Analisi

DeepSeek: la nuova frontiera dell’AI per i CIO, tra opportunità e sfide



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L’AI cinese che promette prestazioni superiori a costi ridotti, sfida gli IT manager a bilanciare innovazione e sicurezza. Tra efficienza e rischi, questo modello open source richiede un’attenta analisi per sfruttarne il potenziale senza compromettere la sicurezza. Le riflessioni da fare

Pubblicato il 31 gen 2025



DeepSeek CIO

È la svolta tecnologica che molti attendevano o un rischio carico di sfide e complessità? DeepSeek, l’AI “low cost” emergente dalla Cina, è già il caso mondiale del momento, ma una risposta unanime è ancora lontana.  

Con la promessa di fornire prestazioni superiori a costi ridotti, la creatura del giovane cinese Liang Wenfeng rappresenta una possibile rivoluzione nel panorama dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, mentre apre nuove opportunità per l’innovazione e l’efficienza, è già chiaro che DeepSeek porta con sé anche importanti preoccupazioni legate alla sicurezza e alla privacy. E la prudenza diventa d’obbligo.

Mentre il mondo riflette sulle prossime mosse, il Garante privacy italiano ha già spostato le prime pedine: dapprima sollevando questioni critiche riguardo alle pratiche di gestione dei dati di DeepSeek, con tanto di richiesta formale di informazioni, quindi con la più concreta sospensione delle sue app negli store italiani, infine – davanti alla comunicazione aziendale ritenuta “insufficiente” – con la “limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot”.

È la prova provata delle preoccupazioni che crescono sulle implicazioni di privacy e sicurezza legate all’uso di tecnologie AI avanzate, corroborate peraltro dalla notizia secondo cui DeepSeek avrebbe già subito una violazione della sicurezza, con un database esposto che ha potenzialmente aperto l’accesso a dati sensibili.

In questo complesso scenario, i Chief Information Officer (CIO) si trovano quindi di fronte a un bivio: abbracciare – per ora almeno idealmente – questa nuova tecnologia, che promette di ridefinire l’efficacia e la competitività aziendale, o rimanere fedeli ai sistemi consolidati, rischiando di perdere un vantaggio competitivo?

In un momento in cui le aziende sono sempre più dipendenti da soluzioni avanzate di AI per ottimizzare le operazioni e spingere l’innovazione, DeepSeek potrebbe essere l’opportunità tanto attesa o la minaccia emergente che richiede vigilanza e cautela. Una risposta ancora non c’è.

DeepSeek: come funziona e perché è “diverso dagli altri”

DeepSeek ha rapidamente acquisito visibilità nel mercato globale dell’intelligenza artificiale grazie al suo modello di riferimento, DeepSeek R1. Questo modello si distingue significativamente per il suo approccio tecnologico e la sua architettura innovativa, che ha ridotto notevolmente i costi di addestramento rispetto ai concorrenti.

DeepSeek R1 è progettato per operare in modalità open source, consentendo una flessibilità e un adattamento costante. Inoltre, utilizza tecniche di reinforcement learning per migliorare progressivamente le sue capacità, premiando le azioni desiderate e penalizzando quelle indesiderate. Questa configurazione non solo riduce i costi, ma permette anche al modello di funzionare su hardware meno costoso come i chip Nvidia H800, superando le restrizioni americane sui chip più avanzati.

La compatibilità con l’edge computing è un’altra caratteristica distintiva di DeepSeek. Questo permette al modello di eseguire operazioni su dispositivi comuni come notebook e smartphone, migliorando la reattività locale e l’intelligenza dei dispositivi. Questa capacità è cruciale in settori come l’automazione industriale e i veicoli autonomi, dove la velocità di risposta è fondamentale.

DeepSeek dimostra anche come l’innovazione non debba necessariamente passare attraverso costosi data center.

La sua capacità di mantenere alte prestazioni su hardware meno potente rappresenta un cambiamento di paradigma rispetto ai modelli più complessi e costosi di OpenAI e Google. Questo successo sta stimolando una concorrenza salutare nel settore, spingendo più startup a esplorare soluzioni AI più economiche ed efficienti.

Aree di attenzione da considerare

Le innovazioni che DeepSeek porta nel campo dell’intelligenza artificiale sono dunque evidenti. Ma farsi prendere dall’entusiasmo sarebbe azzardato, almeno in questa fase: le aree di attenzione e potenziali rischi che i CIO devono considerare attentamente restano infatti numerose.

Uno degli aspetti più critici è la sicurezza dei dati: si sa che DeepSeek ha subito una violazione della sicurezza a causa di un database lasciato esposto su Internet, permettendo potenzialmente l’accesso a dati sensibili come cronologie delle chat e chiavi segrete.

Un incidente che sottolinea l’importanza di robusti protocolli di sicurezza e l’urgente necessità di implementare pratiche di gestione più sicure. Non a caso, come già detto, il Garante per la protezione dei dati personali in Italia ha sollevato ulteriori questioni critiche riguardo alle pratiche di gestione dei dati di DeepSeek, portando alla sospensione delle sue app negli store italiani. Questo intervento evidenzia la necessità per le aziende di assicurarsi che le loro pratiche siano conformi alle normative internazionali sulla protezione dei dati, come il GDPR, per evitare sanzioni e danni reputazionali.

La conformità normativa è un altro aspetto fondamentale. Le autorità di regolamentazione in Europa e negli Stati Uniti stanno monitorando attentamente le pratiche delle aziende AI, e la non conformità potrebbe portare a severe conseguenze legali. Pertanto, è essenziale implementare sistemi e processi per garantire che l’adozione degli strumenti AI sia completamente conforme alle leggi sulla protezione dei dati e altre normative pertinenti.

In tale quadro, mentre l’approccio open source di DeepSeek offre numerosi vantaggi in termini di innovazione e accessibilità, è evidente che questo presenta anche rischi importanti: la trasparenza del codice sorgente può esporre le vulnerabilità del sistema a potenziali attacchi. Le aziende devono dunque essere pronte ad affrontare queste sfide con strategie di sicurezza adeguate.

Infine, mentre DeepSeek ha dimostrato che è possibile ottenere buone prestazioni AI con hardware meno potente, questo approccio potrebbe non essere sostenibile a lungo termine se non supportato da un’infrastruttura adeguata. Le minacce di sicurezza cibernetica rappresentano un rischio crescente e richiedono che i team IT lavorino a stretto contatto con i team di sicurezza informatica per sviluppare strategie efficaci contro questi rischi.

Impatto e considerazioni per i CIO

Mentre DeepSeek offre avanzamenti significativi nel campo dell’intelligenza artificiale, i CIO devono gestire con attenzione le complessità che accompagnano queste innovazioni.

Secondo Forrester, il modello open source di DeepSeek permette di abbattere drasticamente i costi di addestramento, rendendo l’accesso all’AI più democratico. Tuttavia, questa maggiore accessibilità introduce anche nuovi rischi, specialmente in termini di sicurezza e privacy. La filosofia open source, sebbene vantaggiosa per la collaborazione e l’innovazione, può infatti esporre le organizzazioni a vulnerabilità se non vengono adottate misure di sicurezza adeguate.

TechTarget pone l’accento sull’approccio di DeepSeek, che utilizza hardware meno costoso come i chip Nvidia H800, specificamente studiati per il mercato cinese, come una sfida diretta alla dominanza di fornitori tradizionali come Nvidia. Questo stimola una concorrenza salutare ma pone anche interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine, specialmente se le restrizioni dovessero intensificarsi. I CIO devono quindi valutare non solo il costo iniziale inferiore, ma anche le implicazioni a lungo termine di una dipendenza da hardware meno potente.

Inoltre, la capacità di DeepSeek di elaborare grandi volumi di dati in tempo reale appare come un’arma a doppio taglio. Da una parte, migliora l’ottimizzazione delle operazioni e riduce i tempi di risposta, ma dall’altra, potrebbe facilitare sofisticati attacchi cibernetici.

In un’analisi dedicata, Reuters sottolinea come i costi operativi significativamente inferiori di DeepSeek rispetto ai modelli di OpenAI possano alterare la competitività del mercato, costringendo le imprese a riesaminare le loro strategie di investimento in AI. Questo esercita una pressione sui CIO non solo per adottare DeepSeek, ma per farlo in modo che mantenga robusti protocolli di sicurezza e garantisca la conformità normativa.

Un’altra area di impatto riguarda la gestione dell’innovazione. L’approccio di DeepSeek potrebbe richiedere ai CIO di rivedere le loro infrastrutture tecnologiche e i processi di lavoro per integrare efficacemente queste nuove capacità. L’adattamento continuo e la formazione dei dipendenti diventano quindi essenziali per sfruttare al meglio le opportunità senza compromettere la sicurezza operativa e la stabilità aziendale.

DeepSeek in azienda: un percorso denso di sfide

DeepSeek si rivela insomma un potenziale catalizzatore di cambiamento per i CIO aziendali, ma il percorso non è privo di sfide. La crescita senza precedenti dell’intelligenza artificiale aziendale nel 2024, sostenuta da investimenti massicci da parte di giganti del cloud come Microsoft, Google e AWS, ha portato a significative automazioni in aree critiche come la raccolta dati e la gestione del rischio. E in questo contesto, DeepSeek rappresenta sia un’opportunità sia una minaccia.

Per i CIO, questa realtà impone una necessità urgente di re-immaginare le strategie di sicurezza e gestione del rischio. Ma come agire?

Prima di considerare l’integrazione di soluzioni come DeepSeek, è essenziale che i CIO conducano una valutazione critica e un’analisi approfondita dei rischi e dei benefici. Questo processo deve includere un’attenta analisi delle vulnerabilità di sicurezza, della conformità normativa e delle implicazioni legali, per garantire che l’adozione di DeepSeek sia sicura e sostenibile. Rimanere aggiornati sulle evoluzioni di DeepSeek e sulle reazioni del mercato è poi cruciale. I CIO devono monitorare attentamente le mosse dei concorrenti e le risposte normative, assicurandosi di avere sempre una visione aggiornata sulle capacità emergenti offerte da questa tecnologia innovativa.

In questo scenario, la formazione continua e l’aggiornamento delle competenze del team IT sono fondamentali per preparare l’organizzazione ad affrontare le nuove sfide legate all’AI. Questo garantirà che l’azienda possa reagire rapidamente e adattarsi alle nuove tecnologie, mantenendo un vantaggio competitivo. Inoltre, promuovere un dialogo costante tra i reparti IT, legale e di conformità è vitale per costruire strategie robuste che mitigano i rischi associati all’adozione di nuove tecnologie AI come DeepSeek. Questa collaborazione interfunzionale aiuta a garantire che tutte le parti dell’organizzazione siano allineate nel perseguire obiettivi comuni.

Un percorso strategico

Per dare un’impronta future-oriented a queste mosse, i CIO dovrebbero infine incorporare tutte queste valutazioni nel più ampio quadro strategico dell’organizzazione, pianificando come l’intelligenza artificiale possa sostenere gli obiettivi aziendali nel lungo termine. Quel che serve è, a conti fatti, un approccio proattivo e strategico per divincolarsi tra opportunità e rischi associati: una gestione attenta e un impegno per la sicurezza e la conformità sono infatti essenziali per sfruttare appieno le capacità delle nuove frontiere dell’AI, garantendo al contempo la integrità e sostenibilità a lungo termine del business.

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