Il mercato dei data center sta vivendo una fase di espansione senza precedenti, trainata dalla crescente domanda di capacità di calcolo e storage per supportare tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e le infrastrutture ad alte prestazioni.
Secondo l’analisi della Community “Data Center Italia” di TEHA Group, entro il 2028 il volume dei dati globali passerà da 149 a oltre 394 zettabyte, con un incremento che richiede adeguamenti infrastrutturali su larga scala. A guidare il mercato globale sono gli Stati Uniti, con oltre 5.000 Data Center, seguiti dall’UE con 2.220 unità
L’Italia si posiziona come il 5° mercato europeo e il 12° a livello globale, rappresentando il 7,6% del totale dei data center nell’Unione Europea. Una posizione che si traduce in un’opportunità strategica, supportata da una combinazione di fattori favorevoli: disponibilità di aree connesse e pronte all’uso, tempi di connessione tra i più bassi d’Europa e un mix energetico unico, che integra fonti come idrogeno, biometano, rinnovabili e soluzioni di carbon capture.
Questi elementi possono abilitare fino a 23 miliardi di euro di investimenti entro il 2030 per la costruzione di nuove infrastrutture IT, con ricadute che potrebbero triplicare l’occupazione nel settore entro i prossimi cinque anni.
Tuttavia, TEHA Group sottolinea che la piena realizzazione di questo potenziale richiede interventi strutturali: miglioramento delle infrastrutture energetiche per una distribuzione efficiente dell’energia, attrazione di capitale umano qualificato e semplificazione della regolamentazione.
“Lo sviluppo digitale è oggi una leva strategica per rilanciare la competitività e la produttività in Europa, e i data center ne rappresentano l’infrastruttura critica per eccellenza. L’Italia ha l’opportunità unica per posizionarsi come hub tecnologico di riferimento in Europa e nel Mediterraneo”, afferma Alessandro Viviani, Associate Partner e Responsabile della Community Data Center di TEHA Group.
Indice degli argomenti
Hyperscale e distribuito: due modelli complementari
Guardando alle tendenze globali, entro il 2029 il 60% della capacità dei data center sarà rappresentata da strutture hyperscale, centralizzate e scalabili, progettate per rispondere alla domanda di soluzioni ad alta densità e capacità.
Parallelamente, si svilupperanno infrastrutture distribuite, di dimensioni più contenute, più sostenibili, capaci di soddisfare esigenze specifiche delle imprese come la gestione dei dati sensibili, la riduzione della latenza o l’adeguamento a requisiti normativi locali.
Secondo TEHA Group, questi due modelli non sono alternativi ma complementari e il loro sviluppo armonico sarà essenziale per bilanciare efficienza digitale, resilienza infrastrutturale e sostenibilità. Un equilibrio che, come evidenzia Viviani, “richiede una visione chiara e una collaborazione interfiliera: un dialogo strutturato che coinvolga tutti gli attori della catena del valore, dalla gestione dei dati alle infrastrutture energetiche, fino al settore pubblico”.
Il nodo energetico rimane una delle principali criticità per l’Italia. Nonostante una crescita della produzione da fonti rinnovabili stimata in 42 TWh tra il 2020 e il 2028, il consumo energetico dei data center aumenterà di 6 TWh nello stesso periodo, rendendo necessaria una pianificazione infrastrutturale efficace. La Community propone la creazione di un Net Zero Digital Energy Hub, modello integrato che concentri gli investimenti in infrastrutture IT ed energetiche, utilizzando risorse diversificate per garantire flessibilità e minimizzare l’impatto ambientale.
La Lombardia in testa per capacità installata
Lombardia e Milano, in particolare, emergono come i principali poli di attrazione per gli investimenti nei data center: dei 513 MW di capacità installata in Italia previsti entro il 2024, 317 MW saranno concentrati nella regione, con Milano a rappresentare da sola quasi la metà del totale nazionale. Tuttavia, il progressivo esaurimento delle aree disponibili e la concorrenza di altri Paesi europei, come quelli della penisola iberica, richiedono un’accelerazione delle politiche di supporto per mantenere alto il livello di attrattività.