Cresce l’interesse verso l’all-flash storage. Lo dicono le aziende utenti!

Accessibilità in termini economici, semplificazione di gestione e ricerca di nuova efficienza. Ecco cosa spinge oggi le aziende ad investire in infrastrutture storage di nuova generazione basate su tecnologia flash: le elevatissime prestazioni sono il driver primario e le si da ormai per scontate!

Pubblicato il 11 Nov 2016

“I dati contenuti nello storage rappresentano quasi il 100% dell’azienda nel suo complesso, per cui sono sistemi altamente critici dai quali dipende la disponibilità di tutti i server sui quali girano le applicazioni aziendali; senza lo storage l’azienda non saprebbe più chi è!”. Abbiamo scelto la dichiarazione di Alessandro Volonteri, Group Architecture and Projects Manager di Legrand Group per capire insieme a lui e ad altri professionisti e responsabili It quali siano le criticità che devono affrontare oggi le aziende sul piano delle infrastrutture a supporto del dato e se la tecnologia all-flash è nelle agende di investimento ed evoluzione It. “In questo momento abbiamo infrastrutture storage di tipo tradizionale dove la tecnologia flash funge solo da cache di memoria; questo perché si tratta di sistemi implementati dai 3 ai 5 anni fa quando l’all-flash aveva ancora alcuni limiti in termini di maturità tecnologica e di costo di adozione”, fa presente Davide Boninsegna, Pianificazione e Ingegneria dei servizi It di Acantho; “Tuttavia, è proprio sull’all-flash che stiamo facendo ora nuovi ragionamenti di investimento. La criticità maggiore oggi è data dalla gestione efficace della crescita del volume dei dati che va di pari passo con la loro disponibilità: le ricerca delle elevate prestazioni, intese come l’accesso sicuro, immediato e senza interruzioni del dato da parte delle applicazioni, rappresenta quindi il motivo principe per il quale siamo oggi in procinto di valutare nuovi progetti storage guardando al flash come scelta primaria”.

Davide Boninsegna, Pianificazione e Ingegneria dei servizi It di Acantho

“Sono molti i fattori che ci stanno spingendo ad evolvere i nostri sistemi It, in particolare quelli dedicati allo storage caratterizzati da una rilevante complessità derivante da storiche ragioni di crescita eterogenea delle infrastrutture che ha portato con sé una indubbia laboriosità nella gestione complessiva delle stesse”, è il parere di Volonteri.

Cosa vogliono le aziende: semplificazione della governance e altissime prestazioni

“Dal punto di vista di gestione dei sistemi, negli ultimi anni la situazione è decisamente migliorata ed oggi le infrastrutture sono governabili con più agilità e semplicità rispetto al passato; a mio avviso però le innumerevoli funzionalità che i vendor aggiungono periodicamente diventano un elemento di complessità generale da non sottovalutare”, prosegue ancora Volonteri alla domanda ‘cosa cercano le aziende dalle tecnologie storage’. “A noi interessano più che altro le caratteristiche prestazionali; abbiamo infatti deciso di ‘spostare’ queste funzionalità aggiuntive (considerando poi che ogni vendor ha le proprie) in un unico strato software di gestione on top a tutti i sistemi (fisici e virtualizzati) che fungono quindi solo da repository dei dati e sono stati epurati da tutte le funzionalità di controllo e gestione”.
L’unicità del punto di controllo e gestione è l’elemento cardine anche della strategia di Acantho, come spiega Boninsegna: “Ciò che chiediamo sempre ai vendor è di poter salvaguardare ciò che c’è già in azienda senza stravolgere le precedenti scelte di investimento; sul piano della gestione anche noi abbiamo sviluppato un unico ‘centro di controllo’ che ci ha permesso di semplificare le operazioni di gestione delle infrastrutture storage; il passaggio all’all-flash non dovrà quindi stravolgere il nostro meccanismo di governance ma integrarsi con esso”.

Alessandro Spigaroli, Responsabile It Architecture di Cedacri

Eterogeneità di sistemi, complessità e frammentarietà di gestione sono elementi ritenuti critici anche da Alessandro Spigaroli, Responsabile It Architecture di Cedacri, “che per altro sono risultati essere la motivazione principale del percorso di razionalizzazione avviato circa tre anni fa”, descrive egli stesso. “Il primo passo verso la semplificazione delle infrastrutture e della loro gestione ci ha visto coinvolti nella scelta di sistemi e tecnologie in grado di assicurare le prestazioni ottimali per ‘reggere’ i servizi base del mondo bancario (area di business core per Cedacri che offre tecnologie e servizi alle banche) che significa: 1) il dato deve essere ‘iper-sicuro’; 2) deve essere semplice e rapida la sua trasmissibilità sul sito di disaster recovery; 3) non devono verificarsi cali di performance (anche se il mondo bancario ha esigenze più governabili e prevedibili rispetto ai settori Finance e Trading)”.

Flash come scelta ormai primaria

Alessandro Volonteri, Group Architecture and Projects Manager di Legrand Group

Che l’all-flash stia diventando la primaria scelta per l’enterprise storage lo confermano tutti e tre i responsabili It che vedono nelle elevate prestazioni il driver più importante. “Proprio perché le performance in termini di velocità, affidabilità e disponibilità sono gli elementi in assoluto più rilevanti per l’It ed il business, la tecnologia flash è stata la risposta tecnologica che già tre anni fa ci ha permesso, per esempio, di eliminare i costi operativi del ‘performance tuning’ (prima si dedicavano parecchio tempo e risorse alla ricerca delle problematiche di downtime e alla loro risoluzione, tutte criticità oggi dimenticate)”, spiega Volonteri. “Abbiamo una serie di data center nuovi che sono stati modellati tutti fin dall’inizio su questa tecnologia anche grazie ai costi ormai accessibili dello storage all-flash (a parità di livello ‘enterprise’ oggi non ha senso investire in dischi storage tradizionali)”.
Dello stesso parere Boninsegna che vede nell’all-flash storage “l’elemento di punta per far fronte ad esigenze prestazionali – nella disponibilità e mobilità del dato – sempre più elevate che nel nostro caso prevedono anche strategie di business continuity che incidono poi anche sul piano del disaster recovery (passare all’all-flash per noi significa infatti rivedere le infrastrutture del data center primario, del sito secondario mediante il quale si garantisce la business continuity e di quello aggiuntivo dal quale si attua se necessario il disaster recovery)”.
“Abbiamo cercato partner tecnologici che nel nostro percorso di consolidamento potessero garantirci affiancamento e supporto anche futuri, partendo da investimenti più ‘tradizionali’ (dischi rotativi con funzionalità software di monitoraggio e replica dei dati) fino ad arrivare all’implementazione di sistemi basati su tecnologia flash che oggi rappresentano la nostra prima scelta per svariate ragioni: è più competitivo in termini di costi, occupa meno spazio, consuma meno e permette attraverso funzionalità di deduplica e compressione di recuperare efficienza. Oltretutto per gli elevatissimi livelli prestazionali sarebbe un errore non investire in storage all-flash”, aggiunge Spigaroli che si spinge in alcune previsioni future: “A tendere anche l'utilizzo di storage all-flash potrebbe essere rivisto in favore di soluzioni software based che sfruttano le cache per garantire le performance e dischi capacitivi per il salvataggio dei dati. Soluzioni di questo tipo dovrebbero permettere un ulteriore riduzione dei costi garantendo comunque performance e resilienza. In futuro ci sarà sempre più bisogno di spazio storage ma con un supporto minore in termini di capacità computazionale (dato che i processori sono sempre più potenti), motivo per cui trovo ‘limitante’, per esempio, il ricorso ai sistemi iperconvergenti, che ti costringono a far crescere anche computing e networking quando magari a dover crescere è solo lo storage (elemento che a mio avviso diverrà sempre più critico)”.

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