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Hybrid IT al servizio dell’ “Asap paradigm”

Il recente webinar, organizzato da ZeroUno con la collaborazione di Cisco e Ibm, ha posto sotto i riflettori l’esigenza per l’infrastruttura aziendale di poter contare su un modello ibrido con sistemi integrati e convergenti, capaci di garantire flessibilità e migliore governance e un allineamento alle esigenze di business… “As Soon As Possible”.

Pubblicato il 20 Set 2016

Foto di Ibm

In un prolungato periodo di difficoltà di mercato, come quello che contraddistingue il momento economico attuale, caratterizzato da un contesto competitivo in cui prevedere gli effetti che determinate scelte possono produrre appare complesso, diventa fondamentale comprendere l’indirizzo verso il quale muovere le architetture aziendali e in una nuova dimensione di liquidità.

Il tema, di assoluta attualità, è stato il cuore del recente Webinar Verso l’Hybrid It: flessibilità e performance dei sistemi integrati e convergenti, organizzato da ZeroUno in collaborazione con Cisco e Ibm, in cui si è dibattuto di come il business richieda ai sistemi informativi elevata duttilità e capacità di reagire in tempo reale agli stimoli esterni.

I relatori del webinar, da sinistra: Stefano Uberti Foppa, Direttore di ZeroUno, Fabrizio Amarilli, Project Manager di Fondazione Politecnico di Milano, Diego Zucca, Alliance Manager Data Center di Cisco e Maurizio Rizzi, Storage Solutions Leader di Ibm

“Rispondere in termini di flessibilità, security e migliore governance a esigenze strategiche sempre più variabili impone di guardare verso modelli di Hybrid It, per offrire quella velocità di erogazione dei servizi che, tipicamente, i sistemi legacy ormai faticano a garantire”, ha illustrato Stefano Uberti Foppa, Direttore di ZeroUno, dando inizio al webinar.

E i numeri confermano questa interpretazione: una recente ricerca dedicata da ZeroUno allo storage evidenzia, infatti, come un’innovazione rapida, veloce e tattica debba potersi poggiare su un ammodernamento degli aspetti centrali dei sistemi infrastrutturali.

“Si tratta di compiere talvolta scelte disruptive rispetto a sistemi legacy che fino a oggi hanno caratterizzato le fondamenta dei nostri sistemi – ha proseguito Uberti Foppa -, investendo in modelli capaci di supportare, in termini di flessibilità, concrete esigenze di business”.

Il ruolo del data center nei processi aziendali

Perché i driver di cambiamento con cui le aziende si devono confrontare, come spiegato da Fabrizio Amarilli, Project Manager di Fondazione Politecnico di Milano, sono molteplici, in costante evoluzione e talvolta imprevedibili: “Sicuramente si tratta di elementi collegati allo scenario macroeconomico, ma anche influenzati dall’uso che le persone sono ormai abituate a fare della tecnologia e dell’offerta tecnologica stessa, matura e pronta per affrontare questo bisogno di cambiamento. I sistemi informativi sono così chiamati a essere efficaci e scalabili per rispondere in modo strutturato alla variabilità del contesto, con un uso efficiente delle risorse che devono mostrare un profilo resiliente, pronto ad autorigenerarsi per affrontare modalità di business completamente differenti rispetto a un passato anche molto recente”.

Per reggere un’evoluzione dei modelli di business in chiave sempre più digital, quindi, le aziende devono indirizzarsi verso ambienti It orientati a un modello ibrido, che, per garantire una migliore governance e una gestione intelligente dei workload, attribuisce un ruolo fondamentale ai sistemi integrati.

L’ASAP Paradigm

“Un sostegno all’ “Asap paradigm” [per garantire un allineamento dell’infrastruttura It As Soon As Possible con il business, ndr] – ha proseguito Amarilli – proviene dalle tecnologie abilitanti, convergenti, in modalità end-to-end, con doppia valenza dal punto di vista del metodo del processo e da quello della gestione dell’infrastruttura”.

In questa logica di trasformazione della catena del valore delle aziende, che richiede di sostenere da un lato un’esigenza organizzativa che si muove in un contesto frammentato e dall’altro una capacità di risposta efficace, il ruolo del data center è quanto mai rilevante.

“Si tratta di un’evoluzione che riguarda il ruolo dell’infrastruttura all’interno dei processi aziendali”, ha precisato Diego Zucca, Alliance Manager Data Center di Cisco.

Nella scelta dell’architettura da adottare, infatti, bisogna tenere in considerazione diversi aspetti, tra cui le esigenze di budget, ma anche le caratteristiche peculiari di ogni specifica implementazione e di ogni singolo processo.

“Alla gestione della complessità si lega l’esigenza di modernizzare l’infrastruttura in un’ottica just in time – ha aggiunto Zucca -, vale a dire poter allocare e fruire delle risorse in maniera flessibile, semplice e nel momento giusto”.

Per questo, nella scelta della piattaforma, importante sarebbe prediligere un’architettura basata su un pool di risorse virtualizzate, con un certo grado di astrazione, fruibili e orchestrabili in un sistema di gestione unitario, che consentano di ridurre i costi di governance e di allocare al meglio le risorse, comprese quelle umane, in direzione di reali traguardi di business innovation.

Innovazione senza “distruzione”

“In questo scenario – ha detto ancora Zucca -, le infrastrutture convergenti, frutto dell’unione di risorse preintegrate, certificate e pacchettizzate dai diversi vendor coinvolti, contenenti componenti di elaborazione, computing, storage, memorizzazione, connettività e virtualizzazione sono in grado di offrire benefici e valore che si declinano in semplificazione, efficienza operativa dinamica nel day-by-day, nonché agilità nell’erogare e nel fruire di queste risorse liquide”.

“In un momento caratterizzato da una crescita costante ed esponenziale dei dati – gli ha fatto eco Maurizio Rizzi, Storage Solutions Leader di Ibm -, diventa fondamentale focalizzarsi sulle funzionalità necessarie alla propria situazione specifica ed essere sicuri di poter contare su risorse che siano tra loro interoperabili, capaci di rappresentare un vero e proprio modello di Hybrid It”.

La rapidità con cui ci aspettiamo di trasformare i dati in valore competitivo, si traduce tecnologicamente in tempi di latenza che devono rasentare lo zero e tempi di risposta che ormai si calcolano in micro secondi.

“Velocità di sviluppo, eterogeneità di mondi applicativi, facilità di implementazione e necessità di abbassare i costi di implementazione senza al contempo aumentare i rischi sono aspetti che trovano sbocco nelle soluzioni integrate e convergenti”, ha precisato Rizzi, che ha evidenziato come attraverso questo tipo di impostazione sia possibile immagazzinare nonché gestire in modo sicuro e protetto l’enorme quantità di dati con cui quotidianamente ci confrontiamo, aumentando al tempo stesso le prestazioni.

“Senza dover obbligatoriamente compiere scelte disruptive, abbracciando tout court nuovi paradigmi e abbandonando il disegno infrastrutturale tradizionale – ha concluso Rizzi -, che per diversi ambienti applicativi continua a funzionare perfettamente, bisogna cercare di far evolvere i propri sistemi per garantire maggiori ritorni ai nuovi contesti collaborativi in cui ci muoviamo. Ciò che conta sono l’integrazione e la cooperazione e l’Hybrid IT consente a questi due percorsi di evolvere contemporaneamente”.

Un’evoluzione che richiede roadmap chiare e definite, per le quali le aziende che hanno assistito al webinar, inviando domande ai relatori e rispondendo in forma interattiva all’instant poll sottoposto dal moderatore, si dimostrano interessate alle nuove soluzioni convergenti in vista di una riduzione della complessità di gestione, pur mostrando un atteggiamento di attenzione in relazione ai costi di implementazione, ai cambiamenti organizzativi necessari e alle conseguenze post rilascio.


Integrata e convergente, con VersaStack maggiore flessibilità per l’ambiente IT

Si chiama VersaStack ed è la soluzione che Cisco e Ibm hanno congiuntamente sviluppato per far evolvere i sistemi It verso un approccio Hybrid e consentire così, a organizzazioni sempre più dinamiche e collaborative, di accelerare la propria crescita, riducendo al contempo i costi operativi.
Le due società hanno infatti dato vita a una piattaforma integrata e convergente per la realizzazione di data center e ambienti cloud privati, per offrire alti livelli in termini di prestazione ed efficienza, abbinando le caratteristiche della Cisco UCS Integrated Infrastructure, sviluppata appositamente per la virtualizzazione, al sistema Spectrum Virtualize di Ibm, che consente di migliorare l’utilizzo dello storage a livello di risorse produttività.

La soluzione, che si basa sulla reference architecture Cisco Validated Desig, intende permettere alle aziende di installare applicazioni in modo rapido, versatile e sicuro, minimizzando i costi di implementazione e le conseguenze post rilascio, tramite le dinamicità delle componenti di gestione complessiva e di virtualizzazione per la parte dei dati. VersaStack si apre a un numero elevato di applicazioni e workload, grazie anche all’integrazione della soluzione Ibm FlashSystem V9000 all-flash e Ibm Storwize V5000 che consentono di potenziare gli ambienti che presentano i maggiori requisiti di prestazioni.

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