Inizio 2016 ricco di annunci su tutti i fronti del cloud e della mobility per Vmware. Nel giro di pochi mesi, il colosso della virtualizzazione, entrato con l’acquisizione di Airwatch pesantemente anche nell’Enterprise Mobility Management (Emm), ha introdotto una piattaforma per la distribuzione di workspace digitali sicuri per stili di lavori flessibili e Bring Your Own Device (Workspace One), innovata la propria offerta per il Software Defined Date Center e la gestione di cloud ibride (con vRealize Suite 7), annunciato nuove soluzioni per sistemi iper-convergenti e stretto una partnership strategica con Ibm per l’automazione della migrazione di workload Vmware dai data center Sddc al cloud pubblico di Big Blue.
“Con oltre l’80% dei carichi di lavoro ormai virtualizzati – ha affermato durante un incontro con la stampa Alberto Bullani, Regional Manager di Vmware – la nostra soluzione di virtualization vSphere è diventata ormai una commodity. Una fetta crescente del nostro fatturato deriva ormai dal resto della nostra offerta”. In questa, un ruolo sempre maggiore lo stanno avendo i sistemi iper-convergenti. “Un mercato che cresce in maniera incredibile”, ha affermato Bullani. “Il mondo dei server va in modo deciso verso questo tipo di architettura, che combina capacità software-defined di elaborazione, storage e rete con hardware off-the-shelf x86”.
Di recente, il vendor di Palo Alto ha rilasciato una nuova release dello stack software per realizzare hyper-converged infrastructure (include vSphere, vCenter Server e Virtual San). In contemporanea ha reso disponibile anche Virtual San 6.2. Fra le novità, nuove funzionalità di deduplicazione e compressione dei dati per lo storage all-flash (il vendor afferma che, con questa tecnologia, è possibile arrivare a spendere 1 dollaro per GB), di Quality of Service, di configuration and deployment automation e di erasure coding (rende possibile utilizzare uno spazio storage fino a due volte, abbattendo i costi di capitale e operativi).
Per quanto riguarda il passaggio dall’ambiente on-premises all’hybrid-cloud, oltre alla versione 7 di vRealize (con innovazioni per l’automazione del provisioning, il supporto agli ambienti DevOps, il monitoring) si segnala l’accordo con Ibm: “Non si tratta di un’alleanza d’immagine”, ha precisato Bullani, “ma di un’operazione dalla quale sono scaturiti prodotti e servizi”. Grazie all’integrazione di tecnologie di entrambi i partner, i clienti del vendor di virtualizzazione possono ora approvvigionarsi automaticamente di ambienti Vmware Sddc preconfigurati, consistenti di vSphere, Nsx e Virtual San su Ibm Cloud.
Last but not least, in occasione dello scorso Mobile World Congress 2016 a Barcellona Vmware ha lanciato una nuova strategia rivolta ai Cloud Service Provider (Csp) basata sulla tecnologia di Network Function Virtualization (Nfv). La promessa è permettere ai loro clienti di creare servizi Telco nel giro anche di poche decine di minuti, utilizzando costose apparecchiature 4G virtualizzate in cloud.