Spostare applicazioni critiche di business dal proprio data center verso ambienti di cloud pubblici con estrema semplicità ma in totale sicurezza. È questo il concetto che sta alla base della vision ‘push the button’ che ha fatto da fil rouge a tutto l’Open World 2015, la convention annuale di Oracle tenutasi lo scorso settembre (vedi articolo Oracle hybrid cloud? “Push the button”). E sulla base di quella vision arriva ora sul mercato una nuova piattaforma hardware che ribadisce tale approccio: si chiama Oracle Cloud at Customer e rappresenta ciò che qualche mese fa il numero uno dell’azienda Larry Ellison aveva in realtà presentato in anteprima come ‘Private Cloud Machine for PaaS & IaaS’. Abbiamo avuto modo di capire nel dettaglio di che si tratta in una recentissima call con il Senior Vice President Oracle Cloud Platform, Amit Zavery.
“L’idea di fondo è ‘estendere’ i servizi di public cloud di Oracle all’interno dei datacenter aziendali per garantire agilità, semplicità e ‘subscription pricing’ anche on-premise”, esordisce Zavery. “Lo stesso vale per la gestione ‘da remoto’ dei sistemi; ciò è possibile solo se gli ambienti infrastrutturali e operativi sono i medesimi tra cloud interno ed esterno [Non è ancora del tutto chiara l’offerta ma è evidente che su sistemi simili, Oracle possa costruire una serie di ‘cloud managed services’ per la loro gestione in remoto – ndr]”.
Oracle Cloud at Customer è una piattaforma hardware che ha installate al suo interno le stesse infrastrutture Iaas e lo stesso middleware Paas disponibili come servizio di public cloud (Oracle Public Cloud Services). “La piattaforma è stata ingegnerizzata con i medesimi ambienti di calcolo e storage del nostro Iass pubblico – specifica Zavery – sui quali possono essere installati tutti i componenti Paas, con il vantaggio di averli in casa”.
È un’offerta che si rivolge a coloro che vogliono avere il totale controllo sui propri dati anche in termini di localizzazione, ma è sulla portabilità dei workload che Zavery focalizza l’attenzione: “Riuscire a spostare dinamicamente i workload a seconda delle esigenze è una delle sfide prioritarie dell’It, ma tale agilità non sempre è raggiungibile con i sistemi attuali, servono ambienti, toolset e Api identici tra ‘macchine’ interne ed esterne”.
“Le componenti software della piattaforma operano ‘in continuità’ con i servizi in public cloud di Oracle, per cui potrebbe essere adottata come soluzione a supporto di svariati progetti, dal disaster recovery allo sviluppo applicativo con la gestione dei picchi di dev/test in modo dinamico”, precisa il Vice President. “I servizi di public cloud potrebbero per esempio integrarsi in modo automatico laddove vi fosse la necessità di avere a disposizione singoli set di strumenti DevOps per API e scripting, oppure come ‘elastic bursting’ [passaggio automatico dell’applicazione o del workload sul cloud pubblico quando la capacità delle risorse del datacenter a supporto di tale applicazioni risultano insufficienti – ndr]”.
Quali le tecnologie e i servizi della piattaforma
Il set iniziale di tecnologie e servizi che compongono la piattaforma al momento del lancio è la seguente (in realtà Zavery ha sottolineato come il team di R&d sia al lavoro lasciando intendere possibili nuovi rilasci nel corso dell’anno, soprattutto a fronte di una probabile integrazione con i servizi e le tecnologie delle due società recentemente acquisite StackEngine e Ravello System):
- Infrastructure: elastic computing e storage, virtual networking, file storage, messaging e identity management per la portabilità di carichi di lavoro Oracle e non-Oracle nel cloud (di prossimo rilascio altri servizi Iaas quali Containers ed Elastic Load Balancer);
- Data Management: la piattaforma comprende Oracle Database Cloud per la gestire dell’infrastruttura dati; i servizi di public cloud a supporto (Database Cloud Service) saranno completati con Oracle Database as a Service – Exadata (per le esigenze di performance più estreme) e da un set di servizi cloud per i Big Data, che includeranno Big Data Discovery, Big Data Preparation, Hadoop e Big Data SQL;
- Application Development: per sviluppare e implementare applicazioni Java nel cloud è possibile usare Oracle Java Cloud (a breve disponibili nuovi servizi per sviluppo in più linguaggi quali Java SE, Node.Js, Ruby e Php);
- Enterprise Integration: si semplifica l’integrazione fra applicazioni on-premise e cloud e fra diverse applicazioni cloud utilizzando Oracle Integration Cloud Service. Nei prossimi rilasci dovremmo vedere nuove funzionalità per esigenze Soa, Api Management e IoT.
Oracle Cloud at Customer è già disponibile sul mercato Usa e da aprile lo sarà anche in Europa e nel resto del mondo”, fa sapere il Vice President in chiusura.