Nel panorama tecnologico globale, il 2025 si preannuncia come un anno di svolta per il mondo dello storage. Crescono le esigenze di sicurezza, la quantità di dati da gestire (strutturati e non) e l’adozione dell’Intelligenza Artificiale. Enrico Signoretti, VP of Product & Partnerships presso Cubbit, traccia tre priorità fondamentali — AI, Cyber Storage e gestione dei dati non strutturati — che influiscono su investimenti, organizzazione e strategie di trasformazione digitale.
L’importanza della sovranità dei dati e della “security awareness”
“Stiamo lasciando alle spalle” – afferma Signoretti – “un anno che ha visto molte aziende comprendere l’importanza della sovranità dei dati e preoccuparsi, quindi, di conservarli nel proprio paese per rispondere a requisiti normativi sempre più stringenti”. “Abbiamo assistito – continua Signoretti – “alla diffusione nelle aziende di quella che viene definita ‘security awareness’, ossia la consapevolezza che nessuna struttura è immune dagli attacchi informatici, e, infine, a un’attenzione sempre più grande da parte di molti CIO alla riduzione o all’ottimizzazione dei costi”.
Questi tre trend — sovranità dei dati, sicurezza e ottimizzazione dei costi — rappresentano la risposta delle imprese alla crescita esponenziale delle informazioni, un fenomeno che costringe i CIO a rivedere le strategie di archiviazione. E non è solo una questione europea: “La sovranità dei dati, da sempre uno dei temi più importanti in Europa nonché uno dei principali driver dello sviluppo di Cubbit, sta diventando importante anche al di fuori dell’UE, con un numero sempre maggiore di governi e imprese alla ricerca di soluzioni per avere un migliore controllo sui propri dati”, sottolinea ancora Signoretti.
AI e la corsa alle nuove infrastrutture di archiviazione
Il 2025 porterà con sé la sfida dell’Intelligenza Artificiale, spingendo le aziende a rivedere le proprie infrastrutture. “L’intelligenza artificiale, con il suo insaziabile appetito di dati, sta guidando un’impennata nella creazione di nuovi data center e nella ricerca di soluzioni per lo storage”, spiega Signoretti.
La domanda di spazi di archiviazione cresce perché le imprese vogliono conservare sempre più dati (e più a lungo), sperando di estrarne valore con l’AI. Tuttavia, non tutte riusciranno a sfruttare a pieno questa tecnologia, a causa degli alti costi di addestramento dei modelli e della carenza di competenze specialistiche. L’equilibrio tra investimenti infrastrutturali e reale ritorno di business non sarà semplice da trovare.
Cyber Storage e l’urgenza di proteggere i dati
Sul fronte della sicurezza, gli attacchi ransomware e i data breach si moltiplicano, rendendo ineludibile l’adozione di sistemi di protezione integrata: “La minaccia di ransomware e di data breach ha aumentato l’importanza della sicurezza dei dati. Le richieste di Cyber Storage, ovvero soluzioni di data storage con funzioni di sicurezza già incorporate, saranno in grande ascesa”, afferma Signoretti.
Si tratta di uno scenario in cui nessuna organizzazione può considerarsi immune. Le imprese dovranno implementare meccanismi di salvaguardia che tutelino la disponibilità e l’integrità dei dati. “Considerare solo gli attacchi ransomware come unico rischio principale non è più sufficiente” avverte Signoretti, riferendosi alla necessità di proteggere anche l’accesso, la proprietà e la governance dei dati nel cloud.
La crescita dei dati non strutturati e il ruolo dell’object storage
A complicare ulteriormente il panorama entra in gioco la varietà dei formati da gestire. “La produzione di dati non strutturati, come immagini, video e testo, crescerà in maniera esponenziale”, puntualizza Signoretti, indicando nell’object storage la risposta naturale a questo trend.
Le aziende, infatti, cercano piattaforme scalabili e sostenibili, capaci di gestire volumi enormi di dati eterogenei a costi contenuti. In quest’ottica si fanno strada architetture di data lake e un uso sempre più massiccio di protocolli compatibili con lo storage distribuito, così da integrare le informazioni con diverse tipologie di applicazioni.
Investimenti, cloud ibrido e STaaS
Una delle sfide principali per il 2025 sarà mantenere sotto controllo i costi di gestione dell’AI, del Cyber Storage e dei nuovi servizi a supporto dei dati non strutturati. “Nel 2025, le organizzazioni dovranno affrontare la crescita dei dati e potranno farlo attraverso una oculata combinazione e ottimizzazione di investimenti e costi operativi. Il cloud ibrido e lo Storage-as-a-Service (STaaS) si sono rivelati dei modelli vincenti e continueranno ad esserlo anche l’anno prossimo”, spiega Signoretti.
Molte aziende stanno maturando esigenze più avanzate: “Alcune aziende” continua il VP of Product & Partnership presso Cubbit, “stanno maturando e sono alla ricerca di soluzioni che possano offrire i vantaggi del cloud (la flessibilità in primis), ma con costi inferiori e più prevedibili”. Ne consegue l’affermarsi di approcci ibridi e distribuiti, nei quali la parte di storage può essere gestita su più piattaforme, mantenendo la sovranità e la sicurezza dei dati.
Uno sguardo alle tecnologie emergenti
Guardando al prossimo futuro, Signoretti prevede che “l’edge computing continuerà a crescere in maniera costante nel 2025, con l’edge AI che si affermerà tra i principali trend”. Elaborare i dati il più vicino possibile alla loro origine permette di ridurre la latenza, migliorando l’efficienza di processi in tempo reale.
Contestualmente, l’object storage prenderà sempre più piede come “contenitore” versatile e sicuro. Per i carichi di lavoro a bassa latenza e con un’elevata mole di richieste (ad esempio l’addestramento dell’AI), l’adozione di tecnologie basate su NVMe diventerà fondamentale. Rimane però l’incognita dei costi e delle competenze necessarie a gestire infrastrutture così sofisticate.
Secondo Enrico Signoretti, il 2025 sarà segnato dalla necessità di unire innovazione tecnologica e sostenibilità finanziaria, in un contesto in cui i dati rappresentano l’asset più prezioso per ogni azienda. L’AI promette di estrarre valore dai dati, ma richiede architetture agili e sicure; il Cyber Storage diventa cruciale per proteggere patrimoni informativi sempre più esposti; l’object storage e i data lake offrono risposte scalabili alla crescita dei dati non strutturati.
Nelle parole di Signoretti, “Cubbit prevede che ci saranno ancora organizzazioni che arriveranno al 2025 ignare della vulnerabilità dei loro dati nel cloud pubblico e del fatto che la responsabilità principale per la loro protezione è in capo a loro e non al cloud provider”. E se c’è una lezione da trarre è proprio questa: informarsi, investire in sicurezza e scegliere le tecnologie di storage più adatte è, oggi più che mai, la chiave per farsi trovare pronti alle sfide di domani.