MILANO – Digital transformation del business e software open source fanno sempre più coppia fissa: “La digital transformation – ha affermato Werner Knoblich, Senior Vice President and General Manager di Red Hat Emea, facendo riferimento al lato tecnologico del processo di digitization in corso nelle aziende – richiede una forte innovazione sul fronte delle tecnologie di sviluppo e delle infrastrutture. E l’open source è l’ambiente ideale in cui, come è sotto gli occhi di tutti, questi due aspetti si stanno evolvendo con maggiore velocità: cosa che non avviene altrettanto velocemente nel mondo closed source”.
Come è noto, oggi open source non significa più solo e necessariamente il software operativo Linux, anche se questo è all’avanguardia e privilegiato nell’abilitare tutte le innovazioni che si stanno verificando negli ambiti dello sviluppo applicativo e delle infrastrutture su cui le applicazioni devono girare. “Nell’open source – ha fatto notare Knoblich, intervenendo nel corso del Red Hat Open Source Day, tenutosi a Milano agli inizi di novembre e poi replicato a Roma – si è sviluppato il fenomeno dirompente della containerizzazione. Basti vedere i casi di Docker e Kubernetes. Grazie alla containerizzazione, che aggiunge alle applicazioni tutto quello che serve loro per connettersi alle infrastrutture, le applicazioni possono essere distribuite e fatte girare immediatamente all’interno di infrastrutture flessibili, comprese hybrid cloud e public cloud, che supportano questo modello”.
Sviluppo collaborativo e open innovation
Un altro elemento che ha garantito il successo delle tecnologie open source all’interno della maggior parte delle organizzazioni impegnate su diversi fronti della digital transformation, è il modello di sviluppo collaborativo di open innovation. “Open source – ha aggiunto ancora Knoblich – non è solo Linux, ma anche virtualizzazione, applicazioni e business logic. E è anche un mindset, un modo di creare processi che vedono il software come vantaggio competitivo, ma che allo stesso tempo prevede che le aziende che utilizzano la tecnologia open source condividano il frutto del loro lavoro con la comunità”.
“Grazie al fatto che molte persone guardano all’interno del codice e collaborano al suo miglioramento – ha testimoniato Antonio Perrotti, Chief Information Officer (Cio delle compagnia assicurativa Aviva Italia – l’open source garantisce sicurezza e innovazione. Noi abbiamo scelto di rivolgerci alle distribuzioni di Red Hat nell’ambito del progetto Aviva Single View of Customer, un’architettura che mira ad abbattere i silos informativi e a fornire un’unica visione dei singoli clienti”. Questa piattaforma prevede la creazione di blocchi interoperabili orchestrati da una business logic customer-driven. Su questa infrastruttura Aviva basa anche progetti di Digital-to-Shop [i clienti trovano online nuove proposizioni commerciali e poi possono andare a perfezionare l’acquisto nelle agenzie, ndr]”.
Secondo Perrotti, infine, l’utilizzo di open source facilita anche la migrazione verso i modelli cloud. Un’affermazione che concorda con quanto detto alcuni mesi fa anche da Gianni Anguilletti, country manager di Red Hat, secondo il quale, “chi volesse implementare un Infrastructure as a service (IaaS), o un ambiente di integrazione o un’architettura Big data senza utilizzare software open source dovrebbe riflettere seriamente. Non vedo un futuro di sviluppi applicativi e infrastrutturali senza open source” .