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Cloud migration: come pianificare una transizione di successo



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Dalla scelta del modello di migrazione più adatto alla gestione del budget e operativa post-migrazione, ogni fase deve essere affrontata con un approccio strutturato. Strategie, best practice e i principali servizi a confronto

Pubblicato il 10 mar 2025



Cloud migration

La cloud migration presenta sfide significative per le imprese, tra cui costi nascosti e pianificazione inadeguata. La selezione di un partner esperto può essere determinante per il successo del progetto. Aspetti come supporto post-migrazione, ottimizzazione dei costi e la massimizzazione del valore richiedono strategie di acquisto efficienti, automazione delle operazioni e gestione finanziaria continua del cloud.

Le sfide della migrazione al cloud: pianificazione e costi nascosti

La migrazione al cloud rappresenta una sfida complessa per molte organizzazioni, con numerosi ostacoli e costi nascosti che possono compromettere il successo del progetto se non adeguatamente pianificati.

Tra gli errori più comuni vi è la scelta di un approccio “lift and shift” troppo frettoloso, che può portare a costi operativi più elevati nel lungo periodo. Molte organizzazioni che si muovono troppo velocemente verso il cloud pubblico, infatti, scoprono che i loro costi sono più alti di prima.

Un’altra insidia è rappresentata dalla mancata considerazione dei costi indiretti, come quelli legati alla trasformazione organizzativa e alle risorse del data center che diventano meno preziose con il passaggio al cloud. La pianificazione inadeguata può anche portare a problemi operativi e di sicurezza se non viene progettata correttamente l’architettura della “landing zone” cloud.

Per evitare queste trappole, i leader IT devono sviluppare un business case dettagliato, definire chiaramente le metriche di successo e coinvolgere tutte le parti interessate, inclusi i team applicativi e di business. È fondamentale anche considerare i costi di trasformazione delle competenze del personale e l’adozione di nuovi processi operativi cloud-native.

Solo attraverso una pianificazione meticolosa e realistica, che tenga conto di tutti questi fattori, le organizzazioni possono massimizzare il valore del loro investimento nella migrazione al cloud e evitare sorprese costose lungo il percorso.

Strategie di migrazione: scegliere l’approccio giusto per ogni applicazione

La scelta della strategia di cloud migration più appropriata per ciascuna applicazione è un passaggio cruciale per il successo di un progetto di migrazione al cloud.

Nella sua analisi (Gartner, How to Choose the Right Approach for Application Modernization and Cloud Migration), Gartner identifica 5 (+2) principali approcci, noti come le “5 R” della trasformazione cloud (a cui si possono aggiungere le fasi di Retire e Retain):

  1. Rehost
  2. Revise
  3. Rearchitect
  4. Rebuild
  5. Replace

Nell’analisi condotta da Gartner, su oltre 80 progetti di gestione del portfolio applicativo, solo il 17% delle applicazioni risulta idoneo per un semplice “Rehost” o “lift and shift” al cloud. Questa strategia, sebbene rapida, spesso non sfrutta appieno i vantaggi del cloud e può portare a costi operativi più elevati nel lungo periodo.

Il 23% delle applicazioni richiede invece una revisione (Revise) per adattarsi meglio all’ambiente cloud, mentre il 3% necessita di una ri-architettura sostanziale (Rearchitect).

Sorprendentemente, il 15% delle applicazioni dovrebbe essere ricostruito da zero (Rebuild) per sfruttare appieno le capacità native del cloud, e ben il 42% andrebbe sostituito (Replace) con alternative SaaS più adatte.

Questi dati evidenziano l’importanza di una valutazione approfondita di ciascuna applicazione prima della migrazione. I direttori IT devono considerare non solo l’aspetto tecnico, ma anche il valore di business e l’allineamento strategico di ogni applicazione.

L’approccio “revise” o “lift and optimize” può offrire un buon compromesso tra velocità di migrazione e ottimizzazione per il cloud, consentendo di apportare modifiche mirate per migliorare l’efficienza e la sicurezza.

Per le applicazioni critiche o con maggior potenziale di innovazione, le strategie di rearchitect o rebuild possono giustificare l’investimento maggiore, portando a significativi miglioramenti in termini di scalabilità, prestazioni e costi operativi nel lungo periodo.

La scelta dell’approccio giusto richiede una collaborazione stretta tra i team IT, di sviluppo e di business, nonché una comprensione approfondita delle capacità offerte dalle piattaforme cloud target.

Costruire un budget realistico per la cloud migration

La costruzione di un budget realistico per la migrazione al cloud è un processo complesso che richiede una comprensione approfondita di tutti i costi coinvolti, sia diretti che indiretti. Molte organizzazioni sottostimano significativamente i costi totali della migrazione, portando a sforamenti di budget e delusioni nei risultati. Per evitare queste trappole, è essenziale adottare un approccio strutturato alla stima dei costi.

Innanzitutto, è fondamentale identificare tutte le categorie di costo rilevanti, che vanno ben oltre il semplice costo delle risorse cloud. Queste includono i costi di pianificazione e supervisione, sviluppo e adattamento delle applicazioni, esecuzione della migrazione, operazioni temporanee durante la transizione, trasformazione organizzativa e costi residui delle infrastrutture on-premises. Gartner (Gartner, Beware of Public Cloud Migration Cost Traps) suggerisce di stimare inizialmente i costi di pianificazione e supervisione intorno al 15-20% del costo totale del progetto per approcci di rehost e revise, e fino al 20-30% per progetti più complessi di rearchitect e rebuild.

Per quanto riguarda i costi di migrazione effettiva, è importante notare che questi possono variare significativamente in base alla complessità dell’ambiente e alle specifiche esigenze dell’organizzazione.

Un aspetto critico spesso trascurato è il costo delle operazioni temporanee durante la transizione. Gartner consiglia di presupporre inizialmente che ci vorranno tante ore di personale per operare i carichi di lavoro migrati quante ne servivano on-premises, più i costi dei servizi cloud durante il periodo di transizione.

Inoltre, non vanno sottovalutati i costi di trasformazione organizzativa, che includono la riqualificazione del personale, l’adozione di nuovi processi e l’integrazione tra i team IT e le unità di business. Per costruire un budget veramente accurato, dunque, si dovrebbe adottare un approccio iterativo, partendo da una stima pro-forma basata su medie di settore e affinandola progressivamente man mano che si acquisiscono più dettagli sul progetto specifico. Questo processo dovrebbe coinvolgere tutte le parti interessate e considerare attentamente le interdipendenze tra i vari sistemi e le fasi del progetto.

Dalla pianificazione all’esecuzione: guida alla cloud migration

Il percorso di cloud migration, dalla pianificazione all’esecuzione, richiede un approccio metodico e ben strutturato per garantire il successo dell’operazione.

  • La fase di pianificazione è cruciale e inizia con una valutazione approfondita dell’infrastruttura IT esistente e degli obiettivi aziendali. Questa analisi deve includere non solo gli aspetti tecnici, ma anche considerazioni su costi, sicurezza, conformità normativa e impatto sulle operazioni aziendali.
  • Una volta definita la strategia, la fase di esecuzione della cloud migration diventa il momento cruciale del processo. Questa fase richiede una pianificazione dettagliata delle attività, la scelta delle tecnologie più adatte e una gestione attenta dei rischi associati.
  • È fondamentale sviluppare un piano di migrazione che includa una tempistica dettagliata, obiettivi chiari e una valutazione dei rischi.
  • La comunicazione con tutti gli stakeholder riguardo al programma di migrazione e agli eventuali impatti sul loro lavoro è essenziale per garantire una transizione fluida.
  • Inoltre, è cruciale avere un piano di contingenza ben definito per affrontare rapidamente eventuali problemi che potrebbero sorgere durante il processo di migrazione.
  • Durante l’esecuzione, è importante monitorare attentamente ogni fase del processo per identificare e risolvere tempestivamente eventuali problemi. Questo può includere l’utilizzo di strumenti di monitoraggio in tempo reale per tracciare il progresso della migrazione e le performance dei sistemi.

Ottimizzazione post-migrazione

Dopo la migrazione, l’ottimizzazione continua diventa la chiave per massimizzare i benefici del cloud.

L‘ottimizzazione post-migrazione dovrebbe concentrarsi su aree come l’efficienza delle risorse, la sicurezza, le prestazioni delle applicazioni e la gestione dei costi. Ciò può comportare l’implementazione di strategie come l’auto-scaling, l’ottimizzazione del codice per l’ambiente cloud e l’adozione di pratiche DevOps per migliorare la collaborazione tra i team di sviluppo e operazioni.

Infine, è fondamentale ricordare che la cloud migration non è un evento una tantum, ma un processo continuo di adattamento e miglioramento. Le aziende devono rimanere agili e pronte ad adattarsi alle nuove tecnologie e alle mutevoli esigenze aziendali. Questo può includere la formazione continua del personale, l’aggiornamento regolare delle strategie cloud e la valutazione costante di nuove soluzioni e servizi offerti dai provider cloud.

Migrazione al cloud: guida ai servizi e ai provider

Quella che segue è una selezione dei principali vendor per la migrazione al cloud, basata sulle informazioni contenute nel report Magic Quadrant for Public Cloud IT Transformation Services, pubblicato da Gartner ad agosto 2024, e sulle recensioni verificate pubblicate sul portale Peer Insights.

Accenture

Accenture offre servizi di migrazione al cloud su ambienti multi-cloud e ibridi, con particolare attenzione a Azure (46%), AWS (21%), OCI (20%) e GCP (13%). L’azienda ha completato 4.200 progetti di migrazione e dispone di un team di 154.866 professionisti certificati nelle principali piattaforme cloud. La strategia di migrazione di Accenture include soluzioni di modernizzazione per applicazioni e infrastrutture esistenti, con un’integrazione mirata di strumenti cloud-native per la gestione post-migrazione. Inoltre, l’azienda investe nell’intelligenza artificiale e nell’automazione per migliorare l’efficienza delle operazioni di migrazione e ottimizzazione.

Punti di forza

  • Presenza consolidata su più piattaforme cloud.
  • Integrazione con strumenti di automazione per ottimizzare i processi di migrazione.
  • Collaborazioni dirette con i principali hyperscaler.

Aree di attenzione

  • Il modello di pricing si basa principalmente su time & material, con possibilità di variazioni nei costi in base a richieste aggiuntive.
  • L’integrazione delle acquisizioni nel settore cloud è ancora in corso.

IBM

IBM opera nel settore della migrazione cloud con un approccio basato sulla consulenza e sull’utilizzo di strumenti di automazione. La maggior parte delle sue attività riguarda AWS (48%) e Azure (43%), con una presenza minore su OCI (5%) e GCP (4%). IBM ha completato 285 progetti di migrazione e conta oltre 56.066 specialisti certificati in cloud. La sua metodologia prevede la co-creazione di strategie di migrazione con i clienti, supportata dall’uso di tecnologie di intelligenza artificiale per ottimizzare il processo e ridurre i tempi di trasformazione. L’azienda offre anche soluzioni specifiche per la gestione di ambienti cloud ibridi e multicloud, garantendo un’integrazione tra i sistemi legacy e le nuove piattaforme cloud.

Punti di forza

  • Rete di consulenza per la gestione delle migrazioni.
  • Integrazione di strumenti di automazione per ottimizzare il processo di migrazione.
  • Copertura geografica estesa.

Aree di attenzione

  • Il processo di integrazione delle acquisizioni nel settore cloud è ancora in corso.
  • I tempi di migrazione possono variare in base alla complessità del progetto.

Wipro

Wipro è specializzata nella migrazione verso AWS (44%) e Azure (40%), con un supporto anche per GCP (10%) e OCI (7%). L’azienda ha completato 1.152 progetti di migrazione e dispone di un team di 55.846 professionisti certificati in tecnologie cloud. La strategia di Wipro prevede l’implementazione di soluzioni cloud-native per agevolare la migrazione e la modernizzazione delle infrastrutture IT. Inoltre, utilizza automazione nei processi di gestione e monitoraggio post-migrazione, garantendo un controllo continuo delle risorse cloud. La sua struttura operativa è suddivisa in unità dedicate a AWS e Azure, con un’attenzione particolare all’ottimizzazione dei costi tramite soluzioni FinOps.

Punti di forza

  • Specializzazione in ambienti cloud-native.
  • Automazione nei processi di gestione post-migrazione.
  • Struttura organizzativa dedicata ai principali hyperscaler.

Aree di attenzione

  • La suddivisione per hyperscaler può comportare differenze nei livelli di servizio tra le diverse unità operative.
  • La gestione dei contratti si basa principalmente su metriche tecniche piuttosto che su risultati di business.

Deloitte

Deloitte fornisce servizi di migrazione cloud con un focus sulla trasformazione digitale e l’ottimizzazione dei processi aziendali. Le sue operazioni sono orientate principalmente su AWS (37%) e Azure (30%), con un supporto anche per OCI (20%) e GCP (13%). Con un team di 53.000 specialisti certificati in cloud, Deloitte combina la migrazione cloud con strategie di business outcome, utilizzando strumenti proprietari per automatizzare il processo di migrazione e la gestione post-migrazione. La sua metodologia prevede un approccio consulenziale, per adattare la migrazione cloud agli obiettivi aziendali del cliente.

Punti di forza

  • Modelli di contratto basati su risultati di business.
  • Strumenti di automazione per migliorare il processo di migrazione.
  • Collaborazioni con i principali hyperscaler.

Aree di attenzione

  • Il pricing può risultare più elevato rispetto ad altri vendor.
  • Il focus è più orientato alla trasformazione digitale rispetto alla sola migrazione infrastrutturale.

HCLTech

HCLTech supporta la migrazione verso Azure (63%), AWS (20%), GCP (13%) e OCI (4%), con oltre 4.230 progetti di migrazione completati e 73.960 professionisti certificati in cloud. L’azienda offre un’ampia gamma di soluzioni di migrazione e modernizzazione, basate su componenti modulari che accelerano il processo di trasformazione cloud. HCLTech utilizza intelligenza artificiale e automazione per gestire la migrazione e il monitoraggio delle infrastrutture cloud, con particolare attenzione agli ambienti ibridi e multicloud, per garantire un’integrazione tra diverse piattaforme.

Punti di forza

  • Portafoglio di soluzioni modulare.
  • Utilizzo di strumenti di automazione per la gestione delle migrazioni.
  • Collaborazioni con i principali provider cloud.

Aree di attenzione

  • Differenze nel livello di innovazione tra i servizi offerti.
  • La varietà di soluzioni disponibili può richiedere un’analisi approfondita per selezionare l’opzione più adatta.

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