Oggi si sente parlare molto di App Economy e di termini come la Digital Transformation o il Digital Business, “di fatto stiamo parlando di un utilizzo diffuso di servizi e applicazioni all’interno di modelli operativi, di business e competitivi che oggettivamente vanno sempre più digitalizzandosi”, è la premessa di Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno durante il recente webinar ‘Piattaforme di rete per il Digital Business’. “In questi percorsi di trasformazione si sviluppano nuove forme di collaborazione e integrazione tra utenti aziendali, partner e nella relazione-interazione tra l’impresa e il mercato; forme che necessitano di tecnologie e servizi a base digitale il cui cuore infrastrutturale è rappresentato dal network, non soltanto come elemento di connettività ma anche e soprattutto come piattaforma per l’erogazione corretta di servizi It e atta a soddisfare le diverse esigenze dei profili utente che accedono e utilizzano tali servizi e sui quali il business digitale va sempre più basandosi”.
“La rete è la piattaforma abilitante di un nuovo modo di vivere”, fa notare Stefano Mainetti, co-direttore scientifico dell’Osservatorio Cloud e Ict as a service della School of Management del Politecnico di Milano, nel delineare gli scenari evolutivi tecnologici che sempre più caratterizzeranno il mondo digitalizzato. “Guardando in ottica prospettica ai trend che Gartner ci propone come strategici per il 2016, emergono immediatamente temi quali il ‘device mesh’ [inteso come il mix di device che gli utenti utilizzano all’interno del loro “network sociale”, che vanno dai device mobili ai weareble device, fino agli apparecchi elettronici in uso in casa – nrd], i Big Data, le nuove modalità di produrre e apprendere (3D printing, Advanced Machine Learing, ‘agents & things’ autonomi…), la sicurezza ‘adattiva’; tutte tendenze che implicano un cambiamento a livello di piattaforme tecnologiche con l’ingresso dell’IoT, di sistemi architetturali avanzati e nuovi ‘ambienti’ di user experience”.
Tendenze che trovano conferma già oggi nei dati presentati da Mainetti nell’ambito dello smart working e della collaboration: “la prima voce di importanza critica tra le workspace technology abilitanti lo smart office è la connettività, in particolare il wi-fi esteso, a dimostrazione del nuovo modo di lavorare in mobilità degli utenti. Se poi entriamo nel dettaglio della collaboration ecco che troviamo esigenze tecnologiche che si esprimono attraverso la richiesta di sistemi voce e infrastrutture su Ip, convergenza fisso-mobile, file sharing, instant messaging e presence, videoconference e telepresence in mobilità”.
Monitoring, analisi e ottimizzazione in ciclo continuo
In questo scenario di trasformazione digitale che corre innegabilmente molto veloce, la virtualizzazione ed i modelli cloud hanno indubbiamente un valore di accelerazione.
“Sono molte le realtà che stanno creando una ‘cloud enabling infrastructure’ che permetta prima di tutto di fruire dei servizi di cloud pubblico (da connettere e integrare con i sistemi It aziendali) ma al contempo renda l’It interno agile, flessibile ed integrato”, spiega Mainetti. “In questi percorsi la capacità di gestione della qualità del servizio di rete diventa un tassello importantissimo che se non correttamente governato rappresenta un collo di bottiglia nella filiera di erogazione e gestione dei servizi digitali fruiti dagli utenti”.
Ed è Alberto Degradi, Architectural Leader di Cisco ad illustrare come evolvono le infrastrutture di rete secondo logiche nuove di gestione via software, dove processi come monitoring, analisi e ottimizzazione procedono ‘a ciclo continuo’. “Le applicazioni hanno un relazione sempre più stringente con l’infrastruttura che sta sotto, in modo crescente sul network; non a caso noi stessi abbiamo iniziato il percorso del Software Defined Networking partendo dall’Application Centric Infrastructure”, descrive Degradi. “Applicazioni, servizi e processi digitali devono essere abilitati e al contempo assicurati in termini di prestazioni e qualità da un network ‘intelligente’, automatizzato ed ‘adattivo’, sicuro”.
Quali siano gli elementi chiave su cui oggi deve dunque fare leva una infrastruttura di rete di supporto alle organizzazioni digitali Degradi lo spiega rispondendo ad alcune domande che gli utenti collegati durante il webinar hanno rivolto ai relatori: “innanzitutto bisogna elevare i livelli di virtualizzazione per poter utilizzare qualsiasi servizio da qualunque luogo, indipendentemente dalla piattaforma sottostante – fisica o virtuale, on-premise o nel cloud – puntualizza il manager di Cisco -. L’automazione è il passaggio che permette ai servizi di essere facilmente implementabili, nonché semplici da gestire e mantenere cambiando radicalmente l’approccio alla gestione di rete”.
Ma è sugli analytics che Degradi focalizza l’attenzione: “un’analisi pervasiva e continua permette all’It di avere una visione dettagliata delle attività della rete, delle infrastrutture It nonché del business, informazioni che solo la rete è in grado di fornire, se opportunamente analizzata. Attraverso le informazioni che derivano dagli analytics (che possono spingersi fino al comportamento degli utenti, sul loro utilizzo delle applicazioni e dei servizi e quindi sull’impatto che ‘generano’ sulla rete) è possibile semplificare l’orchestrazione del network rendendolo ‘adattivo’ e flessibile a seconda delle reali esigenze aziendali e degli utenti”.
Tutto in funzione dell’esperienza utente
“Quando parliamo di Intelligent Enterprise Network facciamo riferimento ad una piattaforma che deve traguardare un elemento fondamentale di user experience – fa notare Uberti Foppa -, oggi imprescindibile per una corretta definizione delle strategie di ingaggio/relazione (nel rapporto dell’azienda con gli utenti) e capacità di proposta/competizione (nell’azione dell’azione dell’azienda sul mercato)”.
“Stanno cambiando drasticamente i requirement delle aziende conferma in chiusura Degradi -, sul network gravitano capabilities di business che si esprimono sempre più attraverso esperienze lavorative digitali e mobili, dove la user experience diventa determinante non solo per la soddisfazione personale di ciascun utente ma per l’operatività e la produttività aziendali”.
Esperienze omnicanale, servizi personalizzati, collaboration efficace diventano per esempio criteri attraverso i quali le aziende possono meglio esprimere la propria capacità competitiva sia intervenendo su una migliore organizzazione interna sia abilitando più proficui metodi di ingaggio e relazione con il mercato. Dietro tutto ciò c’è una piattaforma di networking sempre più intelligente.
Digital Network Architecture, il DNA di CiscoIl percorso di digitalizzazione richiede una rete evoluta che vada oltre la semplice connessione. Cisco risponde ridefinendo il DNA del networking, acronimo che non a caso identifica la nuova proposta aziendale chiamata Digital Network Architecture, un’architettura basata su software, aperta ed estendibile che riunisce virtualizzazione, automazione, analisi dei dati, cloud e programmabilità (per la creazione e gestione della piattaforma stessa). Sul fronte automazione Cisco introduce: una nuova versione della piattaforma Apic-Enterprise Module; Cisco Plug and Play, software per l’automazione, disponibile on premise e gestito in cloud, che elimina le attività di pre-configurazione o di distribuzione; Easy Quality of Service (Easy QoS), permette alla rete di aggiornare in modo dinamico le impostazioni basate sulle policy relative alle applicazioni; Cisco Intelligent Wan, servizio che automatizza l’implementazione e la gestione delle reti. Per quanto riguarda la virtualizzazione l’architettura DNA si basa su Cisco IOS XE, sistema operativo di rete ottimizzato per la programmazione, l’automazione basata sul controller e il mantenimento dell’efficienza, che include Enterprise Network Function Virtualization che separa l’hardware dal software e permette alle aziende di avviare le funzionalità da qualsiasi luogo. Presente infine CMX Cloud, un set di servizi di management grazie ai quali è possibile avere tutte le informazioni sulla posizione e la presenza degli utenti provenienti dall’infrastruttura wireless. |