Non esiste una ricetta magica per diventare un CIO di successo, ma ci sono alcuni aspetti chiave che contribuiscono senza dubbio al raggiungimento di questo ruolo.
Parliamo di specifiche caratteristiche personali e competenze, perché oggi il CIO è molto più di un esperto di tecnologia, è il catalizzatore della trasformazione digitale in azienda.
Secondo il Gartner 2025 CIO Agenda Survey, che ha coinvolto oltre 3.100 CIO a livello globale, solo il 48% delle iniziative digitali a livello aziendale raggiunge o supera gli obiettivi di business prefissati. Si tratta di un risultato che evidenzia l’importanza di un approccio strategico alla leadership tecnologica.
Le sfide per i CIO
Oggi i CIO hanno di fronte una sfida imponente: non solo gestiscono l’infrastruttura tecnologica e l’evoluzione IT della propria azienda, ma devono anche possedere una visione strategica, promuovere l’innovazione e ispirare i propri collaboratori.
Non basta più limitarsi a risolvere problemi tecnici e implementare nuove tecnologie. Le aziende cercano CIO che siano veri e propri leader, capaci di coniugare eccellenza tecnologica e intelligenza emotiva.
Ma cosa ha portato a questa radicale trasformazione del ruolo? Che il responsabile IT debba comprendere i processi aziendali non è una novità. La vera novità è che oggi l’intero staff manageriale di un’azienda deve comprendere la tecnologia. Il CIO diventa quindi una guida strategica, che non si limita a tradurre in soluzioni tecnologiche le richieste altrui, ma promuove attivamente il cambiamento, con l’obiettivo primario di preparare l’azienda al futuro.
In quest’ottica, l’IT si trasforma in un asset strategico, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei dati e l’intelligenza artificiale. L’IA generativa, in particolare, come evidenziato nel Gartner 2025 CIO Agenda report, sta rivoluzionando il modo in cui le aziende operano, aprendo nuove opportunità ma anche nuove sfide in termini di sicurezza e gestione dei dati. Oltre l’80% dei CIO prevede di investire in capacità fondamentali come cybersecurity, IA generativa, business intelligence, analisi dei dati e tecnologie di integrazione come le API. I CIO stessi dichiarano di dedicare sempre più tempo all’allineamento delle iniziative IT con gli obiettivi di business. E il segreto del successo? Concentrarsi sulle persone.
Dati e nuove generazioni: le chiavi del futuro per i CIO
I CIO che ottengono i migliori risultati (i cosiddetti “Digital Vanguards” identificati da Gartner) si concentrano sulla creazione di una user experience complessiva efficace per tutti gli utenti tecnologici dell’azienda.
Strumenti come l’intelligenza artificiale e le piattaforme di dati, se ben integrati nel contesto aziendale, possono essere una vera e propria chiave di volta.
Il ruolo centrale dei dati è innegabile: hanno il potenziale per alimentare innovazione ed efficienza. Tuttavia, molte aziende non riescono a sfruttare questo potenziale perché i dati rimangono intrappolati in silos, inaccessibili a chi potrebbe utilizzarli al meglio.
Il compito del CIO, quindi, non si limita a garantirne il flusso dal punto di vista tecnico, ma si estende alla creazione di una cultura aziendale basata sulla condivisione della conoscenza e sulla valorizzazione dei dati come capitale strategico, non come semplice astrazione.
Altrettanto cruciale è il coinvolgimento delle nuove generazioni, non solo per compensare il progressivo pensionamento dei baby boomer e la conseguente carenza di personale qualificato. Millennial e Generazione Z, in particolare, portano nuove prospettive e un approccio innovativo ai processi aziendali.
Saper integrare questa energia e questo nuovo modo di pensare nella strategia aziendale è fondamentale. I CIO “Digital Vanguards” hanno quasi tre volte più probabilità di dare priorità al supporto delle aree di business nella previsione delle proprie esigenze di competenze tecnologiche. Un vero team player, in questo contesto, è chi riesce a far interagire esperienza, apertura al nuovo e progresso tecnologico.
Comunicazione, resilienza e flessibilità
Per un CIO, l’eccellenza nella comunicazione è imprescindibile. Non si tratta solo di spiegare concetti tecnici in modo chiaro, ma di trasmettere la propria visione in modo coinvolgente e di progettare processi di trasformazione che ispirino e motivino l’intera azienda. Oltre alla chiarezza, serve l’arte di saper coinvolgere le persone e generare entusiasmo per il cambiamento.
Le crisi rappresentano il banco di prova definitivo per un CIO. Essere preparati aumenta la resilienza, ma la vera differenza sta nella capacità di prendere decisioni rapide e mantenere il team concentrato e operativo. Pianificare è importante, ma quando le cose si complicano la flessibilità è cruciale, perché il business deve andare avanti, i processi non possono incepparsi e i clienti devono essere sempre informati.
Questo significa, nel quotidiano, sapersi ritagliare lo spazio per pensare in modo strategico e delegare o automatizzare le attività di routine, così da non sacrificare innovazione e sviluppo. Non a caso, l’86% dei CIO afferma che l’innovazione è sempre più al centro dell’attenzione, come evidenzia uno studio di Foundry. I CIO che riescono a trovare questo equilibrio fanno la differenza, sia nei momenti di calma che in quelli di crisi.
In situazioni di emergenza, serve un CIO che sappia definire priorità chiare, comunicare con trasparenza e prendere decisioni rapide. Allo stesso tempo, la resilienza permette di preparare il team ad affrontare le difficoltà, garantendo una risposta calma ed efficiente anche nei momenti più impegnativi.
Apertura al cambiamento: la forza di un CIO di successo
Sbagliare è umano. Considerare gli errori come opportunità di apprendimento e ricercare attivamente il feedback rafforza la fiducia nel team e promuove una cultura orientata all’innovazione. Un CIO di successo si distingue per la sua apertura, sia nei confronti del feedback che del cambiamento. In un settore in continua evoluzione, il CIO deve essere un esempio di adattabilità, mostrando al team come affrontare le nuove sfide. Opporsi al cambiamento può infatti frenare sia la crescita professionale che quella dell’azienda.
Il CIO: architetto del cambiamento
Anche i leader più brillanti possono cadere in errore. Tra le trappole più comuni ci sono la rigidità di fronte al cambiamento e una visione eccessivamente focalizzata sugli aspetti tecnici. La tecnologia è e rimane fondamentale, ma il fattore umano è determinante. Per un CIO, perdere il contatto con il proprio team è particolarmente rischioso.
Comunicazione ed empatia non sono quindi qualità accessorie, ma requisiti fondamentali. Proprio qui risiede la grande opportunità del ruolo: essere CIO non è solo un lavoro, ma la possibilità di plasmare intere organizzazioni. Chi riesce a combinare abilmente tecnologia, strategia e leadership, lascia un segno indelebile nell’azienda, diventandone una figura chiave per una crescita sostenibile.