzato, e i software verticali, che sono fortemente ottimizzati per gestire processi specifici.
La prima valutazione da fare è quale sia la tipologia di ERP su cui orientarsi in base alle caratteristiche della propria azienda. Una realtà fortemente orientata alla produzione opterà per un ERP già dotato di un MES o di un supporto IoT, mentre uno studio commercialista sceglierà un ERP equipaggiato di un’integrazione ottimale con le piattaforme fiscali. Un’azienda con dei processi complessi, ad esempio una realtà produttiva vincolata da particolari fiscalità, potrebbe orientarsi a una soluzione Core da fare poi ampliare a un partner informatico secondo le proprie esigenze.
Optando, invece, per un software orizzontale, questa tipologia di gestionali è a sua volta suddivisa in fasce che rispecchiano le dimensioni dell’azienda. Una realtà con pochi dipendenti e senza un reparto IT dovrebbe scegliere un software semplice da utilizzare, le cui eventuali problematiche relative alla manutenzione possano essere delegate a un fornitore esterno.
Processi da gestire
Una volta decisa la fascia macro del software, occorre fare un’analisi approfondita dei processi che devono essere gestiti con il nuovo ERP.
La best practice consiste nel disegnare un albero completo dei processi interni, in modo da valutare il potenziale software in fase di presale con un consulente del fornitore. Durante la sessione di demo, occorrerà esplorare il prodotto e intervistare il fornitore per essere certi che il software standard copra tutte le proprie esigenze oppure se, al contrario, sia necessario intervenire con lo sviluppo di personalizzazioni specifiche per le proprie logiche di business.
In questo caso, occorre valutare quanto invasive siano queste personalizzazioni rispetto alla logica standard del gestionale, per non rischiare di forzare modifiche troppo spinte che potrebbero avere effetti collaterali imprevisti sul sistema, causando ritardi nel Go Live o fastidiosi interventi di manutenzione una volta portato il software in produzione.
Cloud oppure on premise?
Nelle aziende del manufacturing, bisognerà spesso prevedere l’integrazione con impianti di produzione o piattaforme IoT. Soprattutto nel caso dell’IoT, potrebbe rivelarsi necessaria una raccolta dati a livello Edge, che sposta l’ago della bilancia verso un’infrastruttura on premise.
Avvalendosi di un ERP on premise, ma installato su un web server come IIS o Apache, sarebbe anche possibile fornire una esperienza mobile e Smart alla propria utenza. In questo caso, però, occorre mettere sul piatto anche la disponibilità di personale IT interno perché probabilmente un’infrastruttura on premise richiederà una manutenzione più impegnativa di una soluzione in cloud.
Integrazione con BI e ML
L’integrazione con eventuali piattaforme di Business Intelligence o Machine Learning gioca un peso importante. Lavorando con questi tipi di software potrebbe rivelarsi una buona scelta optare per un ERP che supporti i web service di tipo REST o SOAP, per rendere più snelle le operazioni di ETL necessarie per esportare i dati dal gestionale. In uno scenario così complesso, in cui il database del gestionale diventa una sorgente dati per dashboard analitiche o software di forecasting, è sicuramente consigliabile scegliere una soluzione ERP sviluppata su una tecnologia moderna, capace di gestire database vettoriali e No-SQL, oppure con una infrastruttura flessibile che consenta lo sviluppo di plugin personalizzati.
Se si prevede di dover operare con una grande quantità di dati, è consigliabile valutare un ERP dotato di un’infrastruttura scalabile, che possa anche supportare eventuali installazioni in cluster.
Interfacce verso MES e WMS
Occorre analizzare se l’ERP opererà in modo indipendente oppure interfacciandosi con altri sistemi. Nel secondo caso bisognerà valutare la predisposizione del gestionale alla personalizzazione, e le modalità con cui accedere ai dati ed eventualmente alle librerie del software. Alcuni gestionali consentono solo un accesso SQL alle tabelle, altri invece offrono un vero e proprio ambiente di sviluppo con cui realizzare script; se il gestionale supporta web service SOAP o REST, poi, sarà più semplice implementare una comunicazione con programmi esterni.
Consigliamo anche di verificare con il fornitore del software quali risorse siano riservate dal sistema ERP alle schedulazioni, per non ritrovarsi con spiacevoli colli di bottiglia dovuti a un limitato sfruttamento della RAM e al conseguente utilizzo della partizione di swap per gestire le importazioni dei dati.