La digital transformation sta influenzando il modo in cui le imprese guardano alle infrastrutture informatiche, sempre più orientate a una gestione hybrid cloud, in equilibrio tra cloud e sistemi on premise. Nello stesso tempo, cambia anche il ruolo dei sistemi informativi aziendali che devono riuscire a cogliere le opportunità di un’evoluzione in chiave liquida delle architetture per dare maggiore impulso al business, in un’ottica consapevolmente collaborativa.
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LO SCENARIO – Hybrid IT, passaggio obbligato per la Customer satisfaction | |
LA TECNOLOGIA – Retelit, i driver tecnologici per l’Hybrid It |
E proprio di questo nuovo legame a tre, tra Hybrid cloud It – Team It aziendale e line of business, si è parlato durante il recente Executive Dinner Hybrid IT, il percorso verso la customer satisfaction, organizzato da ZeroUno in collaborazione con Retelit, che è stato caratterizzato da un vivace dibattito da parte di importanti brand presenti sul nostro mercato.
Dopo un’iniziale introduzione al tema da parte del chairman Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno, che ha evidenziato come in questa fase evolutiva sia necessario dare vita a una nuova relazione integrata e continuativa tra soggetti diversi che abbia come obiettivo comune lo sviluppo del business e la capacità di erogare una customer experience di valore, Stefano Mainetti, Co-Direttore Scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano, ha commentato lo scenario, mettendo in luce quando la multidisciplinarietà, con competenze trasversali disciolte nelle linee di business, sia fondamentale.
La discussione che ne è seguita, ha messo in luce un percorso articolato ma avvincente e, soprattutto, ormai condiviso dalla maggior parte delle realtà.
Time to market prima di tutto
“Da oltre un anno la nostra società ha modificato la strategia IT – ha rotto il ghiaccio Francesco Galli, It Support, Operation & Service Provider Manager di Olympus -, orientandola maggiormente in direzione della customer satisfaction. L’obiettivo è quello di trasformare l’IT in uno strategic partner per le line of business ma anche per i clienti finali. Riuscirci, però, non sempre è facile: serve conoscersi per approfondire le reali esigenze; essere proattivi e condividere le opportunità di miglioramento; creare nuove figure di demand manager; fare leva su progetti concreti e riarticolare le competenze. Bisogna, quindi, passare dall’ottica del ‘fare’ a quella del ‘far fare’ esternamente”.
Della necessità di attivare strategie IT volte alla customer satisfaction è convinto anche Pino Omodei, Direttore Operations di Messaggerie Libri: “Dobbiamo essere consapevoli che le scelte compiute oggi condizioneranno il futuro aziendale a 3/5 anni. La separazione tra la gestione delle infrastrutture e delle applicazioni scomparirà e i servizi saranno integrati, mettendo in discussione i ruoli di tutti. L’integrazione con il cloud, poi, spinge ulteriormente verso nuove competenze trasversali e l’innovazione impone estrema velocità nella realizzazione dei progetti di business. Per questo l’IT deve maturare competenze di governance, insieme alla giusta dose di curiosità e volontà di condivisione”.
Il sorpasso a destra dell’IT
In Emmelibri, la simbiosi It – business è già una realtà: “In questo modo riusciamo a differenziarci dalla concorrenza – ha raccontato Luca Paleari che della società è il Cio -; una strada che è stato possibile tracciare proprio grazie all’Hybrid It, che ci mette a disposizione strumenti evoluti, appetibili per il business, e ci permette di portare avanti rapidamente i progetti. Quello che serve è la volontà di affrontare le soluzioni in modo diverso [non a licenza ma a servizio – ndr] oltre alla certezza di potersi affidare a un cloud service integrator che abbia la corretta conoscenza del servizio”.
Esistono poi realtà in cui “L’It ha sorpassato a destra ed è diventato più business del business – come raccontato da Alessandro Bertoli, Responsabile Operation di 2i Rete Gas -. Per farlo bisogna sviluppare un approccio propositivo e sintetico, condividere i KPI con il business, parlare la stessa lingua, contaminarsi e affrontare insieme la complessità”.
Meno operatività, più change management
Ma se alcuni componenti dei team It ancora guardano all’esternalizzazione come a un sinonimo di rischio per la propria attività, Matteo Filosa, It Specialist di Falck Renewable, la considera al contrario un’opportunità per un maggiore sviluppo del ruolo dell’It “che deve essere meno operativo” e cambiare pelle, dando per scontato l’efficienza dei sistemi informativi.
L’approccio proattivo come chiave per trasformare l’It da costo a motore del business è condivisa anche da Davide Benedetto, Responsabile Architetture di Siram: “È proprio il business a volere l’It al proprio fianco per realizzare insieme progetti innovativi. Il cloud rappresenta un mezzo per avanzare ulteriormente in questa direzione. Le criticità risiedono altrove: in parte nella mentalità di alcune figure It che si sentono minacciate da una gestione ibrida dei sistemi informativi, in parte nel fatto che non tutto il sistema d’offerta è oggi capace di parlare di applicazioni e di esigenze di business”.
Il ruolo del sistema d’offerta
Diego Dematté, It Director di StMicroelectronics, rimarcando il forte sodalizio It – business presente in azienda e l’inclinazione alla gestione SaaS e IaaS, ha sottolineato quanto spesso un’impostazione “vecchio stampo” provenga proprio dal mondo dei fornitori, molti dei quali ancora fermi a un’offerta tradizionale.
Anche i problemi esistenti in Italia a livello di connessione alla rete rappresentano un forte limite alla diffusione del cloud, come sottolineato da Gabriele Gemma, Responsabile It di Rachelli Italia.
“Per certi tipi di servizio non si può prescindere dall’on premise – gli ha fatto eco Giovanni Tistarelli, It Manager di Emmi Holding -, ma nella nostra azienda l’Hybrid It è già una realtà, vista la compresenza di sistemi virtualizzati, di un cloud privato e di uno pubblico. Una situazione che richiede una puntuale orchestrazione che, a sua volta, impone competenze elevate”.
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